Sul web basta poco per accendere polemiche, talvolta particolarmente feroci, su argomenti che in realtà non meriterebbero prese di posizioni così categoriche. Basta quindi la foto di un disco per scatenare l'ira estrema del consumatore? Sembra proprio di sì, a giudicare dal polverone che in queste ultime ore ha coinvolto il producer di Titanfall 2, Drew McCoy, sulle pagine di Twitter.
McCoy ha deciso di pubblicare con orgoglio la foto di uno dei dischi di Titanfall 2, e fin qui non c'è nulla eclatante, trattandosi di una pratica che abbiamo già visto compiere in passato da molti altri sviluppatori. Nell'ottica di un addetto ai lavori è un comportamento comprensibile, si cerca di rendere la community partecipe di un traguardo importante e di coronare, almeno simbolicamente, la conclusione di un progetto, specie se quel percorso ha richiesto tempo e risorse non indifferenti per essere portato fino all'agognata fase Gold.
In questo caso il producer non si è limitato a pubblicare la foto del blu-ray di Titanfall 2 in versione PlayStation 4, ma ha osservato che i dischi recanti il colore verde - presunto riferimento alle versioni Xbox One del gioco - non erano altrettanto "sensuali" da guardare. Apriti cielo. Immediatamente il pubblico di fede Microsoft si è sentito attaccato senza ragione e preso per i fondelli dal team di sviluppo, già reo di essere passato al "lato oscuro" e aver portato Titanfall 2 anche su PlayStation 4.
Chiariamo subito una cosa: McCoy avrebbe potuto scegliere meglio le proprie parole. Se l'avesse fatto questa sterile querelle non avrebbe nemmeno avuto ragione di esistere e ci saremmo risparmiati una valanga di flame gratuiti. Ciò nondimeno sarebbe bastato un pizzico di buon senso - e magari anche di serenità - da parte del pubblico per dare significato a questa frase e accettarla. Purtroppo non è andata così. Abbiamo visto utenti decisi a cancellare la prenotazione del gioco, altri offesi da una presa di posizione che non porterebbe rispetto nei confronti della fanbase originale. Qualcuno si è affidato al sarcasmo, osservando che se Respawn non apprezza il verde potrebbe abituarsi a non vedere nemmeno il colore verde dei dollari. "Abbiamo costruito questo gioco. Siete patetici!", "Sono felice di aver cancellato la mia prenotazione", sono alcuni dei commenti più inclini a promuovere il boicottaggio.
Partendo da lontano, sappiamo bene che in passato molti titoli di successo hanno perso la loro esclusività per abbracciare la produzione multipiattaforma. Farne un dramma non è in sintonia con l'andamento consolidato che ha assunto il mercato da molti anni a questa parte.
Polemiche di questa natura lasciano il tempo che trovano e non rappresentano un motivo sufficiente per lasciare il gioco sugli scaffali il 28 ottobre. Un consumatore farebbe bene a scegliere sempre in base alle caratteristiche e alla sostanza di un determinato prodotto, senza dare troppo peso ad eventuali opinioni personali espresse da singoli addetti ai lavori sui social. Questo principio vale in generale, ma a maggior ragione dovrebbe essere applicato in questa sede, visto che la frase in oggetto è stata formulata senza secondi fini e travisata con troppa leggerezza.
L'ex dipendente di Microsoft, Eric Neustadter, aveva espresso il desiderio di ricevere una copia di Titanfall 2 in versione Xbox. McCoy ha replicato che un disco verde non era altrettanto sensuale, ma voleva far presente che, in quel momento, la versione PlayStation 4 era l'unica a recare già l'adesivo retail. Se McCoy avesse mostrato la versione Xbox si sarebbe quindi dovuto limitare ad offrire un disco neutro, privo copertina, di colore verde per l'appunto.
Questa interpretazione sarebbe dovuta bastare a smorzare sul nascere qualsiasi altra presa di posizione, ma ovviamente non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. "St*****te. Adesso stai cercando di coprire il tuo tentativo di affossare Xbox. Ricordati che Microsoft ha salvato il primo Titanfall dall'oblio" è stato il tenore della risposta ricevuta dallo sviluppatore dopo aver provato a chiarire le proprie intenzioni. E poco importa se non si colgono le ragioni logiche che avrebbero dovuto indurre McCoy a inimicarsi gratuitamente una fetta del suo pubblico. È internet, bellezza!