Nel mondo di Warhammer ogni scusa è buona per combattere. Pensate che anche un regno selvaggio e inospitale come Ghur, conosciuto anche come il Regno delle Bestie, può diventare terreno di scontro capace di attrarre eserciti come il miele attrae le api. Chi riuscirà a sopravvivere agli scontri che avvengono in uno dei più angusti degli otto regni dei mortali? Per scoprirlo abbiamo provato Warhammer Age of Sigmar: Realms of Ruin, strategico in tempo reale di Frontier Developments che promette scintille... quelle dei martelli che cozzano contro gli scudi, naturalmente.
La campagna single player
La prima parte della versione anteprima di Warhammer Age of Sigmar: Realms of Ruin che ci è stata sottoposta da Frontier Developments, ci ha permesso di provare la prima missione della campagna single player, essenzialmente la mappa tutorial. Probabilmente gli sviluppatori l'hanno scelta sia perché completa e non troppo anticipatoria dei contenuti della versione finale, sia perché ci servivano le basi per poi giocare in multiplayer. La missione in sé era estremamente guidata (del resto è un tutorial) e narrativa, con il sistema di gioco che ci chiedeva via via di compiere diverse azioni per andare avanti, spiegate per filo e per segno e impossibili da fallire. Abbiamo quindi prima guidato un gruppo di Figli Eterni della Tempesta, una delle fazioni, con cui abbiamo potuto studiare il sistema di movimento, quello di combattimento, l'uso delle abilità e alcune meccaniche stealth, senza approfondire nulla (giusto specificarlo), quindi abbiamo dovuto guidare un secondo gruppo formato da eroi molto forti, con cui abbiamo concluso la missione andando alla ricerca del team precedente.
Come intuibile, abbiamo appreso le basi del gioco e nulla più. Quindi ci è stato spiegato che è possibile superare gli avversari più forti cercando di passare inosservati (nel caso si posseggano unità con un'abilità specifica), abbiamo imparato il sistema di conquista e di costruzione, senza però sfruttarlo in alcun modo nel corso della partita e abbiamo padroneggiato l'arte della fuga dagli scontri che si stanno mettendo male. Il tutto intervallato da alcuni filmati di ottima qualità, che ci hanno presentato a grandi linee lo scenario, senza però andare troppo a fondo. Non vale nemmeno la pena di ripetere che, essendo il tutorial, non ci aspettavamo niente di più.
Stando a quanto ci è stato detto, la campagna diventerà progressivamente più difficile (non stentiamo a crederlo) e si aprirà a tutte le fazioni presenti nel gioco. Rimane da vedere quanto sarà guidata e quale sarà l'intreccio delle varie missioni, tutti elementi che rimangono ancora sconosciuti. Ciò che sappiamo è che la storia è stata scritta da Gavin Thorpe - già autore di Black Library - e che Frontier la sta tenendo ben nascosta, sicuramente per parlarne in qualche occasione specifica.
Il multiplayer
Durante la sessione di gioco abbiamo avuto modo di provare anche la modalità multiplayer, giocando tre partite su di un'unica mappa. L'obiettivo era quello di arrivare a controllare più Victory Point dell'avversario, almeno due su tre, in modo da far scendere il suo punteggio a zero (o lui il nostro). Le fazioni disponibili erano soltanto due, sulle quattro che ci saranno nella versione finale: i già citati Figli Eterni della Tempesta e gli Orruk Krudelazzi, i primi possenti, resistenti ma con a disposizione un numero ridotto di unità, i secondi più veloci e numerosi, ma generalmente meno resistenti. In realtà noi e l'avversario abbiamo potuto usare solo i primi per via di alcuni problemi tecnici (capitano in occasioni simili) che non dovrebbero essere presenti nell'imminente beta pubblica, come garantitoci dagli sviluppatori.
Il gameplay in sé è abbastanza tipico di modalità simili già viste in altri RTS, ma con la fisicità e la brutalità tipica di Warhammer. Avviata una partita bisogna sbrigarsi a catturare non solo i Victory Point, ma anche i condotti arcani che garantiscono risorse e possono essere sviluppati per garantire difese, cure e una migliore visione del campo di battaglia. Le risorse accumulabili sono due: Command, spendibile in nuove squadre, nello sviluppo e nell'attivazione delle abilità; e Realmstone, usabile per sbloccare tecnologie e ricerche e per costruire alcune unità. Entrambe le risorse vengono date passivamente, con le azioni di gioco che servono solo ad aumentarne (o diminuirne) la quantità erogata. In multiplayer la fase di costruzione è ridotta davvero all'osso: tutto è orientato all'agilità e alla velocità di esecuzione, con al massimo la possibilità di migliorare la base di due livelli per sbloccare delle truppe più potenti (ma più costose). In generale il gameplay si risolve nello spostarsi da un punto d'interesse all'altro cercando di impedire all'avversario di prendere terreno o recuperando lì dove necessario.
Le unità schierabili sono di quattro tipi: quelle corazzate, dotate di grandi abilità difensive che vanno sfruttate per difendere le altre unità, quelle d'assalto, delegate a fare i danni, quelle a distanza, che colpiscono mantenendosi nelle retrovie e gli eroi, ossia i campioni delle fazioni dotati di abilità speciali. Naturalmente, a seconda della fazione selezionata ci sono a disposizione anche delle unità con delle caratteristiche speciali, come quelle volanti, che possono essere impiegate per scendere in picchiata sui nemici e fargli tanto male. In generale, ogni unità ha le sue capacità.
Il mix di elementi offerto da Warhammer Age of Sigmar: Realms of Ruin, seppur classico e già visto altrove, ci ha dato l'impressione di essere particolarmente riuscito, vuoi per la già citata fisicità degli scontri, con le unità che impattano tra di loro producendo dei feedback significativi e piacevoli, tanto da rendere gli scontri brutali e interessanti da guardare zoomando la telecamera, vuoi per la gestione di unità e risorse, che ci è sembrata già ben equilibrata, anche se naturalmente andrà verificata, considerando che abbiamo potuto usare soltanto una fazione. Detto questo, i fan di Warhammer che fossero alla ricerca di un RTS dovrebbero decisamente tenerlo d'occhio, perché potrebbe rivelarsi un'altra bella sorpresa di questo già affollatissimo, videoludicamente parlando, 2023.
La prova di Warhammer Age of Sigmar: Realms of Ruin ci ha pienamente soddisfatti e non vediamo l'ora di poter provare la versione definitiva del gioco o, quantomeno, di giocare in modo più esteso con la versione di prova. C'è da dire che l'ambientazione, con tutto il suo retroterra, è emersa particolarmente nell'unica mappa single player giocata, mentre il multiplayer si è rivelato più classico. Non ci si poteva aspettare diversamente.
CERTEZZE
- L'ambientazione si riflette bene non solo nella grafica, ma anche nello stile dei combattimenti
- Le meccaniche sembrano già essere ben rifinite
DUBBI
- Da verificare le fazioni che non abbiamo potuto provare