I Remnant
Ed è proprio qui, in questa Era che comincia l’avventura di un giovane eroe, Rush Sykes, impegnato nella ricerca della sorellina scomparsa, rapita probabilmente da una malefica organizzazione, ma poi coinvolto in eventi più grandi di lui. The Last Remnant è, almeno inizialmente, ambientato sull'isola di Eulam, terra in cui convivono quattro diverse razze umanoidi: i Mitra, uguali a noi, i Qsiti, piccole lucertole dalle sembianze umane, gli Yama, grossi esseri simili a pesci, ed i Sovanni, creature feline con quattro braccia. La loro esistenza ruota per molti aspetti, come accennavamo parlando poco fa di trama, attorno ai Remnant, e per l’esattezza ai rari frammenti che di essi sono rimasti nel mondo. Quasi ogni città ne ha uno e attorno ad essi spesso le popolazioni prolificano beneficiando proprio dei poteri dell’artefatto magico. E’ il caso di Athlum, cittadina che possiede ad esempio quello chiamato "Valeria Heart", grande quanto una piccola montagna e a forma di spada, dal potere straordinario. Questo Remnant è in grado di infondere un enorme coraggio ai guerrieri della città prima delle battaglie o in tempi di pace rifornisce la cittadinanza di abbondante acqua.
Il Battle System
Ciò che però sembra al momento interessare più di ogni altra cosa gli addetti ai lavori e gli appassionati del genere pare essere il particolare sistema che gestisce le battaglie nel gioco. Esso può essere sinteticamente definito come un incrocio fra un Gioco di ruolo, uno strategico e un action (Dynasty Warriors). Tutto questo ben di Dio tecnico si alterna infatti in particolare proprio in questo unico frangente. Ma come si mescolano fra di loro queste tre tipologie di gioco? Durante lo scontro il videogamer prende il controllo di un vasto gruppo di individui che può comandare attraverso un semplice schema di controlli. Nel gioco ci saranno infatti fino a settanta unità contemporaneamente sul campo a darsi battaglia fino all’ultimo sangue. Una volta iniziato il combattimento è possibile eseguire svariate azioni in tempo reale, alcune dirette, cioè controllando il Pg come in un normale adventure-picchiaduro, altre con l’ausilio dei pulsanti del pad da premere rapidamente appena la sua controparte appare sullo schermo (sul modello per intenderci dei Quick Time Events di Shenmue). Ancora si possono eseguire combo concatenando determinate azioni di attacco, siano esse magiche o fisiche ed è anche possibile chiamare dei rinforzi attraverso sempre i tasti del joypad (probabilmente è possibile assegnare ad ogni pulsante un particolare plotone di soldati o una singola creatura). In questo caso bisogna fare attenzione al cosiddetto “Morale meter”. Posta in alto sullo schermo questa barra risente infatti di ciò che avviene in quel determinato momento, ed è determinante per l’esito finale dello scontro. Se ad esempio i nemici invocano in loro aiuto una creatura mostruosa (perfino gli stessi Remnant), ecco che il loro morale si alzerà a discapito delle nostre unità, che invece si sentiranno quasi perdute e intimorite a causa del nuovo arrivato. Viceversa se è il videogiocatore a richiamare nuovi soldati o un alleato imponente, ecco che gli avversari ne risentiranno in negativo.
Atipico ma intrigante
Tecnicamente questo "calo di morale" dovrebbe tradursi in una minore resistenza da parte dei nemici agli assalti, alcuni dei quali potrebbero perfino darsi alla fuga lasciando in balia dei nostri uomini i loro sventurati compagni d'arme. Da segnalare che non sono previsti combattimenti casuali, ma tutto avverrà come in Final Fantasy XII, cioè nemici sullo schermo e scontro che inizia quando vi si entra in contatto visivo o fisico. Come accennato nell’introduzione, il gioco fa uso dello splendido Unreal Engine 3 per la grafica. Anche se ancora incompleto, The Last Remnant lascia già intravedere un notevole dettaglio estetico. In questo senso basta guardare il filmato in Real-time che è stato mostrato da Square-Enix in occasione ad esempio del suo “party” di inizio estate, e cioè quello che mostrava il protagonista in giro all’interno di una foresta perfettamente ricreata in ogni dettaglio, dal fogliame ai tronchi fino agli effetti particellari e luminosi. Tra l’altro anche le città di Athlum e Nagapur appaiono ottimamente realizzate con uno stile artistico che prevede la fusione di elementi orientali con quelli occidentali. In attesa di saperne di più al prossimo TGS 2007, insomma, di carne al fuoco questo nuovo franchise di Square-Enix sembra averne tanta. Grazie ad un gameplay “diverso” e una realizzazione tecnica generale “next-gen” The Last Remnant, la cui uscita è prevista simultaneamente in Giappone e Stati Uniti in data da definire, potrebbe davvero rivelarsi come una piacevole novità nel panorama dei giochi di ruolo.
L’iperattiva Square-Enix sembra proprio non conoscere momenti di pausa. Sono infatti tantissimi i progetti che la sofcto nipponica ha in cantiere per i prossimi mesi e per tutte le piattaformi esistenti, sia “old” che “next-generation”, per allargare il proprio bacino di utenza e nel contempo creare nuovi marchi in grado di competere con i già affermatissimi Final Fantasy e Dragon Quest. The Last Remnant vuole essere proprio questo, l’inizio di un nuovo brand multi-piattaforma in grado di attrarre sia i vecchi appassionati del genere, sia nuovi potenziali videogamers, rinfrescando nel contempo un genere che concettualmente non offre molti spazi ai cambiamenti radicali. Di fatto questo è un gioco un tantino atipico per lo stile Square, a partire dalla mescolanza di generi che compongono l’inedito battle-system, come vedremo più avanti, fino all’utilizzo del potentissimo engine grafico Unreal 3 che dovrebbe garantire un comparto visivo di notevole fattura. Ma diamo un’occhiata alla trama o a quel po’ che di essa è emersa i questi mesi. Tanto tempo fa, il mondo era pieno di “Remnant”, misteriosi artefatti magici di un’antica civiltà in grado di trasformarsi da oggetto, arma o macchina a mostro. Ma con il passare del tempo, i poteri di questi oggetti speciali, o di ciò che ne rimaneva, loro malgrado, iniziarono ad alterare il delicato equilibrio che si era venuto a creare nel pianeta. La disparità fra la classe al potere e il popolo comune si fece sempre più marcata, fino a far scoppiare nuovi conflitti, causati dalle stesse persone che desideravano così ardentemente il potere e i frammenti magici che gli avrebbero garantito una forza devastatrice, dominante.