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UBOAT, il provato

Abbiamo provato UBOAT, un simulatore di sottomarino single player dalle grandi promesse, ma che per ora ha davvero molti problemi.

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   22/05/2019

Provare UBOAT trasmette una strana sensazione. Oggi un simulatore di sottomarino viene visto dai videogiocatori come un prodotto esotico, quasi un rumore di fondo dell'industria, ma non è sempre stato così. Ad esempio negli anni ottanta era comune vedere affiancati sulle riviste di videogiochi e nelle preferenze dei videogiocatori titoli enormemente diversi tra loro per tipologia e obiettivi. In particolare il mondo dei computer, molto più libero di quello console, ammetteva sperimentazioni e fughe creative, con tentativi apparentemente assurdi che potevano sfociare in disastri, nel nulla o nella fondazione di interi generi.

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Uno dei giochi più importanti del 1985, oggi poco ricordato perché non ha dietro un produttore hardware interessato a (ri)vendercelo in ogni store che lancia con le sue nuove console, fu Silent Service di Sid Meier per Microprose, un simulatore di sottomarino che si affermò per il realismo grafico e per l'accuratezza con cui riproduceva le operazioni di un vero sottomarino americano della Seconda Guerra Mondiale, pur con tutti i limiti imposti dai sistemi di allora (uscì inizialmente soltanto per computer a 8-bit). UBOAT fondamentalmente nasce dal filone inaugurato da Silent Service, abbastanza florido fino a pochi anni fa, ma ormai lontano dai riflettori e quasi completamente abbandonato dai grandi publisher.

Gameplay

Finanziato tramite Kickstarter nel 2016, UBOAT mette il giocatore alla guida di un Kriegsmarine U-Boot, attivo nell'Oceano Atlantico, durante la Seconda Guerra Mondiale. Più precisamente, è un sandbox in cui il giocatore deve gestire la ciurma del sottomarino, assicurandosi che tutti facciano il loro dovere e allo stesso tempo che rimangano in buona salute, fisica e mentale.

L'intuizione di Deep Water Studios è stata quella di non dare al giocatore il controllo diretto della strumentazione del sottomarino, ma di renderla utilizzabile solo dopo averla assegnata e fatta raggiungere da uno degli ufficiali di bordo di cui si può prendere il controllo. In questo modo tutte le operazioni di bordo assumono un peso molto maggiore. Ma andiamo con ordine. In linea generale l'obiettivo del giocatore è di svolgere le missioni che gli vengono assegnate, cercando allo stesso tempo di non esaurire le risorse a sua disposizione. Più ci si dimostra attivi e capaci, più si ottengono crediti da spendere nel miglioramento del sottomarino e nell'assunzione di nuovo personale di bordo. Le missioni possono essere di diverso tipo e vanno dalla semplice ricognizione, ai combattimenti con altre navi e altri sottomarini. Per adesso purtroppo manca una campagna vera e propria. I compiti che ci vengono assegnati sono generalmente lineari, ma le priorità delle missioni possono cambiare in seguito a eventi inattesi, come malattie a bordo, attacchi improvvisi, relitti restituiti dal mare e così via.

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Gli sviluppatori hanno fatto di tutto per rendere l'Oceano Atlantico di UBOAT il più vivo possibile, nei limiti del genere. Del resto la parte migliore del gioco non è tanto svolgere le missioni, quanto gestire la ciurma. Come dicevamo il giocatore ha il controllo degli ufficiali di bordo, che possono essere gestiti in terza persona, con un semplice sistema punta e clicca, o in prima persona, con un sistema simil-FPS. Scegliere l'uno o l'altro non è solo una questione di preferenze personali, ma di occorrenze di gioco. Spesso infatti bisogna gestire più situazioni contemporaneamente ed è preferibile utilizzare la terza persona così da avere davanti agli occhi la visione complessiva del sottomarino, ad esempio per rifornire la cambusa o per andare alla ricerca di un marinaio nullafacente, mentre in altre occasioni è meglio prendere il controllo diretto dell'ufficiale, ad esempio per usare il periscopio. In linea generale è richiesta una certa flessibilità di approccio, forma mentis cercata esplicitamente dal design che rende le partite più varie, nonostante la monotonia degli spostamenti per mare.

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Questi ultimi vengono gestiti tramite una mappa tattica che consente di impostare la rotta e di variare la velocità del gioco, così da accelerare i viaggi. Va segnalato che per ora alcune strumentazioni possono essere gestite solo dall'intelligenza artificiale, ma questo limite dovrebbe essere tolto con successivi aggiornamenti.

Tanti bug

UBOAT è un titolo promettente, ma allo stato attuale è davvero pieno di bug. Essendo appena entrato in Accesso Anticipato la cosa può non rappresentare un problema per molti, ma è giusto segnalarlo. Durante le nostre sessioni di gioco ce ne sono capitati diversi, alcuni anche gravi. Ad esempio il sistema di guida automatico ci ha fatto finire più volte contro i moli egli altri ostacoli nei porti, tanto che abbiamo smesso completamente di utilizzarlo per le manovre di precisione, affidandoci alle rotte manuali, oppure ci è capitato spesso di avere dei membri della ciurma completamente bloccati. Diversi anche i crash, occorsi in varie occasioni, che ci hanno costretto a riavviare il gioco. Diffusi anche i bug grafici, con in particolare problemi nei cambi di visuale e nelle animazioni dei personaggi. Infine, segnaliamo i lunghi tempi di caricamento, che possono essere particolarmente fastidiosi nelle sessioni di gioco più estese.

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Insomma, se al tutto sommiamo la mancanza di molti contenuti, che arriveranno con i futuri aggiornamenti, UBOAT allo stato attuale richiede di essere giocato da persone davvero tolleranti. Del resto chi volesse giocare con un simulatore di sottomarino moderno in single player avrebbe poche altre possibilità, visto che il quasi contemporaneo, meno accessibile, ma generalmente migliore Wolfpack, è incentrato sulla modalità cooperativa.

UBOAT ha dalla sua la fortuna di non avere molta concorrenza sul mercato attuale. Così, pur di fronte ai suoi molti problemi, in particolare i numerosi bug, è difficile non consigliarlo agli appassionati del genere, orfani dei vari Silent Hunter e affini. Insomma, allo stato attuale il titolo di Deep Water Studio andrebbe comprato anche solo per garantire al genere di continuare a esistere e agli sviluppatori di avere abbastanza fondi per far emergere completamente l'ottimo gioco che comunque hanno realizzato.

CERTEZZE

  • Sistema di gioco interessante
  • Un simulatore di sottomarini single player dopo tanto tempo

DUBBI

  • Attualmente ha davvero molti bug
  • Mancano molti contenuti