Cosa vorremmo in... è una rubrica a cadenza mensile dedicata ai giochi più attesi dal pubblico. Ma rispetto alle tradizionali anteprime, essa tratta l'argomento in maniera più diffusa, immaginando come potrebbe essere un titolo, o come si vorrebbe che fosse, piuttosto di come sarà.
Molto prima del remake di Resident Evil 2, i due The Evil Within hanno costituito per molti fan un bel ritorno alle origini del survival horror. Più il primo, che il secondo, a dire il vero. Ad ogni modo, pur non brillando per originalità, i titoli prodotti da Bethesda Softworks e sviluppati da Tango Gameworks, sono riusciti a conquistare una buona fetta di pubblico, grazie a un'avventura caratterizzata da una storia scorrevole e da un gameplay contaminato da diversi generi, in grado di soddisfare i desideri di molti fan.
Di un The Evil Within 3 purtroppo non si hanno notizie ufficiali, ma considerando quanto abbiamo scritto qualche riga sopra e quindi al fatto che si tratta di un franchise di potenziale e dalle molteplici possibilità, non è da escludere che una volta completati i lavori su GhostWire: Tokyo, Shinji Mikami e i suoi ragazzi possano riprendere in mano la serie per ricatapultarci nel loro "Inferno personale" con un nuovo, allucinato capitolo.
Male Nostrum
Il primo The Evil Within ci ha raccontato la storia del detective Sebastian Castellanos, che suo malgrado finisce all'interno di un vero e proprio incubo "mutante", fatto di allucinazioni, realtà parallele e scene splatter, che a livello di gameplay si trasformava in un mix di generi conosciuti, ma tutto sommato riuscito. Con il secondo capitolo gli sviluppatori hanno adottato una formula analoga, ampliandola. Il gioco riproponeva lo stesso protagonista in un'avventura cronologicamente ambientata qualche anno dopo il finale del primo, alla ricerca delle figlia creduta morta all'interno di un mondo distorto dalla follia di alcuni individui dalle forti tendenze psicopatiche.
Nessun stravolgimento di sorta nel gameplay, ma semplici ritocchi e qualche piccola aggiunta per variare per esempio le mosse d'attacco o di difesa di Sebastian, e renderle più fluide e funzionali, e un level design con meno sezioni lineari e punti di non ritorno, e qualche area aperta più ampia liberamente esplorabile, utili secondo gli sviluppatori per dare un po' di respiro ai giocatori e spingerli a scoprire ulteriori dettagli sulla trama attraverso la ricerca di file e il completamento di missioni secondarie. Un concetto che ci piacerebbe ispirasse l'eventuale progetto The Evil Within 3.
Vorremmo, infatti, che senza stravolgerne troppo la struttura e lo stile, gli sviluppatori ci proponessero un gioco che non sia "solo" azione, sangue e gore, ma qualcosa di più profondo a livello di trama e giocabilità, integrando più momenti di paura. I due The Evil Within fin qui rilasciati riuscivano a istigare una certa tensione al giocatore ma raramente a spaventarlo per davvero. Auspichiamo in tal senso un maggior coinvolgimento emozionale, con momenti drammatici non pilotati o telefonati, colpi di scena credibili e non messi lì tanto per cercare di stupire a caso, e una trama che scavi fino in fondo nella psiche dei suoi protagonisti.
Ombre
Chiaramente un ruolo importante dovrà recitarlo l'atmosfera. Nel primo The Evil Within, più che nel secondo, c'erano sessioni dove si percepiva una situazione di assoluto abbandono. Una tensione spesso dovuta agli scenari, alla presenza minacciosa di figure indistinte che si agitavano nell'ombra, fra corridoi tetri e bui e pavimenti sporchi di sangue. Una situazione disperata alla quale contribuiva certamente anche la presenza di poche munizioni, che costringeva il giocatore a dosare con cura quelle che aveva.
Elementi che vorremmo ovviamente ritrovare anche nel terzo capitolo, sfruttando però nuove tecnologie come per esempio il supporto al feedback aptico del DualSense di PlayStation 5 per amplificare il senso di terrore e immersività del giocatore. Girovagare per luoghi lugubri con in sottofondo i suoni sinistri di qualche mostro nascosto nell'oscurità crea molta ansia già di suo, immaginate quindi di percepirne la presenza anche tramite vibrazioni o movimenti. Di pari passo al concetto di persona costretta a doversi nascondere per evitare il peggio, vorremmo che venisse migliorata la componente stealth, in modo da risultare più credibile e più incisiva ai fini della progressione.
Non ci dispiacerebbe poi avere un po' più libertà di manovra durante l'esplorazione per il completamento delle missioni secondarie. Da questo punto di vista, un po' come in The Evil Within 2, speriamo di imbatterci in tante abitazioni esplorabili non solo dove trovare riparo dalle minacce esterne ma anche segreti da scoprire relativi agli ex occupanti o a chi ancora ci "vive", anche se in forme non più umane, oggetti nascosti e ulteriori missioni extra o combattimenti facoltativi correlati sempre agli abitanti. Una casa infestata, un'altra con uno strano essere in cantina, un'altra ancora con un oscuro segreto da svelare legato al capofamiglia, e così via. Film e letteratura da cui attingere a piene mani per inventarsi scenari interessanti non mancano di certo.
The Evil Within 3
L'avventura vorremo che si svolgesse sempre in terza persona, ma non ci dispiacerebbe un'opzione per poter passare quando si vuole a una visuale in prima persona, che tra l'altro venne introdotta già nel secondo capitolo tramite l'aggiornamento 1.04. Dal punto di vista tecnologico ci aspettiamo ovviamente un sostanzioso miglioramento generale considerando che ormai se il gioco dovesse essere sviluppato, lo sarà per l'hardware delle nuove console in arrivo e per i PC più performanti. Chissà che colpo d'occhio potrebbe venire fuori se Mikami e i suoi riuscissero a sfruttare a dovere le potenzialità delle nuove tecnologie.
Applicandole poi a quel level design e a quella regia in grado di restituire appieno tutta l'atmosfera inquietante e contorta dell'universo da incubo in cui presumibilmente si ritroverebbe il protagonista. In tal senso ci piacerebbe vedere il protagonista impegnato, tra i vari scenari, anche all'interno di una grande villa dall'aria sinistra, non dissimile per esempio a quella della serie televisiva The Haunting of Hill House, e nuovamente in una cittadina, ma stavolta dall'atmosfera più "silenthilliana", se ci passate il termine. Un luogo cupo e decadente, popolato da creature contorte che si muovono nella nebbia.
Questo è quanto ci è venuto in mente per un eventuale The Evil Within 3, che come avrete intuito vorremmo che fosse concettualmente non troppo diverso dai predecessori, se non a livello di rifiniture, di qualità tecnica e di momenti realmente spaventosi, contestualmente a una trama ben articolata. Chiaramente abbiamo cercato di sintetizzare al massimo le nostre idee sull'argomento, focalizzandoci maggiormente su quelli che riteniamo essere dei punti focali dai quali ripartire per creare un capitolo più consono alle nostre aspettative, ma non è detto che non si possano ideare anche altre soluzioni perfino migliori. Voi cosa ne pensate?