Per Cary Fukunaga, il regista di No Time to Die, il nuovo film del franchise 007, il James Bond interpretato da Sean Connery era sostanzialmente uno stupratore. Stiamo parlando dei primi cinque film con protagonista il famoso agente segreto, usciti nei cinema tra il 1962 e il 1967, quindi quasi sessant'anni fa.
Semplicemente, per Fukunaga, che ne ha parlato in un'intervista rilasciata a Hollywood Reporter proprio per il lancio di No Time to Die, il comportamento del Bond di allora non sarebbe stato tollerato in un'epoca post MeToo: "È Thunderball (Operazione Tuono) o Missione Goldfinger dove, in pratica, il personaggio di Sean Connery violenta una donna? Lei dice 'No, no, no' e lui dice 'Sì, sì, sì'. Oggi non funzionerebbe".
Il ragionamento di Fukunaga in realtà mira più a esaminare com'è cambiato il personaggio di Bond nel corso degli anni, che a dare giudizi su quello di allora. Il regista ha fatto notare come con il tempo ci sia stata più attenzione per i ruoli femminili, con l'assunzione di sceneggiatrici specializzate nel tratteggiarli (Phoebe Waller-Bridge, l'autrice di Fleabag), in modo che non siano semplici accessori a disposizione del noto agente segreto.
No Time to Die sarà l'ultimo film che avrà Daniel Craig come protagonista, il quinto in cui l'attore vestirà i panni del personaggio. La storia partirà da un Bond ormai in pensione e felice con la sua Madeleine Swann, costretto a tornare in servizio da una serie di eventi inattesi, nonostante il suo codice, 007, sia già stato riassegnato e il mondo sembri poter fare a meno di lui.