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The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom, abbiamo provato un potenziale capolavoro di Nintendo

Abbiamo provato The Legend of Zelda Echoes of Wisdom: non è solo il primo capitolo con Zelda protagonista, ma un potenziale capolavoro che mescola passato e futuro della saga.

PROVATO di Lorenzo Mancosu   —   04/09/2024
Zelda in Echoes of Wisdom
The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom
The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom
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Qualche settimana fa Shigeru Miyamoto ha rilasciato una serie di dichiarazioni volte a delineare il futuro che immagina per Nintendo: a quanto pare, è desiderio della compagnia riuscire a produrre ogni tre anni un nuovo grande classico che riesca a vendere almeno trenta milioni di copie. Se fossero state pronunciate da qualsiasi altro attore dell'industria, queste parole avrebbero rischiato di passare come il frutto di un delirio, ma analizzando l'andamento di Switch si prende coscienza del fatto che si tratta di un traguardo che la Grande N ha già ampiamente raggiunto. Nessuno come lei, nel corso dell'ultima generazione, è riuscito a valorizzare così tanto i propri marchi di bandiera, abituando sì il pubblico ad aspettarsi degli enormi colossal, ma accompagnandolo al tempo stesso sulle sponde di produzioni più contenute ed egualmente impattanti.

Ci vogliono anni per produrre giganti del calibro di Breath of the Wild e Tears of the Kingdom, ma nel frattempo gli ingranaggi della creatività non cessano mai di muoversi, portando il grande macchinario giapponese a sfornare un flusso costante piccoli e grandi diamanti. È proprio ciò che sta succedendo dalle parti di quello studio Grezzo di Koichi Ishii che, dopo aver lavorato all' eccellente rifacimento di Link's Awakening, tornerà a cimentarsi con la saga di Zelda, questa volta sotto la supervisione diretta del produttore della serie Eiji Aonuma. E lo farà, per la prima volta nella storia di Hyrule, poggiando sulle spalle della principessa più famosa del mondo un pesantissimo mantello da protagonista.

Spezzare i confini del videogioco

Prima ancora di introdurre la narrazione, l'impatto sul palcoscenico della principessa Zelda e il contesto specifico di quest'avventura, bisogna parlare del gameplay di Echoes of Wisdom, perché lui è il principale linguaggio scelto da quest'opera per comunicare al giocatore un messaggio fondamentale: in questa versione di Hyrule non esiste alcun genere di confine.

Di solito siamo abituati a videogiochi dall'alto in cui i muri sono confini: Echoes of Wisdom rompe quei confini
Di solito siamo abituati a videogiochi dall'alto in cui i muri sono confini: Echoes of Wisdom rompe quei confini

Affrontando videogiochi legati a questa particolare gestione dell'inquadratura bisogna sempre convivere con la sensazione di trovarsi all'interno di una specie di piccolo diorama nel quale esistono limiti invalicabili, convincendosi in più d'un occasione che, per proseguire in determinate direzioni, sia necessario ottenere un'abilità ben specifica celata più avanti nell'avventura. Echoes of Wisdom spezza completamente queste regole e frantuma la struttura legata all'impostazione dall'alto: sfruttando la totale libertà riservata al giocatore, è possibile aguzzare l'ingegno e abbandonarsi alla creatività per raggiungere qualsiasi superficie del regno in qualsiasi momento dell'esperienza.

La demo si apriva all'interno di una cella in cui la principessa Zelda si trovava rinchiusa poiché accusata di avere a che fare con gli squarci dimensionali che hanno spezzato il regno: all'interno della stanza non c'era alcuno strumento degno di nota, al di fuori di un piccolo comodino riposto in un angolo. Ma sfruttando il potere della fata Tri e il bastone magico di cui è dotata la protagonista, è possibile memorizzare un numero infinito di oggetti della scenografia - ovviamente compreso il sopracitato comodino e persino i mostri di Hyrule - per poi riprodurne delle copie il cui numero massimo è limitato esclusivamente dal potere magico della creaturina. In poche parole, riprodurre ciascun oggetto costa un certo numero specifico di punti magia, dunque se ne possono evocare delle copie solo fintanto che Tri ha abbastanza riserve magiche.

Immagazzinando un comodino è possibile riprodurlo finché Tri ha punti magia per crearsi delle comode scale per evadere
Immagazzinando un comodino è possibile riprodurlo finché Tri ha punti magia per crearsi delle comode scale per evadere

La soluzione del primo enigma diventava dunque semplicissima: dopo aver immagazzinato il comodino nella memoria del bastone magico, non restava altro da fare che aprire il relativo menù, selezionare l'oggetto desiderato e costruire una comoda scaletta fatta di comodini per evadere attraverso un foro nella parete della prigione.

Il fatto è che, da quel magico momento in avanti, il mondo virtuale non ha cessato nemmeno per un istante di introdurre nuovi oggetti, nuove situazioni e nuovi mostri, trasformando il reame in un immenso sandbox nel quale costruire ponti fatti di soffici letti, materializzare macigni proprio sopra la testa dei nemici ignari lasciando svolgere alla gravità il resto del lavoro, ma soprattutto sfruttare le continue interazioni fisiche e chimiche fra i mostriciattoli e lo scenario per generare interazioni inaspettate.

La lettura dello scenario diventa l'ingrediente principale di una ricetta a base di creatività, nella quale esistono mille modi per affrontare le situazioni. O, più semplicemente, un bel letto
La lettura dello scenario diventa l'ingrediente principale di una ricetta a base di creatività, nella quale esistono mille modi per affrontare le situazioni. O, più semplicemente, un bel letto

Il più grande colpo di genio dello studio Grezzo risiede nel fatto che Echoes of Wisdom riesce a rivelarsi anche uno straordinario "monster collector": vagando per le ambientazioni non si può fare a meno di desiderare d'incontrare nuove creature da sconfiggere e "catturare", perché ciascuna di esse è dotata di caratteristiche totalmente uniche, fra gelatine infiammabili capaci di accendere il fuoco ove necessario, ragni che tessono tele sulle quali la principessa si può arrampicare, armadilli rotolanti utilissimi per attivare interruttori altrimenti irraggiungibili e persino pipistrelli ai quali aggrapparsi per planare dolcemente oltre un dirupo.

Ovviamente, questa caratteristica si traduce anche nella spina dorsale del sistema di combattimento di Echoes of Wisdom: certo, la fisica e la chimica restano armi potentissime, i nemici si possono seppellire sotto colpi di pietre, ma la principessa Zelda può semplicemente evocare un paio di Grublin armati di lancia, coordinare tre pipistrelli in un attacco combinato o addirittura comandare cavalieri oscuri riesumati dalle segrete più remote, preservando sempre il concetto fondamentale della libertà e preparando il terreno per un'enorme numero di sinergie e situazioni emergenti.

Echoes of Wisdom è anche un monster collector: ogni mostro ha delle abilità uniche e catturarli tutti fa parte dell'esperienza
Echoes of Wisdom è anche un monster collector: ogni mostro ha delle abilità uniche e catturarli tutti fa parte dell'esperienza

In poche parole, non ci siamo imbattuti nemmeno una singola volta, eccezion fatta per la piccola cella iniziale, in una cornice che richiedesse una singola soluzione predefinita per poter proseguire, scoprendo - come già era accaduto dalle parti di Tears of the Kingdom - che è persino possibile "rompere" i tutorial introduttivi, perché il videogioco ne è consapevole e non mancherà assolutamente di ripresentarli non appena sarà necessario.

Tears of the Kingdom incontra A Link to the Past

Introdotti i fondamenti del gameplay - già, perché si tratta solo dei fondamenti - risulta molto più semplice approcciare la struttura di Echoes of Wisdom, un'opera che mira a riportare in un'architettura decisamente più tradizionale la filosofia aperta di Breath of the Wild e Tears of the Kingdom, pur mantenendone intatta la filosofia. L'avventura della principessa Zelda si sviluppa infatti in una versione open-world del regno di Hyrule inquadrata dall'alto nella quale la mappa, gli indicatori e la lista delle missioni sono assolutamente identici a quelli incontrati nelle più recenti fatiche di Link.

Si tratta di un titolo posizionato in perfetto equilibrio fra il passato e il futuro della saga: se la struttura ricorda molto da vicino quella di capitoli come Link's Awakening e A Link to the Past, con l'aggiunta di sezioni bidimensionali che riescono davvero a far brillare gli enigmi ambientali, la libertà garantita dai poteri della fata Tri consente di approcciare i percorsi in maniera del tutto originale, magari ignorando completamente le strade principali lastricate di nemici e utilizzando trampolini, letti o i succitati comodini per raggiungere le zone sopraelevate - quelle che in un "videogioco normale" costituirebbero i confini fra le aree - per esplorare i dintorni e trovare gli immancabili forzieri contenenti Frammenti di Cuore e altri piccoli segreti.

Tutto questo, ovviamente, tenendo a mente che le principali ricompense di Echoes of Wisdom sono in realtà i mostri e gli elementi della scenografia, perché non si sa mai quale strambo oggetto si potrebbe incontrare in un villaggio né quali mostri si nascondano nel sentiero successivo. Ciascuno di questi elementi è destinato ad ampliare l'arsenale della protagonista, regalando al sistema di progressione un sapore molto vicino alla tradizione della serie, basato sul costante potenziamento della principessa e sulla continua apertura di spiragli inediti sul fronte dell'approccio al mondo di gioco.

Il ritorno dei dungeon sarà molto gradito ai veterani della serie
Il ritorno dei dungeon sarà molto gradito ai veterani della serie

Restando in tema di tradizione non si può non menzionare il ritorno dei dungeon classici, che ricalcano ulteriormente la volontà di abbracciare l'intera eredità di Zelda: affrontando il primo Squarcio - questo il nome dei dungeon maggiori posti in bilico fra le dimensioni parallele - abbiamo scoperto una struttura più che mai nostalgica, basata sul recupero della mappa dell'area, la risoluzione interattiva degli enigmi, la raccolta di chiavi, il completamento di stanze che ospitano boss minori e boss, insomma, una formula fondata su tutte le caratteristiche che ci si aspetterebbe di trovare in un labirinto nato sotto la più antica stella di The Legend of Zelda.

Questa è solo la superficie, poi arriva il vero gioco

Ormai vi sarete fatti un'idea piuttosto chiara della natura di Echoes of Wisdom: non importa dove ci si trovi nel mondo aperto, quale enigma si stia affrontando o l'entità dello scontro che si prospetta all'orizzonte, perché è sufficiente osservare l'ambientazione circostante, dare una rapida occhiata alla lista degli oggetti e delle creature memorizzate, e infine utilizzare l'ingegno per affrontare con successo qualsiasi genere di situazione.

L'Attrazione è una specie di Ultramano, il potere dei capitoli più recenti
L'Attrazione è una specie di Ultramano, il potere dei capitoli più recenti

I poteri di Tri, tuttavia, non si limitano assolutamente alla pura e semplice clonazione. Tramite l'Attrazione è possibile legare magicamente la principessa a un oggetto specifico, come per esempio una statua, per muoverlo nei confini dello scenario - un po' come se fosse una specie di piccola Ultramano - in modo tale da liberare passaggi bloccati, attivare interruttori e interagire con elementi altrimenti irraggiungibili. Ma questo è solo l'inizio, perché la variante dell'Attrazione Inversa consente invece di legare Zelda a un oggetto o a un mostro e lasciare che siano questi ultimi a spostare la protagonista in base ai propri movimenti. Se, ad esempio, c'è una voragine sulla quale fluttua una piattaforma semovente, si può usare l'Attrazione Inversa per agganciarsi alla piattaforma e lasciare che trasporti dolcemente la principessa dall'altro lato.

Il limite è la fantasia

Una volta tastate le acque dell'esperienza, si scopre che le possibili applicazioni di questi semplicissimi poteri sono letteralmente illimitate: liberando un armadillo rotolante nel mondo aperto e sfruttando l'Attrazione Inversa si possono attraversare gli scenari in un battito di ciglia, agganciandosi a un pipistrello è possibile svolazzare oltre un burrone, mentre mettendo il guinzaglio a una gelatina infuocata tramite l'Attrazione si ottiene una comoda torcia portatile, tratteggiando una formula di gameplay in cui l'intuizione di un istante può far crollare di colpo quelle che fino a un momento prima si consideravano le regole del gameplay.

Zelda ha qualche asso nella manica...
Zelda ha qualche asso nella manica...

Solo il primo grande boss si può affrontare in dozzine di modi differenti, quasi tutti gli enigmi e gli scenari possono essere attaccati in maniera completamente diversa, in linea generale la sensazione è che persino affidandosi esclusivamente a oggetti di uso comune come barili, letti e massi sia possibile salvare l'intero reame. Ma, ancora una volta, le sorprese non si esauriscono qui: la principessa Zelda, infatti, non è una creatura indifesa costretta a fare affidamento solo sulla forza degli altri, ma può vestire cappa e spada per affrontare a muso duro le sfide più difficili, facendo sfoggio di un potere straordinario... il come e il perché, tuttavia, preferiamo affidarli ancora alla vostra immaginazione, perché ci sono frangenti di Echoes of Wisdom che meritano d'esser scoperti in prima persona.

Lo Zelda con Zelda

Ci sarebbero tantissime altre cose da dire di The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom, ma mai come in questo caso finiscono per perdersi lungo fondali votati alla natura più pura e semplice del videogioco, interamente costruiti attorno al gameplay. Zelda eredita finalmente il ruolo che fu di Link, tramutandosi in una protagonista muta che non solo riflette alla perfezione le atmosfere della serie, ma riesce a piegarle e adattarle alla particolare situazione in essere: questa volta è la principessa a imparare a conoscere indirettamente l'eroe con il cappuccio verde, scoprendo tracce del suo passaggio e indossandone il mantello per nascondersi dagli sguardi indiscreti; le guardie del regno, infatti, si trovano ancora sulle tracce della fuggitiva in un mondo ormai fratturato dai minacciosi squarci dimensionali.

Zelda indossa finalmente l'abito da protagonista, e lo fa alla grandissima
Zelda indossa finalmente l'abito da protagonista, e lo fa alla grandissima

Se il design dell'estetica ricalca quello del remake di Link's Awakening - titolo già a firma dello studio Grezzo - quello del sonoro recupera invece l'ispirazione più recente, presentando effetti, jingle e motivi che si mescolano costantemente con la tradizione della serie. L'unico vero problema? La frequenza dei fotogrammi, che in determinate situazioni presenta cali davvero molto impattanti, lasciando tutte le speranze nelle mani di un'ipotetica patch risolutiva come quella che ha salvato Tears of the Kingdom per il rotto della cuffia.

Ciò detto, queste prime due ore sono state più che sufficienti per tratteggiare un identikit preliminare di Echoes of Wisdom piuttosto completo, un nuovo potenziale capolavoro di Nintendo ricamato attorno alla sintesi fra il futuro e il passato della saga di Zelda.

The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom sembra essere un videogioco incredibile e bastano una manciata di ore di gioco per prenderne coscienza: non si tratta semplicemente del primo capitolo che affida alla principessa Zelda il ruolo di protagonista, ma di un perfetto matrimonio tra le regole tradizionali della saga e la creatività che ha caratterizzato gli episodi più recenti. Offrendo un'esperienza che premia costantemente la fantasia e la libertà - e aprendo anche a una fantastica natura da monster collector - trasforma i panorami di Hyrule e i dungeon classici in una tela bianca sulla quale dipingere di volta in volta soluzioni creative attraverso pure e semplici pennellate di gameplay, presentandosi a tutti gli effetti come l'ennesimo potenziale capolavoro della Nintendo contemporanea.

CERTEZZE

  • Libertà totale nel gameplay limitata solo da creatività e fantasia
  • Adatta le idee più moderne alla formula tradizionale di Zelda
  • Riesce a essere anche un "monster collector" straordinario
  • Animazioni e musiche allo stato dell'arte
  • Nasconde molto più di quello che abbiamo raccontato

DUBBI

  • Pesanti problemi di framerate in determinate situazioni