NPD Group ha pubblicato i risultati di uno studio su due elementi chiave del mondo dei videogiochi moderno: DLC e mictrotransazioni. Lo studio, chiamato "DLC and Microtransaction Purchasing," ha dimostrato che ben il 28% dei videogiocatori statunitensi, compresi tra i 13 e i 54 anni di età, ha speso soldi sui contenuti supplementari negli ultimi tre mesi. I più attivi in tal senso sono i maschi adolescenti. Da notare che sono stati spesi più soldi nelle microtransazioni (23%) che nei contenuti scaricabili (16%).
Il fattore principale a guidare gli acquirenti è il prezzo. La metà circa dei non acquirenti, ossia di coloro che non hanno speso soldi nei contenuti scaricabili, pensa di non farlo nemmeno in futuro. In entrambi i casi circa la metà dei rispondenti pensa che i contenuti extra non valgano i soldi che costano, mentre il 16% ritiene che questi sarebbero dovuti essere inclusi nel gioco base.
Lo studio dimostra anche alcune ovvietà, ad esempio che si tendono a spendere più soldi nei contenuti scaricabili lì dove si apprezza un gioco. Chi lo fa considera per il 77% positiva la spesa extra, perché aumenta e migliora l'esperienza di gioco.
La maggioranza degli intervistati ritiene anche che l'aspetto pay-to-win delle microtransazioni sia negativo.
Perché si acquistano i DLC? In particolar modo per giocare insieme a degli amici che li hanno acquistati, in seconda istanza per avere tutti i contenuti di un gioco, in terza perché si ritiene il prezzo equo. Comunque molti hanno affermato che farebbero più acquisti di extra se i prezzi fossero più ragionevoli.
Lo studio non ha fatto riferimento a giochi specifici.