Rivelato ufficialmente con un trailer due giorni fa The Dark Pictures Anthology: Little Hope è il secondo capitolo dell'antologia horror immaginata da Supermassive Games che ha già all'attivo Man of Medan e che si appresta a trasportare i giocatori in un nuovo e terrificante scenario, in bilico tra passato e presente. Grazie a un invito, rigorosamente virtuale, del publisher Bandai Namco abbiamo osservato da vicino questo nuovo appuntamento con l'orrore e siamo pronti a raccontarvi tutto quello che abbiamo scoperto.
Caccia alle streghe
Innanzitutto, The Dark Pictures Anthology: Little Hope vi immergerà in un contesto horror molto affascinante: una cittadina del New England, Little Hope appunto, nasconde torbidi e misteriosi segreti legati alla caccia alle streghe avvenuta nel diciassettesimo secolo (più precisamente nel 1692) proprio in quelle zone.
Se il passato si dimostra piuttosto turbolento, anche il presente non è da meno: il gruppo dei protagonisti infatti, nei giorni nostri, si ritrova a venire a contatto con Little Hope a causa di una deviazione stradale a causa di un incidente e da quel momento le vite di Taylor, Daniel, John, Andrew e Angela non saranno più le stesse. In un incrocio tra presente e passato dunque, scopriremo che i torbidi peccati della caccia alle streghe hanno avuto ripercussioni sull'oggi, con i fantasmi di un'epoca lontana legati a doppio filo alle vite dei protagonisti.
Quello che abbiamo visto ci ha proposto a livello narrativo un horror più maturo rispetto a Man of Medan: un horror maggiormente influenzato da opere come Silent Hill, Blair Witch e The Omen che vuole portare in forma videoludica un mix di storia e leggende che potrebbero essere una interessante chiave di volta per la serie.
Quello che ci lascia ben sperare è il profondo lavoro di ricerca storica che il team di sviluppo ha fatto per proporre questa trama, con una cura per il dettaglio e per la fedeltà riposta non solo nelle ambientazioni del 1692, ma anche nei costumi e nella scelta degli attori che caratterizzeranno i protagonisti. Narrativamente, The Dark Pictures Anthology: Little Hope ci è sembrato solido, ben ideato sia a livello teorico che pratico (abbiamo visto anche il prologo giocato), con le interpretazioni di attori quali Louise Atkins, Martin Walsh e Adam Jowett oltre che Will Poulter, vera star del cast dietro ai protagonisti, che hanno saputo dare, per quanto potuto vedere, una forte personalità alle loro controparti virtuali.
Scelte cinematografiche
Se dunque a livello teorico e narrativo il titolo rivoluziona quanto visto in Man of Medan, a livello di gameplay il gioco rimane pressocché il medesimo: in terza persona, tutto basato sull'esplorazione delle ambientazioni, sulle scelte in-game (anche pesanti a livello morale) e su una corposa presenza di QTE.
Le modifiche apportate alla struttura del titolo riguardano più che altro la gestione della telecamera e l'interfaccia: la prima ora sarà più centrale e non sulla spalla del giocatore, permettendo una gestione più registica dell'azione e più in linea con le volontà dello studio di avvicinarsi a un'opera cinematografica. La seconda invece sarà più pulita, minimalista, ma allo stesso tempo più informativa nei momenti salienti: con indicazioni dell'arrivo di momenti QTE qualche secondo prima, con una indicazione più visibile, ma meno invasiva dei prompt di interazione e di informazione contestuale.
Anche a livello di modalità, il titolo ripropone le stesse scelte del predecessore con la coop locale presente, la modalità storia condivisa online che ritornerà e la possibilità di giocarlo in singolo senza problemi.
Le due versioni: Theatrical Cut e Curator's Cut si uniranno nella storia condivisa dando al giocatore due la prospettiva di un altro personaggio: ad esempio nel prologo che abbiamo giocato al giocatore due veniva affidata la Curator's Cut con la prospettiva di Tanya mentre al giocatore uno veniva affidata la Theatrical Cut con la visione del fratello di Tanya. In singolo, il giocatore può scegliere la modalità in cui giocare (ad esempio scegliendo Curator's Cut avrebbe vestito i panni di Tanya) accedendo così a scelte differenti che aumentano la rigiocabilità. Stando anche a quanto dettoci in un breve dialogo con gli sviluppatori dunque, il titolo punterà ancora molto forte sull'impronta cinematografica e sulla componente coop del titolo.
Il primo approccio con The Dark Picture's Anthology: Little Hope è stato positivo. Ci siamo trovati davanti a un titolo consapevole dei limiti e delle critiche del passato, che offre al giocatore un contesto più maturo e più ramificato in un insieme di storia e leggende che possono dare forza e solidità all'intero pacchetto. A livello tecnico invece, le scelte improntate verso una regia più cinematografica e una interfaccia più pulita e utile ci trovano concordi, nonostante pensiamo ancora che alcune migliorie tecniche, soprattutto al comparto delle animazioni, siano necessarie.
CERTEZZE
- Ambientazione e contesto affascinanti
- Personaggi ben caratterizzati e peculiari
DUBBI
- Si porta dietro i dubbi derivanti dal passo falso del predecessore