Durango: Wild Lands è un progetto che NEXON porta avanti ormai da alcuni anni, anche se il gioco è stato protagonista di un lancio globale solo pochi giorni fa. La versione che abbiamo provato per questa recensione può dunque vantare un gran numero di aggiornamenti, contenuti e rifiniture che il team di sviluppo coreano ha avuto modo di implementare nel corso del tempo, espandendo i confini dell'esperienza originale verso territori inesplorati e arricchendo ulteriormente il pacchetto di feature e sfaccettature. Quello che di certo non è cambiato è la capacità del titolo di destabilizzare, proponendo una fase introduttiva che si rivela poi molto diversa dalle meccaniche con cui avremo a che fare per la maggiore.
Tutto comincia in pratica nel vagone di un treno: ci sono diversi personaggi seduti e ci viene chiesto di sceglierne uno sulla base delle sue caratteristiche fisiche. A quel punto potremo muoverci da una carrozza all'altra utilizzando un efficace sistema di controllo con stick analogico virtuale invisibile e riposizionabile, interagire con alcuni PGN e prendere un minimo di confidenza con elementi strettamente survival, come il bisogno di soddisfare fame e sete. Dopodiché succede letteralmente il finimondo: il treno viene attaccato da quella che sembra essere un'orda di dinosauri, dobbiamo imbracciare un'ascia per cercare di salvare una ragazzina ma è tutto inutile, visto che compare un enorme tirannosauro che squarcia le pareti del treno e causa un deragliamento.
Gameplay e struttura
Quando il nostro personaggio si risveglia, ha un'amara sorpresa: non si trova più nel mondo che conosce, bensì in una sorta di dimensione alternativa, una terra preistorica selvaggia e ostile, popolata appunto dai dinosauri. Viene raccolto e curato da una ragazza che gli spiega dove si trova e cosa dovrà fare per sopravvivere, nella fattispecie seguire le sue indicazioni e completare missioni man mano più complesse per salire di livello, costruire armi e oggetti, nonché interi insediamenti nell'ottica social dei clan e con declinazioni mirate anche al PvP. Il primo impatto con questa fase, dicevamo, è destabilizzante e sottolinea come il concetto di narrazione venga affrontato in maniera quantomeno bizzarra dagli autori coreani, ma al contempo ci pone di fronte all'aspetto migliore di Durango: Wild Lands, ovverosia il comparto tecnico.
Non abbiamo visto come fosse il gioco ai tempi dell'uscita in Corea, ma lo spettacolo che si para dinanzi ai nostri occhi oggi è senz'altro notevole: i personaggi vantano animazioni molto fluide, il livello di dettaglio generale è eccellente, la resa visiva dell'acqua è davvero valida e, in generale, si ha la netta sensazione di trovarsi di fronte a una produzione ad alto budget; qualcosa che in ambito mobile non succede spesso, insomma. Certo, quando ci si muove nelle zone più interne della mappa la situazione cambia inevitabilmente per via della ripetizione di determinati asset e la comparsa di strutture un po' generiche, ma basta imbattersi nei primi dinosauri per notare quanta cura gli sviluppatori abbiano posto nella realizzazione della grafica e del sonoro.
Quest'ultimo è caratterizzato da una colonna sonora discretamente epica, dal taglio cinematografico, e da dialoghi parlati in inglese con un livello di recitazione sufficiente. È chiaramente un peccato che manchi ancora l'italiano per i testi, visto che nelle prime ore è un continuo sciorinare di informazioni e scambi che risultano un po' pesanti. Quando tuttavia si familiarizza con l'interfaccia, che rimane comunque un po' dispersiva, e si iniziano a inanellare le missioni, le cose ingranano e ci si rende conto del potenziale del gioco, specie se si ha la passione per le esperienze survival. Gli incarichi tendono a ripetersi, ma il sistema di combattimento vanta uno spessore inaspettato e ci sono decine e decine di abilità sbloccabili con cui arricchire il proprio repertorio, nell'ambito di una progressione parecchio corposa, che quantomeno nelle prime ore non pone limiti per via del formato freemium.
Conclusioni
Durango: Wild Lands è un survival di grande spessore, che vanta una realizzazione tecnica di eccellente qualità (sebbene la grafica possa scadere nel generico durante le fasi esplorative), un sistema di crafting molto sfaccettato e una progressione che si dipana all'interno di un percorso ampio e interessante. Alla nuova produzione NEXON sembra non mancare nulla, sebbene l'incipit narrativo lasci un po' interdetti e l'interfaccia continui a risultare poco immediata anche dopo qualche ora, con i tanti dialoghi appesantiti anche dalla mancanza di una traduzione in italiano. Di certo però i controlli touch si rivelano ottimi e i combattimenti nascondono notevoli elementi strategici: merito delle tante abilità sbloccabili che aggiungono manovre e possibilità al repertorio del nostro personaggio.
PRO
- Tecnicamente sorprendente
- Progressione ampia e sfaccettata
- Davvero tanti contenuti
CONTRO
- Interfaccia migliorabile
- Manca una traduzione in italiano
- Missioni talvolta ripetitive