Switch, durante il Black Friday, ha fatto registrare in Europa delle vendite eccezionali. Secondo alcuni, con parametri alquanto discutibili, sarebbe addirittura la console più popolare di sempre. Una statistica senza troppo senso, che però illustra bene lo "stato di forma" della piattaforma: il prossimo marzo saranno cinque anni pieni che Switch sarà in commercio e il suo successo non è minimamente vicino ad arrestarsi.
Quando Wii tagliò il traguardo dei cento milioni di console vendute, era arrivato alla fine della sua corsa. Non è una console paragonabile a Switch, per andamento, marketing e uscite, quello che ci interessa sottolineare è che, per l'ibrida Nintendo, i cento milioni saranno solamente un altro passo in un cammino di cui, al momento, non si intravede la fine. Le due console più vendute di sempre sono Nintendo DS e PlayStation 2, praticamente appaiate, con un leggero vantaggio per il sistema Sony: entrambe hanno piazzato più di 150 milioni di unità, e meno di 160. Quindi, parlando solamente in termini commerciali, quello è l'obbiettivo da raggiungere, se Switch vuole divenire la piattaforma di maggior successo mai creata.
È bene ricordare come pochi sistemi abbiano il privilegio, durante la loro esistenza, di poter ambire a tanto. Switch entro marzo avrà superato i cento milioni di console vendute, ma sarà - probabilmente - ancora sotto i 110, seppur non di troppo (non scordiamo che, a fine gennaio, arriverà Leggende Pokémon: Arceus). Nintendo DS ha avuto un ciclo vitale piuttosto tradizionale: un arco perfetto. È partito lento, ha avuto un punto apicale senza precedenti, e una decrescita finale - anche a causa di Nintendo 3DS, e il conseguente disimpegno lato software - piuttosto repentina. PlayStation 2, al contrario, ha raggiunto buonissimi risultati durante la sua vita; ma ancora più eccezionali - in proporzione - una volta uscita PlayStation 3, periodo in cui ha piazzato milioni di console, restando in commercio - con successo - ben oltre il canonico ciclo vitale di una piattaforma (sia per meriti suoi, che per demeriti di PlayStation 3).
Scopriamo assieme quali siano, o possano essere, le reali possibilità di Nintendo Switch di raggiungere questi due sistemi.
Un lungo ciclo vitale
Nintendo non ha la minima fretta di lanciare la sua prossima console, sulla quale stanno già lavorando, ma che l'azienda stessa definisce in uscita nel "20xx": insomma, sarà commercializzata una nuova piattaforma, dalle caratteristiche ancora ignote, entro la fine del secolo. Non sapremo mai se Nintendo Switch Pro sia mai esistito (le numerose voci lasciano credere di sì) o se sia ancora nei programmi (difficile): per certo, Nintendo vuole vivere alla grande la "parte finale" dell'esistenza di Switch, sfruttando al massimo i quasi cento milioni di unità in giro per il mondo.
Quanto Nintendo Switch OLED possa contribuire ad allungare la vita della piattaforma non ci è dato saperlo; in Giappone, forse anche per mancanza di scorte, non ha per ora rimpiazzato il modello base. Il 2021 non sarà all'altezza del 2020, il miglior anno - commercialmente parlando - della console, con quasi trenta milioni di unità vendute, ma non rappresenta nemmeno un netto declino, anzi: salvo sorprese, sarà il secondo o terzo miglior anno di Switch. Il tutto senza uscite mirabolanti, in dodici mesi in cui hanno trovato ampio spazio i progetti storicamente legati ad EPD 7, come WarioWare: Get It Together! e Metroid Dread (oltre a Monster Hunter Rise).
In termini di uscite sviluppate internamente, non c'è alcun dubbio che l'anno più memorabile sia stato il primo, il 2017, uno dei migliori in assoluto nella storia dell'azienda (parlando di qualità e quantità). Ecco, molti dei team che resero unici quei dodici mesi, nel frattempo non hanno pubblicato altro; è molto probabile che, tra marzo 2022 e marzo 2023, molti di loro torneranno alla ribalta: il team di The Legend of Zelda, quello di Super Mario, quello di Mario Kart, quello di Splatoon e Monolith Soft. Ai quali va aggiunta Ubisoft Milan, con Mario + Rabbids Sparks of Hope (di Davide Soliani, che Davide Soliani">avevamo intervistato anni fa), e Bayonetta 3.
Non tutti questi team necessariamente si rifaranno vivi, e non obbligatoriamente con dei sequel: ma alcuni titoli, come Splatoon 3, possono essere dati per certi. Altri probabilmente verranno anche ritardati, in modo strategico, così da avere un solido 2023; del resto, non serve più tirare una cannonata dietro l'altra, come nel 2017, per diffondere la console dopo il lancio.
Pubblicare nello stesso anno The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2 e il prossimo Super Mario potrebbe essere eccessivo: eppure, quale terreste fuori? Il primo è stato annunciato per il 2022, ed è in sviluppo da cinque anni; il secondo andrebbe ad accompagnare il lancio del film animato.
Per Nintendo, quindi, sarà un grande 2022: non sappiamo quanto grande, ma sarà comunque un anno sopra la media. Non solo, sarà il miglior "sesto anno" di una piattaforma Nintendo da intere generazioni: in tempi recenti, è spesso stato quello del pensionamento (nelle console di successo, perché Wii U, ad esempio, non ha mai spento la sua quinta candelina). Tutto merito della console ibrida, che ha giovato di ogni energia interna.
Sorpasso e prossima generazione
Ci sono ottime ragioni, delle ragioni che vi abbiamo appena esposto, per ritenere che il 2022 possa assestarsi sugli stessi livelli del 2021, se non addirittura superiori: insomma, a marzo 2023 Nintendo Switch potrebbe realisticamente trovarsi ad "appena" 25/30 milioni di console da Nintendo DS e PlayStation 2. A quel punto, col traguardo vicino, bisognerà capire quanto la rincorsa possa proseguire spedita. Come detto, Nintendo potrebbe strategicamente ritardare delle uscite del 2022 per rinfoltire il 2023: fosse così, il traguardo dei 160 milioni di unità potrebbe rivelarsi più che una semplice speranza. Anzi, una meta concreta. La console magari non arriverà ai 200 milioni ipotizzati anni fa da Nikkei, ma potrebbe seriamente rivelarsi la piattaforma più venduta di ogni generazione.
Anche se Nintendo non dovesse riuscire nell'impresa, senza dubbio ci andrà molto vicina. Il punto è: qual è il prezzo da pagare per tanta hybris? Come abbiamo analizzato mesi fa, Nintendo è sempre stata più brava a lanciare nuovi brand, in ottica console, che a proseguirli. Non avendo più due piattaforme, non avendo più un mercato portatile al quale affidarsi in caso d'insuccesso casalingo, il prossimo potrebbe rivelarsi il salto generazionale più difficile in assoluto. Perché stavolta non bisogna necessariamente osare, stavolta l'azienda viene da un clamoroso successo: che strada cercherà di percorrere? Proverà a "travasare" l'utenza Switch verso una nuova piattaforma, con una transizione morbida e indolore? Una bella idea, che potrebbe nascondere però un esito nefasto.
I tanti giochi che usciranno nel 2022 e nel 2023, ivi compresi The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2 e - sì, lo diamo per scontato - il nuovo Super Mario (bidimensionale o tridimensionale che sia), non implicano soltanto che Switch avrà un grande sesto/settimo anno, ma suggeriscono anche che, con ogni probabilità, questi titoli (o meglio, i loro successori) non saranno presenti al lancio della prossima piattaforma. E il 2017 ci ha dimostrato, invece, quanto siano importanti: Nintendo non è Sony, non ha lo stesso livello di fidelizzazione al marchio (nonostante si legga spesso il contrario), non gode della stessa incondizionata stima da parte degli utenti. Esclusi gli appassionati più radicati, Nintendo ogni volta deve conquistarsi un nuovo pubblico: viceversa, ci sono molti giocatori occasionali che comprano PlayStation sulla fiducia, coscienti della storica varietà dall'offerta e consapevoli che, "prima o poi", certi giochi arriveranno. Iwata sosteneva che il primo anno di vita è fondamentale per definire l'identità di una piattaforma: è vero per tutti, ma per Nintendo un po' di più.
Il 2022 rappresenta un unicum nella storia Nintendo, con un "sesto anno" ricco di pubblicazioni: un unicum che giocherà a favore di Nintendo Switch, e dei suoi utenti (presenti e futuri), ma che lascia più di un dubbio sulla piattaforma di prossima generazione. Per i motivi detti nel paragrafo precedente, a Kyoto non possono assolutamente concedersi un lancio debole: hanno bisogno dei pesi massimi. Magari non della mole esplosiva del 2017, ma di alcuni di loro sicuramente. E, per questioni di tempistiche, nel 2024 non ci saranno. Ci potrà essere Mario Kart 9, se non decideranno di lanciare prima anche quello; ma The Legend of Zelda non ci sarà, Splatoon non ci sarà, Super Mario (probabilmente) non ci sarà. E quindi cosa accadrà? Esiste davvero la possibilità che Switch possa durare non solo più a lungo di quanto pensiamo, ma molto più a lungo? E se la nuova console davvero non arrivasse fino al 2025?