Se ci avessero descritto ieri l'altro la natura di Super Mario Bros. Wonder, avremmo archiviato l'eventuale rumor come una clamorosa bufala. Non perché non fosse credibile un Super Mario bidimensionale su Switch, anzi: la piattaforma ha una base installata enorme, e questo è uno dei franchise più lucrosi in assoluto (ancora non presente sulla console con un titolo esclusivo). Sarebbe stato strano, al contrario, non proporlo come colpo di coda finale della console; perché di questo si tratta, in fondo.
Gli esiti commerciali sono abbastanza impronosticabili: non era mai stato pubblicato, del resto, un Super Mario 2D inedito su una console con più di 120 milioni di unità vendute. Questo titolo ci dirà anche quanto sia ancora forte l'appeal della saga, quantomeno nella sua tradizionale incarnazione su due assi: è ipotizzabile che il potenziale sia rimasto deflagrante, come ai tempi non ancora arcaici di Wii (2009), è altrettanto possibile che sia stata ormai scalzata, anche in ambito di popolarità e appetibilità, da quella tridimensionale. Super Mario Odyssey ha raggiunto 25 milioni di copie vendute, un totale mai neanche avvicinato dai predecessori in tre dimensioni.
Non è per questo tuttavia che non avremmo creduto all'esistenza di Super Mario Bros. Wonder; e nemmeno perché (stando al recente passato) il team dovrebbe essere in parziale condivisione con quello di Pikmin, in arrivo tra poche settimane col quarto capitolo. Non ci avremmo creduto perché questo progetto è incredibilmente strano: strano per Nintendo, ancora di più per la saga nello specifico. Da anni si discute sulla direzione che la serie bidimensionale, dal 2012 senza un episodio inedito, avrebbe intrapreso: le ipotesi maggiormente credibili erano due. Un altro capitolo manierista, in pedante continuità con la ramificazione dal prefisso "New", o qualcosa di totalmente diverso, pur fedele ai canoni della serie (magari disegnato a mano).
Super Mario Bros. Wonder, in uscita il 20 ottobre 2023, probabilmente l'ultima grande produzione interna per Switch, è un'assurda via di mezzo tra queste due strade. Non conciliante, non armoniosa. È come se New Super Mario Bros. fosse stato bagnato nel secchio di salamoia di Roger Rabbit: questo gioco è al contempo conservatore e surreale. Non è facile ipotizzare la sua natura, non sarà facile nemmeno inquadrarlo ad ottobre.
L'aspetto di Super Mario Bros. Wonder
Fin dal logo è palese questa manifesta, volontaria, condensante dicotomia: la rigorosa e classica scritta "Super Mario Bros." - tipica dei "New" - accompagnata dallo straniante, deformato e multicolore suffisso "Wonder". Un cerchio arcobaleno che incornicia un inquietante fiore parlante (?!) Introduce il filmato di presentazione. Dei grafismi da fumetto commerciale americano enfatizzano l'azione, colmi di sature tinte piatte, mentre delle ambientazioni apparentemente in linea coi "New" riempiono l'occhio. In comune coi recenti Mario bidimensionali c'è anche l'aspetto "plasticoso" di personaggi e scenari: per quanto Nintendo si è dimostrata abile nel replicare materiali credibili - tra Wii U e Switch - è impossibile non considerare anche questa una stramba scelta stilistica.
Le stranezze e le spigolosità non finiscono qui. I numeri che segnalano le monete (e le vite) sono generati con un font serioso, totalmente contrastanti con alcune assurdità visibili sullo schermo. La stessa mappa di gioco, a metà tra quella rigorosa dei "New" e quella quasi post-moderna di Super Mario 3D World, sembra corroborare l'incoerenza - si può parlare di incoerenza, se volontaria? - insita nel progetto. Come dicevamo, le ambientazioni sembrano concilianti; eppure anche qui emerge qualche azzardo, con inediti boschi autunnali - e praterie zuccherose - ad accompagnare gli scenari più classici. Delle sezioni in silhouette, che richiamano alcuni stage di Donkey Kong Country Returns, mostrano un protagonista che si deforma in verticale, allungandosi e stringendosi, in modo molto poco mariesco.
La principale differenza visiva con la serie "New" tuttavia, non appariscente ma comunque potente, comprensibile a chiunque e non solo agli appassionati, risiede nelle animazioni dei personaggi. Se l'aspetto di Mario è simile al più recente capitolo bidimensionale, le sue movenze non lo sono affatto. L'idraulico storce la bocca, le sue espressioni sono più vive, i suoi movimenti maggiormente paffuti e morbidi: gonfia la pancia saltando, apre le braccia - come ai bei tempi - correndo, rimbalza e si deforma come in un cartone animato. Ci sono alcune migliorie tecniche, come il sistema di illuminazione, ma la ragione per cui questo gioco sembra diverso, nonostante sia palesemente nato da una costola dei "New", sta proprio nelle animazioni: più comiche, curate e comunicative. Delle musiche si è sentito troppo poco per parlare: anche in questo caso, tuttavia, ci sembra che i tradizionali coretti dei "New" siano stati sottoposti a un arrangiamento psicotropo. Le voci - compresa quella di Mario - sono diverse dal solito, e alcuni online stanno ipotizzando che, dopo decenni, Martinet possa essere stato sostituito.
Strutturazione e meccaniche
È chiaro che la generica strutturazione, nonostante i "wonder seed" siano conferiti sia in mezzo che a fine livello - un equivalente delle Superstelle di Mario 3D? - sia fedele alla tradizione. In sintesi: la progressione è lineare, si procede principalmente da sinistra a destra, e tra uno stage e l'altro si attraversa la mappa che li unisce. Se esistono delle significative differenze a livello macrostrutturale, in questo trailer sono state nascoste. Nonostante ciò il gioco riserva varie sorprese: su ciò che c'è, e - soprattutto - su ciò che non c'è. L'assenza più rilevante è quella dei power-up tradizionali. Nel filmato non c'è alcun fiore che consenta a Mario e compagni di scagliare palle di fuoco, nessuna foglia, ghianda o piuma che gli permetta di volare o planare (ruolo apparentemente ricoperto dai cappelli), nessuna stella (!) che renda invincibili.
Gli stessi nemici sembrano inizialmente confortanti, presentandosi con le canoniche piante carnivore e dei (comunque stralunati) goomba; al contempo, almeno la metà degli avversari ci sembrano nuovi, e strambi, sia per le dimensioni (più grandi del solito), sia per la conformazione. Sembrano animaletti impazziti più che mostri, rotolano, non paiono provenire dal Regno dei Funghi - o meglio, non dei funghi a cui Mario ci ha abituato. Ci sono i soliti blocchi da rompere e/o colpire, accompagnati da altri che rendono buia la scena. Quando sembra tutto progredire in un confortante, canonico scorrimento orizzontale, un personaggio si nota in aggetto in primo piano, suggerendo delle meccaniche in stile Super Paper Mario (Nintendo Wii, 2007), con un parallelo avanzamento su due profondità distinte. Degli oggetti viola, dalla funzionalità ignota, accompagnano le immancabili monete dorate.
Quando un personaggio approccia un tubo verde, al posto di incontrare un ostacolo da superare, mostra un'espressione stupita e... be', inizia a spingerlo in contrapposizione a un nemico. Esiste questa continua commistione tra una natura eccessivamente tradizionale e un'altra addirittura straniante: come se in casa vostra, in cui abitate da tempo e in cui il mobilio è immutato da anni, apparisse improvvisamente un elefante. A tal proposito, due sono i power-up mostrati, entrambi piuttosto assurdi. Il primo è un fiore color indaco che genera conseguenze imprevedibili, come se Mario assumesse allucinogeni: alcune tonalità mutano, delle strutture storicamente fisse come le tubature iniziano a muoversi e contrarsi, come fossero lombrichi. Il secondo potenziamento è proprio un Mario Elefante. Di cui non si conoscono ancora le funzionalità (a parte il calciare i piccoli nemici), ma che ha una conseguenza inedita: come raramente accaduto in precedenza, altera la morfologia dell'idraulico. Non è un costume, è letteralmente una trasformazione. A completare il tutto, a un certo punto Mario raggiunge la bandierina, e quest'ultima, inamovibile e storico punto di riferimento, viene travolta e spostata da alcuni rotolanti mufloni tondeggianti.
Multiplayer e personaggi di Super Mario Bros. Wonder
Per discutere di argomenti più prosaici, esiste un altro elemento, in continuità coi "New", che è stato mantenuto: il multiplayer (sicuramente offline, non da escludere online). Queste sezioni occupano quasi la metà del filmato, quindi immaginiamo rivestano un ruolo importante, ma apparentemente non tale da deformare il design degli stage, come invece accadeva in Super Mario 3D World. Si vedono fino a quattro personaggi in contemporanea, quindi diamo per scontato che gli stage possano essere affrontati da uno a quattro utenti, in attesa di scoprire se la modalità multigiocatore avrà ulteriori ramificazioni (come nelle apprezzatissime Sfide di New Super Mario Bros. U).
Ad accompagnare come personaggi giocabili i Mario Bros. (Mario e Luigi, ovviamente), ci sono Toad e Peach; meno prevedibilmente, a loro si unisce anche Daisy. Non è chiarissimo, anche se propenderemmo per questa ipotesi, se i personaggi differiscano soltanto nell'aspetto oppure, come in Super Mario 3D World, anche nelle movenze e capacità. Yoshi merita un discorso a parte: appare nelle icone dell'interfaccia come un normale personaggio, al contempo tuttavia lo vediamo cavalcato da Mario, in stile Super Mario World (in cui era più power-up che protagonista). In sintesi: il cast di personaggi giocabili sicuramente comprende Mario, Luigi, Peach, Daisy e Toad; presto sapremo se Yoshi si aggiungerà ad essi, o rappresenterà "soltanto" un comprimario di lusso.
In conclusione, è davvero complicato formulare ipotesi su questo progetto. Come detto all'inizio, alcuni si aspettavano un'opera in totale continuità manierista coi recenti "New", altri una rottura completa dagli stessi. Invece le due strade si sono incomprensibilmente unite, con esiti del tutto imprevedibili. Sarà un gioco conservatore con una spruzzata di surrealismo? Oppure un progetto coraggioso, in cui la familiarità è soltanto superficiale? Nessuno, al momento, può sensatamente rispondere. È come se lo stage "Touch Fuzzy, Get Dizzy" di Yoshi's Island, in cui il dinosauro - toccando della polverose sfere fluttuanti - alterava la propria equilibrata realtà, avesse donato le proprie coordinate estetiche a un intero gioco.
Non sappiamo, e diffidate da chi pensa di saperlo, dove approderà questo progetto. Di sicuro ha attirato la nostra curiosità, come un New Super Mario Bros. 5 non avrebbe saputo fare, ma in modo diverso, totalmente diverso, da come avrebbe fatto un autentico Super Mario Bros. 5. Il fatto stesso che Nintendo si prenda queste libertà, con la diramazione più lucrosa del franchise più venduto della storia dei videogiochi, è emblematico del potere di cui godono i suoi creativi.