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The Division 2: il provato della beta privata

Abbiamo passato il weekend in compagnia di The Division 2, provando campagna, Zona Nera ed endgame.

PROVATO di Rosario Salatiello   —   11/02/2019
Tom Clancy's The Division 2
Tom Clancy's The Division 2
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Il primo The Division è stato un gioco di cui si è parlato a lungo. Dopo essere stato atteso da molti giocatori come il candidato numero uno a rivaleggiare con Destiny, il titolo firmato Ubisoft si rivelò infatti più che buono nel percorso che portava fino all'ultimo livello, per poi scoprire il fianco ai detrattori con un endgame che presentava diverse lacune. Se si è parlato a lungo di The Division il merito va comunque dato a Ubisoft, perché dopo aver preso atto delle critiche gli sviluppatori non hanno abbandonato la loro creatura, continuando a lavorarci fino a renderla un'opera completa come ci dicevamo un anno fa. Purtroppo oltre il tempo massimo per ottenere il successo sperato al lancio, avvenuto nel marzo 2016, lasciando comunque ben sperare per quello che sarebbe stato l'inevitabile seguito. Il momento di provarci di nuovo è quasi arrivato: The Division 2 giungerà infatti nei negozi solo il prossimo 15 marzo, ma Ubisoft ha permesso nel frattempo a chi lo aspetta - o almeno a qualche fortunato tra questi - di sperimentare i contenuti del gioco grazie alla beta privata. Abbiamo partecipato anche noi alle danze nel fine settimana, ed ecco il resoconto del nostro giro in quel di Washington.

The Division 2 Campagna Pve 7

Gameplay: come prima, più di prima

Anche se qui su Multiplayer abbiamo più volte avuto l'occasione di toccare con mano The Division 2, per chi vi scrive la beta privata è stata la prima occasione d'incontro diretto con questo gioco. Possiamo quindi confermare ancora una volta la sensazione di familiarità che si prova sin dai primi attimi passati in compagnia di The Division 2: basta aver passato un po' di tempo con il primo capitolo per entrare nelle dinamiche di questo secondo. Giusto il tempo di riacquisire le nozioni dei controlli, per poi dare uno sguardo alle piccole differenze che gli sviluppatori hanno introdotto più che altro nel modo in cui avviene la crescita del personaggio e della base operativa. Nella beta erano disponibili due missioni principali, le stesse già viste nell'ultimo provato ambientate nell'hotel Grand Washington e nel Jefferson Trading Center. Anche per questo tipo di contenuto le dinamiche restano grosso modo le stesse di The Division, portando un gruppo composto da un massimo di quattro giocatori ad affrontare ondate di nemici dalla difficoltà crescente, fino allo scontro con un boss finale supercorazzato e i suoi scagnozzi. Le cose iniziano ad apparire un po' diverse quando si provano a compiere alcuni movimenti effettuabili in passato, notando quella che sembra una maggiore pesantezza dei personaggi nel passare da una copertura all'altra. Bisogna quindi valutare con cautela i passaggi da effettuare durante un combattimento, ponendo quindi maggior attenzione al fattore tattico rispetto all'attacco a viso aperto. I nemici si dimostrano abbastanza furbi, tentando spesso l'accerchiamento con un approccio un po' meno passivo rispetto al passato e i nuovi gadget a loro disposizione. Il resto è più o meno ereditato da quello che era stato fatto per The Division, in particolare nelle ultime versioni del gioco: dimenticate quindi i nemici assorbi-proiettili della primissima ora, anche se naturalmente per sconfiggerli dovrete darvi da fare nel penetrare la loro corazza consumando qualche caricatore.

Dark Zone ed Endgame

Parlando di familiarità, la stessa sensazione si avverte entrando nella Zona Nera, che a differenza del primo The Division vuole candidarsi sin da subito a diventare un posto dove passare ore di gioco. Le dinamiche PvPvE restano sostanzialmente le stesse, comprese le amate/odiate estrazioni, con qualche aggiustamento legato alle modalità di gestione degli agenti Rogue. Una serie di scelte derivate dall'esperienza fatta col primo The Division, dove troppo spesso ci si ritrovava a diventare traditori senza volerlo: dato che l'intenzione adesso va espressa in modo diretto, l'eventuale fuoco amico accidentale non basta a passare al Lato Oscuro. Considerando quanto le vecchie dinamiche erano state abusate da persone che si mettevano sulla nostra linea di tiro solo per farci diventare Rogue, basterebbe questo e poco altro per promuovere la Zona Nera di The Division 2, sulla quale Ubisoft non vuole commettere di nuovo gli stessi errori. Così come con l'endgame, di cui nella beta ci è stato offerto un assaggio: una volta completata la seconda missione principale, il gioco sbloccava tre personaggi specializzati da usare in uno scontro di tipo Invasione, riproponendo il Jefferson Trading Center come scenario. In questo caso, però, i nemici coinvolti erano appartenenti ai Black Tusk, la fazione che entrerà in gioco una volta che avremo raggiunto il livello finale. Oltre a renderli inediti nel panorama di The Division, il loro largo impiego di tecnologia robotica tramite droni e altri mezzi non umani gli permette di rappresentare un osso davvero duro in battaglia, dove dovremo darci da fare per sopravvivere. Non a caso abbiamo dovuto riprovare più volte alcuni passaggi della missione prima di riuscire ad avanzare: anche se i mezzi a nostra disposizione erano limitati, appare chiara l'intenzione di Ubisoft di voler tarare la difficoltà di The Division 2 verso l'alto rispetto al passato, soprattutto per quanto riguarda le dinamiche di fine gioco.

The Division 2 Campagna Pve 1

Progresso e abilità

Le differenze più evidenti tra The Division 2 e il suo predecessore risiedono nel modo in cui avviene la crescita, sia per quanto riguarda il nostro personaggio sia per la base. Come nel primo capitolo, il centro operativo (in questo caso la Casa Bianca) è l'hub dal quale gestire un po' tutte le attività, comprese quelle che ci riguardano in prima persona. La figura del Quartiermastro è infatti stata introdotta per acquisire abilità tramite i punti Shade ottenibili tra missioni principali e secondarie, sbloccando così gli elementi di supporto per il nostro personaggio. Come in passato ognuno di essi ha una sua specializzazione: per esempio la torretta può essere configurata in modalità assalto, cecchino o sputafuoco. Purtroppo le abilità presenti nella beta erano limitate a un numero di tre, comprendendo la torretta appena citata, la mina a ricerca e il drone, utilizzabile oltre che per attacco e difesa anche per la cura. L'abilità speciale che in The Division veniva attivata con la pressione combinata di L1 e R1 in The Division 2 lascia spazio a un'arma speciale, in grado di fare la differenza se usata bene. Il personaggio che abbiamo usato nella missione endgame aveva per esempio una balestra a dardi esplosivi in grado di infliggere una certa quantità di danni ad area, ma dobbiamo dire che non ci è stato possibile usarla a dovere a causa delle poche munizioni messe a nostra disposizione. Ci auguriamo che nella versione finale il drop di rifornimenti per le armi speciali sia un po' più generoso. Nel percorso verso il livello massimo, il giocatore può sbloccare alcuni vantaggi di volta in volta, usando i punti a sua disposizione: si può per esempio acquisire un bonus sui punti XP con un'uccisione con colpo alla testa, portare con sé più oggetti di un determinato tipo, e così via. Passando invece al potenziamento della struttura, The Division 2 offre diverse possibilità al giocatore: oltre al centro nevralgico e ai vari rifugi troviamo adesso anche alcuni avamposti, dai quali acquisire nuovi contenuti e reclutare le figure chiave che vanno a popolare il quartier generale. Nella beta era per esempio possibile attivare la modalità fai da te solo dopo aver portato alla Casa Bianca uno dei personaggi presenti nella struttura secondaria visitata a inizio gioco.

Grafica e sonoro: da New York a Washington

Dato che lo spazio è tiranno e non ci permette di entrare nel dettaglio di alcuni aspetti come vorremmo, vale la pena dedicare quest'ultimo paragrafo al modo in cui Ubisoft ha messo in piedi l'ambientazione di The Division 2. Un compito per niente facile, vista la presenza alle spalle di una città unica al mondo come New York. Rispetto alla Grande Mela, Washington ha senza dubbio un minor fascino da offrire, nonostante sul suo territorio sia comunque possibile individuare alcuni monumenti importanti come la Casa Bianca, il quartier generale della Divisione. La scelta di Ubisoft è stata quella di abbandonare le strade innevate di New York per presentare una Washington più variopinta e "primaverile", dove la vegetazione inizia a prendere il sopravvento sulle opere umane. Le strade sono arricchite di dettagli, così come ci sembra sia stata dedicata una maggiore attenzione alle ambientazioni all'interno. Non sappiamo se a causa di questo scenario più colorato o come precisa scelta di Ubisoft, ma dobbiamo segnalare una certa difficoltà a individuare i nemici con lo sguardo durante gli scontri. Con le altre abilità a nostra disposizione avremo forse modo di marcarli in modo più efficace, ma nella beta ci siamo ritrovati spesso a non sapere da dove provenissero i proiettili che passavano sulla nostra testa. Un ultimo passaggio sull'aspetto prettamente tecnico, legato al nostro primo incontro con The Division 2 su PlayStation 4 Pro: la versione del gioco per la console di Sony ci ha lasciati con qualche dubbio in più rispetto alle altre, a causa di un caricamento ritardato delle texture che non avveniva in esse. Assolutamente niente da dire invece sul sonoro, ambito in cui The Division 2 fa ampio sfoggio della sua colonna sonora diventata ormai famosa tra i fan, insieme a effetti vari che danno pienamente la sensazione di essere al centro della guerriglia.

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Il provato della beta di The Division 2 ci conferma l'intenzione di Ubisoft di puntare con questo secondo capitolo soprattutto a chi ha già avuto contatti col primo. Rispetto al suo predecessore, The Division 2 offre infatti tutto ciò che mancava tre anni fa, conservando però intatte grandi parti delle dinamiche al cuore del gameplay di The Division. Bisognerà a questo punto vedere come reagiranno tutti quelli che nel frattempo hanno deciso di dedicarsi ad altri giochi, così come sarà da misurare l'accoglienza riservata a The Division 2 da parte di chi non ha mai avuto modo di giocare al primo capitolo. Le carte in regola per un lancio di successo sembrano esserci, al netto di qualche piccolo problema che potrà essere risolto nelle prossime settimane.

CERTEZZE

  • Contenuti abbondanti sin dal lancio
  • Zona Nera più interessante
  • New York è sempre New York, ma Washington sembra poter fare la sua figura

DUBBI

  • Ottimizzazione e bilanciamento da rivedere
  • Versione PlayStation 4 indietro rispetto alle altre?