Dopo l'ottimo lavoro svolto nel 2017 con Battlestar Galactica: Deadlock, Black Lab Games torna sulle scene raccogliendo una delle tante eredità degli Space Marine per sviluppare Warhammer 40.000: Battlesector, uno strategico in uscita su PC e console che ci metterà nei panni degli implacabili Angeli Sanguinari o dei Tiranidi, una delle tante meravigliose razze aliene che popolano lo spazio. Ambientato durante la cosiddetta Age of Crimson Dawn (Crimson Dawn che è anche il titolo di un romanzo scritto da C.Z. Dunn), il gioco si racconta attraverso una campagna giocatore singolo della durata di venti missioni nel corso della quale sperimenteremo sulla nostra pelle le conseguenze della Devastazione di Baal: a seguito dell'invasione da parte dei Tiranidi del pianeta natio degli Angeli Sanguinari, questi ultimi sono riusciti a respingere le forze aliene a costo di ingenti perdite. Warhammer 40.000: Battlesector esplora proprio le conseguenze di questo attacco attraverso gli occhi e le azioni del Sergente Carleon, impegnato nella purga di Baal Secundis.
Per contestualizzare brevemente le fazioni in gioco, gli Angeli Sanguinari sono una delle venti Legioni di prima fondazione degli Space Marine e tra i Capitoli di più vecchia fondazione dell'esercito, al servizio dell'Imperatore da migliaia di anni; la loro sete di sangue in battaglia e la maledizione che portano con loro li rendono particolarmente temuti. Dall'altro lato, i Tiranidi sono una razza aliena mossa da un'unica volontà chiamata la "Mente Alveare", i cui ordini sono captati e ritrasmessi dagli organismi Tiranidi più evoluti. Astronavi e armamenti dei Tiranidi sono di natura biologica anziché tecnologica e quando una bioflotta attacca un pianeta, lo consuma fino all'ultima goccia di energia. Sebbene non sia una fazione giocabile nella campagna principale, che ha come nucleo gli Angeli Sanguinari, la modalità Schermaglia permette di calarsi nei loro panni.
Per Sanguinius e per l'Imperatore!
Fatte le doverose premesse per contestualizzare gioco e attori principali, parliamo nello specifico del provato: oltre al tutorial per non arrivare del tutto impreparati alle battaglie vere e proprie, abbiamo avuto a disposizione due diverse sezioni di gioco chiamate rispettivamente "Breach in the Heavenwall" e "Rearm and Resupply", giusto un assaggio rispetto a quanto Warhammer 40.000: Battlesector si propone di offrire. Il gameplay è comunque a qualunque strategico vi sia mai capitato di giocare (con le dovute differenze di ambientazione e personaggi, ovvio) che mette sul campo gruppi di unità, veicoli e singoli leader. Ciascuna unità dispone di un punto azione - tranne i leader - e diversi punti movimento che possono spendere come preferiscono: i primi consentono di utilizzare le abilità offensive ed entrare in modalità Overwatch, focalizzando l'attenzione su un punto a vostra scelta affinché chiunque entri nel campo visivo dell'unità sia accolto da una raffica di proiettili. Non va inoltre sottovalutato il posizionamento delle truppe rispetto al nemico, poiché subire un attacco ai fianchi o alle spalle significa ricevere più danni.
Finito il vostro turno, tocca ai Tiranidi che, per quanto abbiamo visto, sembrano prediligere gli attacchi fisici pur avendo modo di colpirvi anche dalla distanza: sebbene questo avvantaggi gli Angeli Sanguinari da un lato, dall'altro i nemici fanno leva sul numero e sulla resistenza di alcune unità, che se si portano troppo vicine non solo infliggono discreti danni corpo a corpo ma generano anche un'area tossica in grado di avvelenare i nostri soldati. Nel complesso dunque, sebbene entrambe le missioni si siano rivelate piuttosto semplici e volte a farci capire le meccaniche, non erano comunque da prendere sottogamba.
Da strategico qual è, quando si tratta di combattimento tutti hanno la loro parte in Warhammer 40.000: Battlesector, in particolare i leader che fungono soprattutto da supporto per le altre unità. Tra offesa, difesa e supporto, una meccanica in particolare spicca su tutte le altre: il Momentum, ottenibile in diversi modi a seconda della fazione che si sta controllando - nel caso degli Angeli Sanguinari, uccidendo nemici a distanza ravvicinata e incuneandosi nelle forze nemiche, o sfruttando le abilità di un leader. Insomma, il gioco premia un approccio aggressivo e punisce la cautela, sottraendo almeno dieci punti Momentum a turno nel caso di immobilità delle truppe o mancanza di azione in generale. Una volta riempito l'indicatore, potete decidere se consumare tutto il Momentum per ottenere un bonus all'azione oppure potenziare una specifica abilità. Si tratta di una meccanica interessante che può portare a diverse svolte, nonché a ripensare le proprie strategie in base a quale unità sia meglio accrescere il Momentum non potendo farlo con tutte. Ci sono delle scelte da prendere e queste potrebbero ribaltare la situazione sia nel bene sia nel male.
Per quanto visto finora, il gameplay è ben implementato e intuitivo. Abbiamo inoltre apprezzato il fatto che Warhammer 40.000: Battlesector sia un gioco più veloce nell'esecuzione perché non si è obbligati ad aspettare che un'unità finisca la propria azione per dare altri comandi. Mentre quella a cui abbiamo appena impartito un ordine lo sta ancora completando, possiamo dire a un'altra cosa fare: ad esempio, abbiamo provato a spingere avanti un gruppo mentre dalle retrovie un altro faceva piazza pulita dei Tiranidi poco più avanti e ha funzionato. Insomma, anche in questo caso è possibile giocare d'anticipo e vedere come sfruttare al meglio le singole unità combinate tra loro per ottenere vantaggio sul nemico. Un mix di forze che per quanto preimpostato, nella versione finale sarà possibile costruirsi il proprio esercito, ha funzionato molto bene e divertito nelle diverse possibilità che ha offerto anche grazie alla presenza dei Land Speeder.
Entusiasmi sanguinari a parte, Warhammer 40.000: Battlesector non è privo di difetti e si percepisce di aver giocato a una build ancora da perfezionare. I controlli della telecamera possono essere un po' goffi a volte e ci sono stati un paio di problemi minori con gli obiettivi, che non era dove si diceva fossero. Oltre a questo si è percepita una certa ripetizione di fondo nelle due missioni provate, con i nostri Angeli Sanguinari che spiegavano un vero e proprio muro di fuoco oltre il quale nessun Tiranide è mai riuscito a passare. Gli sviluppatori hanno promesso varietà nel gioco completo sia in termini di approccio sia di truppe ed è uno dei punti su cui bisogna spingere di più perché allo stato attuale, per quanto divertente, il gioco non ha offerto quella sfida che le premesse narrative sembravano sottolineare.
Visivamente è piacevole e i modelli sono ben delineati quando si zooma per vederli meglio. Stesso discorso per l'audio, che prevede introduzioni delle missioni doppiate e persino alcune delle unità dotate di alcune linee di dialogo quando vengono selezionate, si muovono o attaccano (niente di incredibile ma fa comunque piacere sentirli "vivi"). Gli effetti sonori delle armi da fuoco o quelle corpo a corpo rendono molto bene l'idea, aiutando l'immedesimazione negli Angeli Sanguinari e nella loro missione di epurare Baal Secundis da qualunque traccia aliena.
Warhammer 40.000: Battlesector sembra proporsi come un gioco sulla falsariga di Sanctus Reach, più rifinito in alcuni punti e con la promessa di una varietà che speriamo venga mantenuta. Gli estremi per un'esperienza divertente ci sono, nonostante allo stato attuale si percepisca un'eccessiva ripetitività e un'assenza di sfida. Stiamo comunque parlando di due missioni sul totale di quelle che compongono la campagna principale, giocate con un esercito preimpostato che potremmo non avere nella versione finale (non così nutrito si intende) e contro una serie di minacce che, a loro volta, potrebbero alla fine risultare ben diverse. Salvo questo e qualche piccolo problema di telecamera, c'è del potenziale per consegnare ai fan di Warhammer una nuova esperienza su cui spendere ore e ore del loro tempo.
CERTEZZE
- Controlli semplici e intuitivi
- Il Momentum apre a diversi approcci strategici
- Promessa di una campagna lunga e impegnativa
- A livello estetico e sonoro si presenta molto bene
DUBBI
- Qualche difficoltà con la gestione della telecamera
- Al momento i combattimenti risultano un po' noiosi