Siamo giunti al giorno di lancio ufficiale di Gears of War 4 ed è giusto dedicare quest'angolo a un approfondimento su questo titolo, che porta con sé una serie di questioni importanti sul banco di Xbox e di Microsoft in generale. La sfida che si poneva di fronte a The Coalition era in effetti da far tremare i polsi: dopo un quarto capitolo nettamente al di sotto delle aspettative e una rimasterizzazione del primo capitolo sicuramente apprezzabile ma ovviamente da valutare come un progetto dalle prospettive contenute, Gears of War sembrava essersi infilato in un inesorabile periodo di flessione in termini di qualità e popolarità, da un certo punto di vista fisiologico ma ovviamente molto distante dalle mire a cui la serie è sempre stata storicamente legata.
Insomma, c'era la necessità di far tornare il gioco al suo vecchio status di blockbuster, se non addirittura killer application in grado di smuovere grandi quantità di console come ai tempi della trilogia originale su Xbox 360, ma tutto questo in tempi nettamente diversi in termini di favore del pubblico nei confronti del brand Xbox, di offerta videoludica sul mercato, di base installata e infine - ma elemento certo da non considerare secondario - di sviluppatori coinvolti. Insomma, la missione di Rod Fergusson e compagni non era per nulla semplice, e questo a partire anche dalla scelta delle idee stesse su cui impostare il quarto capitolo, visto che in una serie come questa, dotata di una community così appassionata e compatta, è sempre molto difficile apportare modifiche ed evoluzioni.
L'accoglienza della stampa specializzata è stata estremamente positiva e ora si aspetta solo la conferma dei freddi numeri per quanto riguarda le vendite, ma a prescindere da queste possiamo dire che la sfida di Gears of War 4 è stata vinta, e il nuovo capitolo rappresenta non solo un ritorno ai fasti del passato per la serie, ma anche un ottimo punto di partenza per quello che dovrebbe essere il nuovo arco narrativo che caratterizzerà i prossimi capitoli da parte di The Coalition.
Proporre un nuovo capitolo dopo una trilogia di enorme successo pone delle insidie notevoli: in una serie come Gears of War c'è sempre il rischio che l'aggiunta di nuove caratteristiche e la modifica di elementi basilari del gameplay porti a un allontanamento dell'utenza storica che trova "stravolto" il gioco originale - un po' come successo con il criticato Judgment - mentre un appiattimento sul canone più classico rischia sempre di far emergere la monotonia e la stanchezza generale di una struttura che non offre spunti innovativi. Forse tra le due tendenze The Coalition ha voluto puntare più sulla seconda, giocando un po' più sul sicuro, ma con un gameplay solido come quello di Gears of War anche il lavorare di fino sul perfezionamento delle meccaniche di gioco risulta comunque un lavoro profondo e apprezzabile. L'evoluzione si è ovviamente sviluppata sulle due direttrici della meccanica di gioco e dell'impalcatura tecnica, e in entrambi i settori il team di sviluppo è riuscito ad ottenere risultati importanti.
Sul fronte grafico, Gears of War 4 si dimostra un titolo di alto profilo: pur non rappresentando forse più, in termini assoluti, l'avanguardia tecnica della grafica su console come il primo capitolo della serie, considerando la base tecnica e l'hardware su cui è sviluppato alcuni lo giudicano addirittura "un capolavoro su Unreal Engine 4", visti i risultati raggiunti, peraltro amplificati dalla possibilità di sfruttare anche il potenziale aggiuntivo offerto dai PC. Controller alla mano, il quarto capitolo riesce bene a mediare tra la necessità di mantenere intatto il feeling originale e una serie di accorgimenti che hanno portato a un migliore bilanciamento, a una raffinamento e soprattutto a un arricchimento nell'offerta ludica, tra le diverse situazioni in cui è possibile imbattersi durante la Campagna e una buona dose di modalità in multiplayer, comparto che rappresenterà poi come sempre la spina dorsale del gioco nei mesi a venire, quando la spinta del single player si sarà esaurita. Certo non è un gioco perfetto, e il compromesso cercato per accontentare tutti risulta palese, nella sensazione fin troppo familiare che si prova riparandosi dietro i consueti muretti e prendendo parte a sparatorie un po' trite, ma considerando i rischi a cui The Coalition è andata incontro, questo quarto capitolo può essere forse il miglior risultato ottenibile.