La fiera dei videogiochi per eccellenza, l'E3 2012, oltre a essere stata un po' sottotono, è stata anche teatro di un fatto piuttosto spiacevole che ha coinvolto una giornalista del settore, Katie Williams.
Riassumendo il suo lungo articolo, che merita di essere letto integralmente (lo trovate linkato come fonte), la nostra, dovendo provare un gioco in uno stand per un hands-on, si è trovata con un PR che ha giocato al posto suo perché donna e quindi non considerata in grado di affrontare il gioco.
Ovviamente la nostra si è sentita mortificata dal comportamento del PR, essendo un'accanita giocatrice PC e, soprattutto, capendo che il vero motivo per quella gentilezza non richiesta era il suo essere donna. Più volte durante la fiera, in cui a quanto pare i publisher non mandano grossi cervelli, è stata invitata ad andare verso i giochi Facebook o è stata trattata con sufficienza, nonostante avesse un cartellino che indicava chiaramente che faceva parte della stampa.
Insomma, i vari PR e addetti si sono comportati come quei bambini brufolosi che credono incapaci le donne "ai videogiochi dove si spara"... Possibile che questo settore sia così retrogrado e sessista?
Fonte: Kotaku Australia