L'ultimo DLC del Pass espansione di Xenoblade Chronicles 3, Un futuro riconquistato, non ha soltanto svelato alcuni retroscena nella storia del gioco base, ma ha anche concluso una trilogia cominciata nel lontano 2010, quando Monolith Soft firmò il primissimo Xenoblade Chronicles per Nintendo Wii, portato solo in tempi recenti anche su Switch con la Definitive Edition. Un finale per certi versi inaspettato, visto che la scrittura del director Tetsuya Takahashi sembrava aver evitato accuratamente rimandi diretti ai precedenti episodi, pur dipingendo il terzo capitolo come l'incontro delle storie raccontate in precedenza.
Takahashi, d'altronde, è lo stesso autore - insieme alla moglie Kaori Tanaka, in arte Soraya Saga - di Xenogears e Xenosaga: due storie che non è mai riuscito a raccontare nella loro interezza prima per Square e poi per Namco, ma attraverso le quali è nato un immaginario cui attinge tantissimo anche Xenoblade Chronicles. Il director giapponese è finalmente riuscito a portare un'opera a compimento ma, non pago, avrebbe persino impostato un collegamento a un universo condiviso in cui potrebbero svolgersi le sue prossime storie. Vi spieghiamo perché in questo approfondimento sul finale di Xenoblade Chronicles 3 che, neanche a dirlo, comprenderà degli spoiler enormi non solo sulla storia del terzo capitolo, ma anche sui giochi summenzionati.
Alla fine di Un futuro riconquistato
Il DLC di Xenoblade Chronicles 3 risponde in modo abbastanza esplicito ad alcune domande che tormentavano i giocatori, ma per comprendere alcuni snodi della narrativa è necessario aver seguito attentamente tutta la storia fin dal principio, e anche in quel caso certe soluzioni sono lasciate all'interpretazione del giocatore: su alcune si può ancora dibattere, mentre su altre non c'è margine di discussione, anche perché la regia di Takahashi è sempre molto attenta e risolve alcuni dubbi con inquadrature molto precise.
Per esempio, quando Shulk e Rex, alla fine del gioco, "riprogrammano" Nikol e Glimmer perché possano vivere più di dieci anni, e A contesta il loro intervento, Rex replica che "se ci fossero stati loro... avrebbero aiutato senza nemmeno pensarci": in quel momento, la telecamera inquadra la Spada della Fine di N e poi i Pugni della Fine di Matthew. Rex si riferisce ovviamente a Logos e Pneuma e, siccome nel combattimento finale abbiamo scoperto che il Gladius di Matthew nasconde il cristallo nucleico di Pneuma, lo scambio tra Rex e A suggerisce con forza che quello di Logos sia dentro la Spada della Fine, spiegandone così le straordinarie qualità.
Come quei cristalli nucleici siano finiti in quelle armi non è chiaro. Sappiamo solo che nel momento in cui l'Origine - l'Arca costruita da Nia e Melia per custodire la conoscenza e le anime degli abitanti dei loro mondi nel momento in cui si fossero riuniti, annullandosi a vicenda - si è attivata, ha assorbito ogni essere vivente: quindi dev'essere stato allora o poco dopo che Mythra e Pyra sono tornate nel loro cristallo nucleico. Il cristallo nucleico di Ontos - cioè Alvis - è stato usato per costruire l'Origine: Un futuro riconquistato ci mostra il momento in cui Shulk lo trova sulla riva della Colonia 9, e possiamo supporre che l'abbia poi consegnato a Melia. I cristalli nucleici hanno una forma peculiare che i fan dei Monolith Soft dovrebbero conoscere bene: somigliano agli Zohar, i manufatti che in Xenogears e Xenosaga davano inizio a tutto, essendo stati trovati - o essendosi fatti trovare, più corretto - dagli esseri umani che poi ne hanno provato a imbrigliare il potere.
Dunque, ricapitolando: Nia e Melia costruiscono l'Origine per salvare i loro mondi dall'annientamento, fiduciose che qualcuno sarebbe riuscito a trovare un modo per ripristinare un mondo in cui tutti avrebbero potuto ritrovarsi. Bionis e Alrest, infatti, sono stati prodotti dall'esperimento di uno scienziato terrestre, Klaus, che intendeva aprire un portale interdimensionale utilizzando il Varco, una fonte di energia trovata in Africa all'inizio del ventunesimo secolo e poi spostata in orbita, nella stazione Rhadamanthus, sotto lo sguardo vigile del Processore Trinità e le tre intelligenze artificiali che lo costituivano: Ontos, Pneuma e Logos. I due mondi, costituiti da materie opposte, sono destinati a ricongiungersi, cancellandosi a vicenda, ed è quello che succede nel finale di Xenoblade Chronicles 3, che rivediamo da un'altra prospettiva - lo spazio - dopo i titoli di coda di Un futuro riconquistato.
Attenzione alla canzone Future Awaits che accompagna i titoli di coda, perché le immagini, la scelta della melodia e quella delle parole non sono banali. Mentre scorrono i credits, sullo sfondo compaiono le armi dei protagonisti di ogni gioco, insieme a una carrellata di cinematiche importanti: nell'ordine la Monade di Shulk, la spada Aegis di Rex, la Settebello di Noah, infine i guanti Ouroboros di Matthew.
Cantata da Johan Hogg - la stessa cantante di Small Two of Pieces, il brano che chiudeva Xenogears nel 1998, e di Kokoro, la canzone alla fine di Xenosaga Episode I - a un certo punto recita: "Se ti sembra di non avere una guida / Io sarò sempre accanto a te" ("If you feel you've got no guidance / I will always be near, right beside you", in lingua originale). Mentre la Hogg canta queste parole, sullo sfondo dei titoli di coda compaiono i guanti Ouroboros di Matthew, ma il dorso scompare per rivelare la silhouette del cristallo nucleico di Pneuma che, appunto, è sempre stata accanto a noi per tutto Un futuro riconquistato - e Xenoblade Chronicles 3 pure, visto che i Guanti Ouroboros diventeranno il fodero di Settebello - anche se non lo sapevamo.
E vissero tutti felici e contenti?
Il finale, quindi, mette in moto gli eventi che condurranno a Xenoblade Chronicles 3. Non è chiaro se Rex e Shulk siano gli originali, rimasti intrappolati come i Moebius nell'Eterno Presente di Aionios, oppure le "copie" conservate nell'Origine, e forse estratte da Z proprio perché credute capaci di combattere Alpha. Quest'ultimo, infatti, altri non è che Ontos, tornato allo stato di semplice macchina dopo la scomparsa di Logos e Pneuma in Xenoblade Chronicles 2 e la manifestazione di Z, l'entità formata dai rimpianti e dalla paura del futuro delle anime registrate nell'Origine: la personalità di Alvis, costituita dai ricordi delle sue avventure insieme a Shulk nel corso di Xenoblade Chronicles, si scollega da Ontos in questo lasso di tempo, diventando A, la fanciulla che Matthew incontra in Un futuro riconquistato. Il piano di Alpha è semplice: prendere il controllo dell'Origine e abbandonare Aionios per cercare un nuovo mondo in cui rigenerare l'umanità.
Sconfitto Alpha alla fine di Un futuro riconquistato - Matthew innesca la prima fusione Ouroboros proprio perché il cristallo nucleico di Pneuma nel suo guanto entra in contatto con quello di Logos nella Spada della Fine di N, annullandosi a vicenda come positivo e negativo - l'Origine si ritrova senza il Processore Trinità a stabilizzarla. Per questo Shulk, Rex e A prendono il posto di Logos, Pneuma e Ontos, scomparendo nelle profondità di Origine per formare un nuovo Processore Trinità in qualità di avatar. Lì attenderanno che qualcuno, un giorno, metta fine all'Eterno Presente e rigeneri i loro mondi, liberandoli dall'Origine che, a quel punto, non sarà più necessaria.
Nel finale di Xenoblade Chronicles 3 succede che Noah e gli altri sconfiggono Z, mettendo fine all'Eterno Presente. Così facendo, i mondi che si erano congiunti in Aionios tornano a separarsi... ma al contempo dividono i nostri eroi, e soprattutto le incarnazioni di Noah e Miyo, che si erano ritrovati ancora una volta e che si salutano nella cinematica conclusiva, sperando di rincontrarsi. Dopo i titoli di coda, Xenoblade Chronicles 3 finisce com'era cominciato: nel momento in cui il piccolo Noah vede comparire l'altro mondo nel cielo e il tempo si congela. Solo che questa volta non succede nulla di tutto questo e il tempo continua a scorrere. Mentre Noah si accinge a seguire i suoi amici, però, sente una melodia - il flauto di Miyo - e riconoscendola inconsciamente, cambia direzione e sembra sparire in una zoomata che mostra la città dall'alto.
Questa scena ci ha tormentato per mesi, perché sembrava un finale aperto all'interpretazione, finché Un futuro riconquistato non ha messo un punto alla storia con un'altra scena dopo i titoli di coda. Sulle ultime note di Future Awaits vediamo i mondi separarsi - formando il simbolo dell'infinito e dei Moebius - e questo significa che stiamo vedendo il finale di Xenoblade Chronicles 3 dallo spazio. Il tempo accelera, e dopo un indefinito lasso di tempo, vediamo i mondi separati venire ingolfati dalla luce di Origine - azzurra come Keeves e gialla come Agnus - e unificarsi in un solo mondo: Alrest e Bionis sono sfuggiti alle dimensioni tascabili in cui erano confinati e hanno riformato il pianeta Terra nella condizione in cui si trovava prima dell'esperimento di Klaus.
Il ritorno di Xenosaga?
Tempo che i giocatori hanno completato Un futuro riconquistato e potremmo dire che l'Internet è esploso. Una piccola parte, quantomeno, costituita dagli appassionati che hanno giocato non solo i vari Xenoblade Chronicles ma anche e soprattutto la trilogia di Xenosaga, realizzata da Monolith Soft per Bandai Namco tra il 2002 e il 2006 per PlayStation 2. Sebbene si sia parlato di una rimasterizzazione per anni, con tanto di sondaggi, non se n'è mai fatto nulla... fino ad ora. Ma questa volta potrebbe essere dietro l'angolo perché Un futuro imperfetto fa molteplici, importantissimi riferimenti a quella fantastica trilogia di vent'anni fa.
Verso la fine del DLC, Matthew e gli altri finiscono nella riproduzione illusoria della Terra all'interno dell'Origine, com'era prima che Klaus la spaccasse in due col suo esperimento sul Varco. Mentre Matthew e gli altri cercano Na'el, si può sentire un programma radiofonico che parla del Progetto Exodus, avviato dalla Coalizione per colonizzare lo spazio profondo. Fino a questo punto, sarebbe più logico collegare la trilogia di Xenoblade Chronicles a Xenoblade Chronicles X, lo spin-off per Wii U rimasto inconcluso, in cui la Coalizione avviava il Progetto Exodus per salvare la popolazione terrestre dall'incombente guerra tra specie aliene... se non fosse per una lunga serie di incongruenze di ordine cronologico e logistico che contraddicono questa narrazione.
Se il director Takahashi avesse davvero voluto collegare Xenoblade Chronicles a Xenoblade Chronicles X, allora l'oggetto scintillante che si dirige verso la Terra riformata nell'ultimissima scena di Un futuro riconquistato potrebbe essere Elma, la protagonista di Xenoblade Chronicles X che arriva sul pianeta per avvertire l'umanità della guerra interstellare che sta per scoppiare. Ma se teniamo da conto le suddette incongruenze - in primo luogo, le date menzionate nel programma radiofonico - diventa difficile giustificare il rapporto con lo spin-off incompiuto per Wii U, e molto più facile farlo con la trilogia di Xenosaga. Basterebbero infatti dei sottili e semplicissimi ret-con per adattare la narrativa di Xenoblade Chronicles e Xenosaga in un'unica storia che si svolge nello stesso universo, in cui però è quasi impossibile fare coesistere Xenosaga e Xenoblade Chronicles X.
La radio che trasmette il programma radiofonico nella cinematica di Un futuro riconquistato è contraddistinta dall'inconfondibile logo della Vector Industries, il conglomerato che in Xenosaga aveva finanziato le ricerche sullo Zohar e la costruzione dell'androide KOS-MOS: se Monolith avesse voluto collegare il DLC a Xenoblade Chronicles X, avrebbe potuto utilizzare un qualsiasi altro logo presente in quel gioco, come quello della Sakuraba Industries. Inoltre, la conversazione alla radio menziona specificatamente Dmitri Yuriev, uno dei principali antagonisti - se non forse il più importante! - di Xenosaga, che nel mondo di Xenoblade Chronicles sembrerebbe ricoprire cariche molto simili.
Questi riferimenti, la cronologia degli eventi e le somiglianze negli avvenimenti cruciali farebbero pensare a un più logico collegamento tra Xenoblade Chronicles e Xenosaga. Per esempio, nella storia di Xenoblade Chronicles X il pianeta Terra viene letteralmente distrutto nel corso della guerra interstellare, mentre in Xenosaga l'esperimento con lo Zohar porta alla sua "scomparsa", tant'è che gli scienziati di Xenosaga credevano fosse stato rimpicciolito fino a diventare impercettibile oppure recluso in una... dimensione tascabile. Come quelle in cui erano isolati i mondi di Xenoblade Chronicles e Xenoblade Chronicles 2 dopo l'esperimento di Klaus col Varco.
Dunque una nuova cronologia potrebbe essere la seguente: Klaus svolge il suo esperimento col Varco, che poi è lo Zohar trovato nel prologo di Xenosaga Episode I, e la Terra scompare, separandosi nei mondi di Shulk e Rex. Succede la trilogia di Xenoblade Chronicles e nel mentre anche quella di Xenosaga; infine, la Terra assume nuovamente la sua forma originale nel finale di Un futuro riconquistato, che si conclude col ritorno "a casa" di KOS-MOS, cioè il finale di Xenosaga Episode III. Per chi non lo sapesse, KOS-MOS è un importantissimo personaggio iconico di Xenosaga che per Monolith Soft è quasi una mascotte.
Tenete presente che le canzoni Future Awaits e Maybe Tomorrow - cioè quella in chiusura di Xenosaga Episode 3 - assumono lo stesso ritmo dopo i rispettivi titoli di coda, e che la scena dopo i titoli di coda del terzo Xenosaga sembra letteralmente il riflesso di quella di Un futuro riconquistato, col corpo di KOS-MOS che fluttua nel sistema solare verso la Terra finché una "luce azzurra" non entra nel suo corpo, "forse per risvegliarla" come suggeriva l'ultimo aggiornamento nel database di Xenosaga Episode III.
Sono solo ipotesi e teorie, intendiamoci, ma è impensabile che Tetsuya Takahashi - uno che attinge a un immaginario molto preciso dai tempi di Xenogears, sognando di scrivere una vera e propria saga - abbia fatto certi riferimenti narrativi e visivi senza un piano specifico. Inoltre, c'è un ultimo particolare che salta all'occhio: nei titoli di coda di Un futuro riconquistato, sotto i ringraziamenti speciali, Monolith Soft cita Bandai Namco. Perché? Cosa c'entra con Xenoblade Chronicles, che è proprietà di Nintendo? Non solo. Consultando la pagina "Avvisi sulla proprietà intellettuale" nella schermata di Xenoblade Chronicles 3 nella Home di Switch, si legge: Xenosaga™Series & ©Bandai Namco Entertainment Inc. Insomma, Takahashi e i suoi Monolith hanno davvero fatto riferimento alla trilogia posseduta da Bandai Namco, e lo hanno fatto in modo legittimo e impeccabile pure sotto l'aspetto burocratico.
Alla fine, potrebbe essere stato solo un grande gioco autoreferenziale, un modo per riconoscere un immaginario su cui Takahashi ha lavorato per tutta la vita, o un tranello per indurre i fan a parlarne tantissimo. Forse Monolith Soft sta cercando di trovare la quadra per incastrare tutto in un unico, grande affresco narrativo; forse c'è un remake in arrivo, oppure la tanto desiderata remaster o anche soltanto il sequel di Xenoblade Chronicles X in cui molti hanno perso le speranze. Non possiamo fare altro che aspettare e credere in uno sviluppatore di JRPG che ci ha fatto vivere emozioni che riaffiorano a distanza di anni, sicuri che non mancheremo neppure il prossimo appuntamento.