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Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters, il provato di un clone di XCOM che promette scintille

Il provato di Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters, un clone di XCOM che potrebbe rivelarsi una sorpresa per tutti gli amanti del marchio Games Workshop

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   14/04/2022
Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters
Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters
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La serie XCOM di Firaxis è riuscita a rileggere in modo moderno, pur senza distruggerla, quella omonima di Gollop, e ha fatto scuola nel mondo degli strategici a turni contemporanei. Non ha inventato niente, ma ha rifinito e attualizzato così tanto la formula di partenza, sia nelle dinamiche di gioco, sia nell'interfaccia, da aver convinto un po' tutti, tanto da avergli fruttato delle ottime recensioni e, soprattutto, delle ottime vendite, con le seconde che, come al solito, hanno fatto proseliti. Quanti simil XCOM sono usciti negli ultimi anni? Tanti, al punto da sembrare che il genere non possa più prescindere da certe forme, se vuole continuare a fare breccia nel pubblico, le quali vengono replicate ancora e ancora di titolo in titolo.

Il provato di Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters non può esimersi da questo confronto, visto che i punti di contatto con la serie di Firaxis sono davvero molti.

Sistema di gioco

Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters: quest'uomo ci racconterà moltissime cose
Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters: quest'uomo ci racconterà moltissime cose

Sono talmente tanti che quando abbiamo iniziato a giocare ci siamo sentiti immediatamente a casa. Selezionata una delle tre missioni disponibili (due normali e uno scontro contro un boss) ci siamo ritrovati a bordo di una nave spaziale dei Grey Knights, un Capitolo misterioso degli Space Marine, con la possibilità di compiere diverse azioni, prima fra tutte la quella di personalizzare i nostri uomini. Il gioco comprende infatti un completissimo editor di personaggi che consente di alterarne alcuni elementi estetici, quindi senza alcun effetto diretto sul gameplay, modificando caschi, parte della corazza, decorazioni e quant'altro. Finito di armeggiare con i personaggi siamo andati sul ponte della nave a parlare con Fratello Ectar, il comandante, che ci ha dato moltissimi ragguagli sulla mitologia del gioco e sullo scenario che stiamo affrontando.

La nostra missione è quella di fermare il Bloom, un morbo capace di distruggere interi pianeti, che piace particolarmente a un gruppo d'invasati e ai tanti ribelli che girano per la galassia. Purtroppo le poche missioni disponibili non ci hanno consentito di approfondire troppo il lato narrativo, che comunque promette di essere di prim'ordine, visto che è stato affidato ad Aaron Dembski-Bowden, autore della Black Library.

Con la versione finale del gioco dovrebbe essere possibile parlare con più personaggi e modificare l'astronave, oltre che la composizione della nostra squadra d'assalto; tutte opzioni che non c'erano nella versione che abbiamo avuto modo di provare. In effetti ci è stato consentito soltanto di giocare le tre missioni citate, oltre al tutorial (mostratoci a parte), quest'ultimo molto breve, ma davvero intenso, visto che vi succede qualcosa che non mancherà di eccitare i fan di Warhammer 40.000 (non vi diciamo cosa, tranquilli).

Comunque sia, dopo la chiacchierata e l'esame di tutte le opzioni a nostra disposizione, abbiamo avviato la prima missione, durante la quale Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters ha svelato la sua vicinanza alla già citata serie XCOM, fortunatamente pare per il meglio. Scesi su un pianeta in rovina, abbiamo disposto i nostri uomini nell'area di partenza, all'interno di una città ormai spopolata e piena di detriti e macerie. Abbiamo avuto quindi modo di tastare il sistema di gioco, che è incentrato sulla spesa dei punti azione per dare ordini ai nostri soldati, che si muovono uno alla volta. Le mappe di gioco sono divise in quadrati e sono pensate in chiave fortemente tattica. Muovere i personaggi non significa soltanto farli avanzare finché non si stana il nemico, ma posizionarli cercando di coprire tutti i possibili lati, così da non farsi cogliere mai impreparati.

I Grey Knights sono carisma puro
I Grey Knights sono carisma puro

Quindi ci si sposta di riparo in riparo (possono essere completi o parziali, a seconda dell'oggetto dietro cui ci si posiziona), creando delle formazioni con cui i personaggi si coprono a vicenda. Almeno così è come abbiamo giocato noi, memori dell'esperienza maturata con gli XCOM e con altri titoli del genere come Mutant Year Zero: Road to Eden e Phoenix Point. In effetti il sistema di gioco è davvero molto simile a quello degli XCOM, con le uniche differenze che si trovano nelle abilità dei personaggi, diverse per ogni classe, e in parte nella loro progressione, legata ovviamente al mondo di Warhammer 40.000. Arrivati dai primi nemici la somiglianza si è fatta anche più forte.

A quel punto il gameplay si è rivelato come un mix eccellente di tattica e strategia, con il giocatore che è chiamato a gestire il party in modo tale da fargli sterminare gli avversarsi, subendo al contempo meno danni possibili.

Sistema di combattimento

Alcuni nemici sono davvero inquietanti
Alcuni nemici sono davvero inquietanti

Il sistema di combattimento di Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters in sé è davvero interessante, basato com'è sul mescolare armi da corpo a corpo e armi da fuoco. I nemici affrontati nella versione di prova non hanno rappresentato un grosso problema, visto che si sono rivelati molto più deboli dei nostri Grey Knights, che si sono divertiti ad affettarli assalendoli frontalmente, a prenderli a martellate alla bisogna e a crivellarli di colpi dalla distanza. L'intelligenza artificiale ci è sembrata abbastanza reattiva, anche se gli svarioni non sono mancati. Questo è vero soprattutto per i cultisti, che possiamo considerare la carne da cannone dell'esercito rivale (almeno nella loro forma base). In realtà ne abbiamo incontrati anche di più forti, come dei mech, che sono delle vere e proprie spugne per i colpi, grazie alla loro corazza molto resistente e all'enorme quantità di punti salute. Interessante l'uso che viene fatto dei colpi di precisione, che consentono di mirare ai singoli arti così da avere effetti diversi, come la perdita di un'arma o di un arto, così come quello delle abilità di potenziamento o di quelle di supporto, che ad esempio possono regalare dei punti azione a un singolo guerriero o curarlo in caso di ferite.

Il gioco è tatticamente molto interessante
Il gioco è tatticamente molto interessante

In linea di massima, le tre missioni che abbiamo affrontato ci hanno richiesto di avanzare e massacrare nemici, mantenendo in un caso la posizione all'interno di una cattedrale diroccata, e distruggendo delle piante che producono il Bloom in una base remota. Infine c'è stata la missione contro il boss, Aeger, The Benevolent, un grosso bestione con delle corna appuntite impegnatissimo a spargere il morbo sul pianeta, che abbiamo affrontato in un modo completamente diverso rispetto alle altre due missioni. Sostanzialmente lo abbiamo attaccato a testa bassa mirando a ucciderlo il più velocemente possibile per evitare di venire soverchiati dalla sua forza e dalle sue ingenti truppe di rinforzo. Insomma, tre situazioni differenti in tre missioni. Non male, anche se non pensiamo che sarà mantenuta una simile varietà anche nell'edizione finale.

Grafica

Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters sembra offrire una certa varietà
Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters sembra offrire una certa varietà

Dal punto di vista tecnico Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters ci è sembrato ben fatto, relativamente al genere cui appartiene. Le unità sono tutte molto dettagliate, così come gli scenari, che però pagano una mancanza di stile marcatissima. Non fosse per gli elementi tratti da Warhammer 40.000, che gli danno un po' di forza espressiva, visivamente sembra di trovarsi di fronte a un gioco un po' anonimo. Non brutto, badata bene, ma con pochi elementi in grado di stupire o intrigare. Certo, c'è anche da dire che il genere non richiede chissà quale dispiegamento di risorse tecniche e che, comunque, ci siamo trovati davanti a un lavoro realizzato con grandissima competenza. Comunque sia staremo a vedere come sarà la versione definitiva, quando arriverà sul mercato.

Provare Warhammer 40.000: Chaos Gate - Daemonhunters ci ha soddisfatti davvero molto, facendoci sperare che la versione finale arrivi al più presto. Di originale non abbiamo visto nulla, ma potrebbe comunque rivelarsi un ottimo strategico a turni. Ad ogni modo ne riparleremo in fase di recensione, dove discuteremo anche dell'intelligenza artificiale di nemici.

CERTEZZE

  • Lo scenario è appassionante
  • Una buona interpretazione delle meccaniche di XCOM

DUBBI

  • Intelligenza artificiale dei nemici da verificare