È sempre bello, dopo aver passato anni venendo sballonzolati tra le nazioni come un pacco regalo, ritrovarsi a far parte di un evento degno nonostante la breve durata. Sappiamo che per molti nostri lettori il fatto di viaggiare gratuitamente per il mondo sembra una cosa splendida - e molte volte lo è, non osiamo negarlo - ma sappiate che un buon 80% delle nostre spedizioni risulta equiparabile a una visita d'ufficio: si aspetta qualche ora al gate, poi taxi, location, prova e ritorno, senza possibilità di soffermarsi sui paraggi (o, addirittura, a volta persino di soffermarsi sul gioco per bene). Ed è "lavoro", per carità divina, dunque non è nemmeno il caso di aspettarsi sempre un trattamento di favore; tuttavia capita che un'azienda faccia lo sforzo di rendere le cose divertenti oltre che ben organizzate, e tutti ne guadagnino. È stato il caso di Bandai Namco con l'ultima presentazione di The Dark Pictures: Man of Medan: un gioco che è stato fin troppo lontano dai riflettori - per via delle molte uscite pesanti previste per fine anno - e che noi stessi avevamo trascurato, aspettandoci una produzione fin troppo simile a quell'Until Dawn che i Supermassive Games li aveva fatti conoscere, nonostante la variazione di publisher. L'evento è infatti riuscito a farci cambiare idea, e non tanto per la presenza di qualche inaspettata attività extra in linea col gioco trattato (ci hanno infilato al buio in una sala motore di una vecchia nave con gente travestita da zombie che usciva da ogni dove, giusto per farci crepare d'infarto durante e dopo il test), quanto per la possibilità di provare una nuova interessantissima aggiunta: il multiplayer. Incuriositi? Allora addentratevi con noi tra le tenebre di questo titolo, perché per i fan dell'horror potrebbe esserci più carne al fuoco del previsto.
Punti di vista
La nostra prova si è aperta finalmente alla partenza dell'avventura, con un'introduzione ambientata nel passato, e pensata per presentare la grossa nave militare dove buona parte della campagna si svolge. Si è trattata di una fase introduttiva di qualche minuto, non priva di cliché da horror vecchio stile e dal gameplay piuttosto semplicistico, ma mostruosamente rafforzata dalla cooperativa sopracitata, con un giocatore in un'altra stanza della barca dove l'evento era stato organizzato di cui non potevamo in alcun modo percepire le reazioni. La possibilità di giocare Man of Medan con un compagno è dopotutto molto ben studiata e correlata al gameplay, tanto che nel prologo - nei panni di uno di due soldati americani - parte degli eventi vengono influenzati direttamente dalle azioni dell'altro utente; la lettura del nostro futuro da parte di un veggente, ad esempio, si è interrotta a causa del fallimento di un minigioco da parte del nostro partner, con conseguenze insondabili per i capitoli successivi. Durante le prime battute le influenze immediate non si notano più di tanto, per via della linearità degli eventi; quando però la palla passa ad Alex e i personaggi aumentano, le azioni di chi vi accompagna guadagnano sempre più peso, e le cose si fanno enormemente più imprevedibili.
D'altro canto in Man of Medan i protagonisti sono molteplici, e come in Until Dawn una scelta errata può provocare la prematura dipartita di ognuno di loro. Il multiplayer aggiunge però uno strato ulteriore al titolo, rendendo i giocatori completamente all'oscuro di certi eventi dei vari capitoli: in una fase del gioco, per dire, certi personaggi si trovano sott'acqua ad esplorare un relitto mentre altri sono tranquillamente a zonzo su una piccola imbarcazione, e gli scambi di informazioni dall'una e dall'altra parte risultano alquanto limitati. Difficile dire fino a che punto queste incognite possano migliorare la narrativa, ma dobbiamo ammettere che non sapere cosa l'altro giocatore sceglierà di fare acuisce la tensione alla grande, ed è stato precisato più volte dagli sviluppatori come Man of Medan contenga un quantitativo di sviluppi di trama enorme rispetto al suo diretto predecessore.
Chiaramente, per evitare situazioni spiacevoli o dissennate (o forse in alcuni casi per favorirle) la cooperativa è utilizzabile solo con persone della propria lista amici, ma per aumentare ancor di più la fruibilità in gruppo è stata inserita una modalità extra chiamata Movie Night, che permette di giocare in gruppo con un solo pad e una chiara visione delle scelte multiple disponibili ad ogni bivio. Non è assolutamente paragonabile al mistero della cooperativa o dell'esperienza vissuta in singolo, che abbiamo trovato molto più adeguate alla struttura generale, eppure la troviamo comunque un'aggiunta intelligente, per dare al tutto un feeling ancora più vicino a quello di un filmone horror interattivo di alto livello. Certo, se parliamo di "filmone interattivo" è perché ancora una volta i Supermassive hanno le idee chiare, e non vogliono creare un'esperienza fortemente basata su quicktime event e abilità del giocatore: Man of Medan punta all'accessibilità, e vuole essere intrattenimento per tutti, mantenendo la solita formula senza grossi stravolgimenti alle meccaniche. Se non altro chi lo acquista sa esattamente cosa aspettarsi.
Nonostante la bella idea della co-op a sorreggere la produzione, e i soliti valori produttivi di tutto rispetto (il cast è ben selezionato, e vi sono attori di tutto rispetto come Shawn Ashmore nel titolo) al solito sarà la narrativa a rendere il titolo davvero di valore o solo un passabile film interattivo. Until Dawn aveva alti e bassi, ma The Dark Pictures vuole essere una saga ad episodi multipli di lunga durata, e già Man of Medan sembra vantare una cura impressionante nella caratterizzazione dei protagonsiti e nelle ramificazioni della trama, oltre ad alcune interessanti sorprese legate a segreti e premonizioni nascosti tra i vari capitoli, e a un carismatico narratore che dà ai giocatori una sorta di "valutazione" durante i vari atti. Insomma, pur consapevoli della presenza della possibilità che tutto degeneri malamente nella seconda fase (è pur sempre un horror che si rifà a sottogeneri preesistenti, e sappiamo che questo a volte porta a dei disastri), ci siamo divertiti davvero molto durante le prime ore, e ora siamo più curiosi che mai di sapere come le vicende di Alex, Julia, Fliss e compagnia bella si svilupperanno. Non manca molto.
The Dark Pictures: Man of Medan è un titolo con una missione chiara, desideroso di portare al limite l'esperienza già vissuta dai giocatori con Until Dawn, e proiettarla nel futuro. Si tratta di un videogame di difficile posizionamento, che punta a una nicchia specifica, e vuole dare il via a un nuovo marchio con la forza della sua narrativa e dell'atipico multiplayer. Chissà che non riesca a farlo, se la matassa della storia dovesse reggere davanti alla tempesta di variabili offerte ai giocatori. Noi, intanto, ce la siamo spassata durante le prime ore, e vogliamo seriamente scoprire fino a che punto il gioco saprà mantenerci incollati allo schermo.
CERTEZZE
- La cooperativa è molto più godibile e riuscita del previsto
- Numero impressionante di sviluppi narrativi
- Ottimo cast e valori produttivi
DUBBI
- La narrativa sarà all'altezza?