Era l'inizio degli anni novanta e il mondo videoludico era diverso. Probabilmente, molti appassionati d'oggi la vedono come un'epoca migliore, ma come spesso accade non è propriamente vero e la nostalgia annebbia la vista. Innegabilmente, però, era un periodo durante il quale le idee non mancavano e certi generi avevano lo spazio per farsi apprezzare. Uno di questi era quello delle avventure punta e clicca, che oggigiorno hanno perso la propria forza mediatica e sopravvivono soprattutto tramite gli sforzi di produzioni indie e riedizioni di vecchi classici.
In questi ultimi tempi, però, il genere sta prendendo nuovo slancio anche grazie a produzioni un po' più massicce. Tra i vari progetti in arrivo, come quello di Monkey Island, vi è anche un nuovo Simon the Sorcerer, previsto per il primo trimestre del 2023 su PC, Mac, PS4, PS5, Switch, Xbox One e Xbox Series X|S. Questo nuovo capitolo si chiamerà Simon the Sorcerer Origins e si posizionerà come un prequel del capitolo originale.
Facciamo però un passo indietro prima di guardare al futuro e ricordiamo esattamente cosa sia Simon the Sorcerer.
Simon the Sorcerer e Adventure Soft
1993, Inghilterra. Lo sviluppatore Adventure Soft si prepara alla pubblicazione di una nuova avventura punta e clicca: Simon the Sorcerer. Protagonista è il titolare Simon, un ragazzino che è stato trasportato in un universo parallelo condito di magia e mostri e il cui compito è ora diventare un mago e salvarne un altro da uno stregone malvagio. Le caratteristiche più celebri di Simon the Sorcerer furono la vena umoristica, l'ampio mondo denso di interessanti personaggi e soprattutto l'ottima qualità grafica, che impressionò i giocatori e i critici dell'epoca.
A capo del progetto vi erano Mike Woodroffe e il figlio Simon Woodroffe (no, il nome del personaggio non è dedicato a quest'ultimo), che si è occupato della sceneggiatura dell'avventura, puntando a creare un mondo magico che fosse adeguato prima di tutto ai propri personaggi e non pensato unicamente attorno agli enigmi. Inoltre, vi fu uno sforzo cosciente di rendere la comicità di Simon the Sorcerer più "inglese", per differenziarla da Monkey Island.
Fu per certo un progetto nato dalla passione dei Woodroffe e del loro piccolo team, che all'epoca contava solo 15 persone. La compagnia, precedentemente nota come HorrorSoft, era solita realizzare giochi horror e Woodroffe ritenne che era arrivato il momento di cambiare e provare con un gioco comico (che causò il cambio del nome della compagnia in Adventure Soft).
Il successo fu immediato, con un totale di 600,000 copie vendute e ottimi voti della stampa. La saga prosegui, quindi, con un secondo capitolo nel 1995: Simon the Sorcerer II: Il Leone, il Mago e il Guardaroba, titolo ovviamente ispirato dalle Cronache di Narnia. Anche questo venne apprezzato e ottenne un seguito nel 2002, che passò però al 3D, in rispetto alle nuove mode dell'industria: fu un progetto complesso e non ottenne l'apprezzamento sperato.
Incredibilmente, però, la saga non terminò lì, ma prosegui negli anni successivi con altri vari seguiti: Simon the Sorcerer 4: Chaos Happens (2007, segna il passaggio di mano ai tedeschi di Silver Style Entertainment), Simon the Sorcerer 5: Who'd Even Want Contact?! (2009) e Simon the Sorcerer 6: Between Worlds (2014, realizzato dalla compagnia irlandese StoryBeasts). In mezzo a tutto questo, possiamo anche citare un gioco di Pinball e un puzzle game che includeva tre giochi basati sul mondo di Simon the Sorcerer.
La seconda vita di Simon the Sorcerer venne però vissuta in sordina, per una saga che aveva perso la propria forza originale. La speranza di un nuovo grandioso capitolo non è però morta, perché gli italiani di Smallthing Studios sono riusciti a ottenere dall'autore originale la licenza per la creazione di un nuovo gioco: Simon the Sorcerer Origins.
Simon the Sorcerer Origins
Smallthing Studios è un team italiano (con anche un distaccamento negli USA) fondato da Massimiliano Calamai, che ne è CEO e Game Director, e da Stefano Campo dall'Orto, che riveste il ruolo di CTO e Lead Coder. Parliamo di due figure storiche del mercato videoludico italiano, che durante la propria carriera hanno collaborato con grandi compagnie e realizzato giochi dedicati a Martin Mystere e Diabolik, oltre a videogame come Fightin' Spirit, Pray For Death e non solo.
A parlarci un po' di più di Simon the Sorcerer Origins è stato proprio Massimiliano Calamai, durante un nostro recente Cortocircuito, che potete rivedere in formato integrale qui sotto.
Simon the Sorcerer Origins, come già detto, ci riporta agli albori della saga e si pone come un prequel del primissimo capitolo del 1993. Precisamente, Origins è ambientato poche settimane prima degli eventi che hanno dato il via alla serie e, come ci ha raccontato Calamai, la trama è stata realizzata sfruttando "delle piccole falle" nella storia originale per fare in modo che questa avventura fosse percepita anche dai fan come una naturale aggiunta al franchise.
Woodroffe è rimasto impressionato da quanto realizzato da Smallthing Studios in termini narrativi, così come in termini stilistici. Ovviamente, l'ottenimento della licenza non è stato un procedimento semplice e ha richiesto un anno di lavoro per perfezionare i componenti fondamentali del gioco e chiudere l'accordo. Le difficoltà furono legate anche al fatto che, per Woodroofe, Simon the Sorcerer è un progetto nato dalla passione. Calamai ci spiega che se per una grande IP basta mettere sul tavolo abbastanza denaro, per una saga come questa è molto più importante dimostrare di avere un'idea vincente e la capacità di rispettarne l'integrità.
Ovviamente questo non significa creare una copia carbone dell'originale, ma al contrario significa metterci del proprio. Smallthing Studios ha infatti rivoluzionato l'aspetto grafico, proponendo uno stile cartoon nuovo per la saga.
"Di fatto, Simon non ha mai avuto delle linee guida artistiche: Simon 1 & 2 erano dei titoli in pixel art perché quella era la tecnica dell'epoca". Calamai ci spiega che oggigiorno si tende a considerare lo stile di giochi di questo tipo come qualcosa di unico e profondamente studiato, ma molto semplicemente la pixel art era l'unico stile grafico a disposizione degli sviluppatori.
Simon aveva solo la necessità di proporre una grafica che fosse in grado di trasmettere l'atmosfera fiabesca della trama, ma "le linee guida si fermarono al primo e al secondo [capitolo], gli altri episodi usciti poco dopo erano [realizzati] in base all'epoca e alla tecnologia: non c'è mai stato uno studio."
È quindi naturale che Simon the Sorcerer Origins segua la propria strada anche a livello stilistico. Scherzando, Calamai ci spiega che il team ha fatto venire un infarto a Mike Woodroffe proponendo un rinnovo totale della componente visiva. Seriamente, Smallthing Studios è stata in grado di convincere il creatore originale di Simon del fatto che aveva "forza, risorse, capacità e qualità perché i nostri artisti erano in grado di dare una nuova vita a questa licenza".
Anche l'interfaccia è stata resa molto più moderna, senza andare a scomodare la vecchia struttura con i verbi degli anni '90. Purtroppo Calamai non ha potuto darci dettagli molto precisi, ma ci ha svelato che Simon the Sorcerer Origins è "un'avventura punta e clicca, moderna, basica, per quanto ci riguarda è una storia da raccontare, potresti avere un joypad, un joystick del Commodor 64 o il pad del ColecoVision, ma hai bisogno di divertirti solo in modo naturale, quindi la nostra interfaccia sarà molto semplice e molto naturale. Pertanto non avremo i verbi che erano un'evoluzione delle avventure testuali degli anni '80 ed erano una necessità tecnica, anche per avere meno schermo visivo".
"Avremo un'interfaccia moderna, secondo noi molto pratica con delle chicche - se posso dirlo - particolari e originali che fanno parte del 'piccolo infarto' per Mike... ma in realtà queste piacciono a noi: sono delle idee molto originali, un paio delle quali non sono mai state adottate nelle adventure, ma siamo convinti che funzionano veramente molto bene."
Simon the Sorcerer Origins è quindi un gioco moderno, non un progetto che vuole fare leva unicamente sugli appassionati del genere e della saga originale. Anche a livello narrativo, in qualità di prequel, non pretenderà di conoscere il primo capitolo, anche se ovviamente vi saranno riferimenti ed easter egg a quanto è accaduto nel gioco del 1993.
Simon the Sorcerer è un progetto nato dalla passione di Adventure Soft e tornerà sui computer e sulle console moderne grazie alla passione di un team italiano che, con grande orgoglio, ha scelto un editore italiano per Origins: Leonardo Interactive. Calamai ci spiega: "Ci piace molto l'idea che sono italiani, noi volevamo un'operazione esclusivamente italiana: ci piaceva proprio quest'idea, quasi una frecciata di solo orgoglio sparata là a due passi da Londra. [...] Avevamo diverse opportunità evidentemente anche fuori dall'Italia, ma [i membri di Leonardo Interactive] sono in gamba, sono ricchi di passione, di voglia di farlo funzionare".
Anche noi non vediamo l'ora di provare il gioco che, per il momento, è stato presentato solo con un piccolo trailer da considerarsi come non definitivo: vari miglioramenti grafici e ottimizzazioni sono in arrivo per la versione definitiva, ci conferma Calamai. L'attesa non è troppo lunga, visto che Simon the Sorcerer Origins arriverà nel primo trimestre del 2023: già ora potete metterlo nella Lista dei Desideri su Steam.