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The Outer Worlds, i giochi più significativi del 2019

Nella lunga panoramica sul 2019 videoludico non possiamo evitare di menzionare il ritorno di Obsidian con The Outer Worlds

SPECIALE di Giorgio Melani   —   18/12/2019
The Outer Worlds
The Outer Worlds
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Quando è stato annunciato esattamente un anno fa, nel corso dei Game Awards 2018, The Outer Worlds è parso subito un pretendente al titolo di gioco dell'anno, o comunque un prodotto che sarebbe sicuramente rientrato in un elenco dei giochi più significativi del 2019 e infatti eccoci qua. D'altra parte, il suo posto d'onore se l'era già ricavato prima ancora della sua presentazione, quando erano iniziati a circolare i primi e interessanti artwork a tema fantascientifico: l'idea di uno stile del genere applicato al nuovo RPG di Obsidian bastava ad esaltare gli animi dei giocatori, anche perché qualsiasi produzione del team californiano stimola facilmente la curiosità di tutti. Insomma si partiva già con animi notevolmente riscaldati, ma quando è stato lanciato il filmato con The Passenger di Iggy Pop ad accompagnare le scene di quello che è apparso subito come l'RPG in soggettiva che tutti auspicavano, il successo è stato praticamente certificato. L'idea che è corsa subito per la maggior parte dei cervelli è stata "sembra Fallout nello spazio", sostituita progressivamente, con l'acquisizione di ulteriori nozioni, con "questo è proprio quello che sarebbe dovuto essere il nuovo Fallout".

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Le grandi opere d'arte sono una benedizione e una dannazione allo stesso tempo, perché elevano l'autore ma continuano anche a tormentarlo, oscurando qualsiasi altra produzione con la propria lunga ombra. Allo stesso modo, anche un team dal passato importante come Obsidian difficilmente può allontanarsi da Fallout: New Vegas, per l'importanza che questo gioco continua a ricoprire. Per The Outer Worlds il paragone è stato dunque inevitabile, sebbene ingiusto visto che il nuovo RPG cerca di essere qualcosa di diverso, pur riprendendo diversi aspetti strutturali dal gioco sviluppato sotto etichetta Bethesda. Il nuovo RPG non ha probabilmente i caratteri da titolo-evento dell'illustre predecessore, ma ha comunque una sua identità molto definita e apporta al panorama dei giochi di ruolo su computer (e console) una bella dose d'aria fresca, come non se ne vedeva da tempo. La sua sfortuna, per così dire, potrebbe essere il fatto di essere arrivato sul mercato molto vicino a un gioco come Disco Elysium, che colpisce con forza maggiore le convenzioni narrative e gli standard di scrittura videoludica, tanto da mettere in ombra qualsiasi altra cosa, ma ha dalla sua la capacità di essere più godibile sotto molti aspetti, più accessibile in quanto gioco a tutto tondo, anche se costruito sfruttando livelli di lettura diversi, dunque rivelandosi un titolo per nulla superficiale.

Una commedia spaziale

A ben vedere non sono molti gli RPG ad ambientazione fantascientifica usciti di recente sul mercato, perché il concetto stesso si porta dietro una serie di implicazioni in grado di far tremare le gambe ai grandi publisher in termini di dimensioni della produzione, figuriamoci a un team indie e fino a poco tempo fa anche economicamente instabile come Obsidian. Questo perché un gioco di ruolo spaziale implica la costruzione di un universo, nel vero senso della parola: non necessariamente in termini di estensione, ma proprio inteso come mondo pervasivo e coerente in cui ambientare le avventure. Bisogna pensare a mondi e razze aliene, alle implicazioni tecnologiche che derivano dalla rappresentazione di un futuro remoto e in tutto questo metterci dentro anche una storia interessante. Insomma, non è un caso che al di là di Mass Effect e pochi altri, un approccio del genere non venga tentato spesso per un RPG open world. Questo, tuttavia, non ha fermato Obsidian, che ha invece imposto una propria visione particolare dello sci-fi anche per costruire un universo a misura del suo gioco: The Outer Worlds mette in scena mondi fortemente stilizzati perché piegati al taglio particolare imposto dagli sviluppatori. La parodia, che rappresenta l'elemento cardine di tutta l'esperienza di gioco, si riflette anche nella costruzione stessa dell'universo, con i suoi mondi relativamente piccoli ma ognuno fortemente caratterizzato secondo alcuni aspetti specifici e sempre funzionali alla narrazione.

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Anche per questo motivo il gioco di Obsidian è semplicemente geniale: il suo umorismo tagliante scardina allo stesso tempo le convenzioni della fantascienza classica - pur dimostrando sempre di averne un grande rispetto - e del gioco di ruolo open world in generale, essendone però anche un ottimo esponente, per arrivare fino alla parodia della società capitalistica che è poi il tema più evidente nella rappresentazione delle colonie di Alcione. È insomma un continuo giocare con i canoni imposti della categoria videoludica, del genere letterario di riferimento e anche del tipo di gioco targato Obsidian, visto che i caratteri distintivi delle produzioni del team di Irvine sono facilmente riconoscibili anche in The Outer Worlds, come in quasi tutti i loro prodotti. Questa complessità e stratificazione di temi dà già un'idea delle diverse letture possibili per questo gioco, anche senza andare a vedere più di tanto il racconto vero e proprio.

Il nuovo RPG di Obsidian

Oltre ad apprezzare la gestione dei temi e lo stile adottato, in The Outer Worlds c'è semplicemente da divertirsi. Il sistema di gioco ricalca piuttosto da vicino le regole classiche del gioco di ruolo, cosa che appare evidente già dalla costruzione del personaggio e dall'ottimo sistema di gestione dei punti esperienza e dell'albero delle abilità, qui caratterizzato da una serie di statistiche interconnesse che consentono un'evoluzione stratificata e complessa. La creazione del personaggio e le scelte che facciamo in sede di evoluzione, con l'applicazione dei punti esperienza a lo sblocco dei perk, porta a esiti anche molto diversi che si riflettono nel gameplay stesso, come si conviene a un buon RPG di stampo classico. Specializzarsi in un ambito o in un altro apre nuove possibilità di azione e interazione con scenari e personaggi, pertanto è possibile personalizzare in maniera notevole l'esperienza di gioco e anche effettuare run successive affrontando le situazioni in maniera profondamente diversa, anche al di là delle più evidenti scelte che vengono proposte in ambito narrativo, tra dialoghi e quest da seguire o meno.

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Tutto questo si innesta su un RPG in soggettiva che ricorda davvero da vicino gli ultimi Fallout e dunque appare alquanto familiare, cosa che incrementa ulteriormente il senso di sorpresa dato invece dalla nuova ambientazione e dalle novità in ambito narrativo. La possibilità di viaggiare su diversi pianeti si riflette in una varietà di ambientazioni e situazioni che rende sempre stimolante l'esplorazione, supportata dalla particolare rappresentazione dei mondi ognuno dominato da una corporazione che è caratterizzata da un suo particolare approccio al lavoro e ai propri coloni, secondo filosofie di vita e politiche sociali differenti ma tutte fortemente improntate sulla produzione prima di tutto. C'è chiaramente una critica di fondo al sistema capitalistico portato all'estremo ma la parodia di The Outer World scava anche più a fondo, tanto da non banalizzare le scelte e nascondere conseguenze inaspettate anche dietro a decisioni che sembrano portare a risultati scontati. Insomma, pur mancando forse di spunti completamente inediti, il nuovo RPG di Obsidian dimostra ancora una volta le capacità del team in questo ambito e non fa che incrementare l'aspettativa anche per le prossime produzioni, che arriveranno forti della poderosa base economica e tecnologica di Microsoft.