Archiviato l'Inside Xbox più atteso di questa prima metà di 2020, possiamo finalmente urlarlo a squarciagola: l'attuale generazione ha fatto richiesta per la pensione e i videogiochi hanno finalmente fatto il loro giro di boa. Ovvero, siamo entrati ufficialmente nella nuova next-gen e Microsoft è la società che ha fatto il primo passo.
Un Inside Xbox concreto, dritto al punto, veloce, con tanti giochi e un numero relativamente ristretto di chiacchiere. 47 minuti circa in cui ci siamo dovuti sorbire un terzetto di interviste, forse l'unica digressione che davvero ci ha fatto storcere il naso per questioni di ritmo e focus. Soprattutto avendo bene in testa che la platea di spettatori di un Inside Xbox è tendenzialmente composta da giocatori hardcore che conoscono già alla perfezione le informazioni rivelate durante questi scarni botta e risposta.
Le terze parti messe in disparte
Ma c'è soprattutto una domanda che continua a rimbalzarmi in testa dopo aver assistito allo show: perché Microsoft ha scelto di mettere in piedi uno showcase completamente focalizzato sui titoli minori delle terze parti? Quelli tenuti un po' in disparte; i titoli meno appariscenti e, forse, addirittura un po' sfigati?
Comprendo e trovo persino ovvio che i publisher e gli sviluppatori siano stati ferrei con Microsoft evitando accuratamente di cedere i loro Tripla A, i titoli più grossi e corposi, quelli in grado di generare il maggiore richiamo. Non l'hanno fatto perché quale sarebbe stato il senso di schiacciarli in un evento sandwich come l'Inside Xbox tra un videogioco e il successivo, quando su questi titoli le aziende possono creare un intero evento dedicato? Alla fine l'ha dimostrato appena la settimana scorsa Assassin's Creed: Valhalla e non sarà sicuramente l'ultimo videogioco di quest'anno a essere protagonista di uno show tutto suo. Insomma, perché Namco Bandai avrebbe dovuto mostrare Elden Ring o Cyberpunk 2077, quest'ultimo che ha già un appuntamento fissato al 12 giugno? Ed ecco quindi spuntare fuori dal nulla Scarlet Nexus.
Il problema è che così facendo non mi stai mostrando la next-gen, non stai facendo nulla per vendermela, per convincermi a piazzare il preorder non appena i principali rivenditori metteranno online la pagina dedicata a Xbox Series X. Se i protagonisti sono i titoli minori, in alcuni casi degli indie sotto steroidi, come riuscirà mai Microsoft a stimolarmi a comprare la sua prossima console?
Lo Smart Delivery
E poi c'è lo Smart Delivery: l'idea geniale del reparto marketing di Redmond che è stato così bravo e furbo da dare un nome alla patch gratuita di aggiornamento della grafica di un gioco. Una comunicazione perfetta che accentua ulteriormente la forza di una feature che i giocatori davano per scontata: nel momento in cui la retrocompatibilità con la generazione attuale è certa su gran parte del catalogo, è ovvio che devi trovare un modo per convincermi a cambiare console quando questo autunno potrò giocare lo stesso nuovo titolo anche sulla piattaforma che già possiedo in salotto.
E qui qualcuno potrebbe aver lanciato un boomerang: nel momento in cui so che Smart Delivery significa anche che quello stesso gioco che mi stai mostrando arriverà sulla mia Xbox One, e tra l'altro non mi stai neanche mostrando qualcosa di superlativo, perché dovrei correre a fare il cambio di generazione. Preferisco prendermela più comoda, aspettare magari di vedere prima il titolo davvero rivoluzionario o quello graficamente sconvolgente e solo quel giorno, chissà tra quanto, farò il salto della fede procedendo con l'acquisto. Fino ad allora, mi godrò gli stessi identici titoli ben conscio che tanto potrò portarmeli dietro e rigiocarmeli con una risoluzione maggiore o un frame rate più stabile. Senza spendere un euro in più.
C'è poi stata un'altra grande mancanza nella puntata odierna dell'Inside Xbox, una feature che ormai continuo a chiedere a gran voce da mesi: la "one more thing" che ci riporta subito alla mente gli splendidi keynote di Apple condotti dal carismatico Steve Jobs. Un colosso come Microsoft deve trovare il modo, lo spazio, il tempo e chiaramente l'investimento tale che ti permetta di chiudere un evento di questa portata, lo showcase che per primo deve farci vedere cosa è in grado di fare Xbox Series X, con la bordata finale. L'annuncio che nessuno si aspettava o magari, addirittura, proprio quel videogioco che tutti stavano aspettando. Chiaramente Microsoft ha tentato l'epilogo d'effetto con Assassin's Creed: Valhalla ma, forse, qualcosa non ha funzionato.
Sarà che Valhalla è troppo fresco di reveal, così vicino alla sua prima apparizione, ma allo stesso tempo abbastanza lontano da avere quel retrogusto di già visto, di non più così nuovo. E poi proprio il presunto trailer di gameplay del nuovo Assassin's Creed è apparso persino controproducente per l'Inside Xbox. Altro che gameplay, in molti si sono lamentati di aver visto una manciata di sequenze d'intermezzo fatte col motore di gioco schiacciate in un video brevissimo che Ubisoft aveva caricato tantissimo. E come se questo non bastasse, alla fine ci siamo pure dovuti sorbire un'intervista al bravissimo Ashraf Ismail che sembrava più una sintesi in stile comunicato stampa di tutte le informazioni che conoscevamo già.
I prossimi eventi
E ora sappiamo già che dovremo attendere nella migliore delle ipotesi un mese, nella peggiore due per tornare a vedere la next-gen di Microsoft. Sappiamo già, infatti, che la società di Redmond realizzerà un altro showcase a luglio completamente focalizzato sui titoli esclusivi prodotti dai suoi team interni. In quell'occasione è assai probabile che vedremo i pezzi da novanta o comunque quei titoli davvero in grado di farci ammirare il futuro videoludico che verrà.
Ma sappiamo anche che più a breve, a giugno, ci sarà forse una sorta di conferenza più classica dove il gigante di Redmond tornerà a mostrare nello specifico la console, Xbox Series X. Magari annunciando ufficialmente la data di uscita, oppure il prezzo, mostrando per la prima volta la nuova dashboard o magari qualche feature esclusiva che solo la potenza bruta e la RAM della nuova generazione potranno permetterci di avere e utilizzare.
Ma fino a questi due eventi, il campo è praticamente vuoto per Sony e per una PlayStation 5 che prima o poi, ormai più prima che poi, dovrà mostrarsi e potrà farlo con una libertà di movimento praticamente assoluta. Perché non solo gran parte dei giochi mostrati durante l'Inside Xbox di ieri arriveranno chiaramente anche su PS5, ma potrebbe bastare una singola esclusiva di peso per la console giapponese per spazzare via in un attimo il ricordo di questo showcase.
Un singolo Horizon Zero Dawn 2, un ipotetico God of War 2, un plausibile Marvel's Spider-man 2 potrebbero far crollare in un istante il castello che Microsoft ha costruito con maestria e abilità in tutti questi mesi, senza mai sbagliare un colpo. E mi sono limitato a citare tre pesi massimi che sono praticamente dati per scontato sulla prossima PlayStation ma provate a immaginare un evento dove viene mostrato in penombra il form factor di PS5 prima di lasciare spazio a una singola nuova proprietà intellettuale esclusiva e completamente next-gen. Ecco, a quel punto per Microsoft potrebbe diventare complesso riempire il vuoto lasciato da questo Inside Xbox.
Almeno fino a quando non arriveranno gli eventi di giugno e luglio e, a quel punto, confido che si possa tornare almeno in situazione di parità.