10 anni fa, Steve Jobs presentava al mondo la prima visione di Apple sul fronte degli smartphone, un prodotto definito all'epoca "rivoluzionario" e che effettivamente si è dimostrato tale. Nasceva al MacWorld 2007 il fenomeno iPhone, introdotto come un prodotto direttamente derivato dal celebre iPod ma particolarmente improntato sulla comunicazione, in sostanza il telefono cellulare secondo Apple, ancora privo di numerose caratteristiche divenute poi basilari ma già dotato di quella caratterizzazione che sarebbe stata poi così facilmente riconoscibile nella decade successiva.
Quel primo tozzo e cicciuto dispositivo era ancora privo di connessione 3G e l'App Store non esisteva ancora, dunque risultava difficile prevedere l'impatto che i suoi successori avrebbero avuto sul fronte videoludico - peraltro rimasto sempre un elemento notoriamente trascurato nell'offerta di intrattenimento e tecnologia della casa di Cupertino, fino a quel momento - ma tutto sarebbe stato destinato a cambiare nel giro di pochi anni, a partire dall'introduzione del modello 3G e soprattutto della sezione App dello Store digitale Apple. Ovviamente non si è trattato di un'invenzione completamente rivoluzionaria, visto che il gioco portatile esiste dai tempi del Game Boy, ma di una sostanziale variazione del modo di concepire i videogiochi, come fruizione, modello di business e metodologia di sviluppo, che hanno costruito quel florido settore che oggi risponde al nome di mobile gaming. Anche qui, ovviamente non si parla di un'esclusiva Apple, visto che Android è quello che detiene oggi la stragrande maggioranza del mercato, ma è certo che sia stato proprio l'App Store a dare l'impronta maggiore e la spinta più forte all'industria videoludica mobile.
È indubbio che l'industria mobile abbia favorito la crescita esponenziale dello sviluppo indie, grazie alla struttura semplificata della catena sviluppo-pubblicazione-distribuzione che ha consentito la produzione di titoli a budget limitato venduti poi a prezzi modici. È vero che questo meccanismo ha innescato alcune derive deteriori come l'imperante tendenza alla distribuzione free-to-play con micro-transazioni e i danni che questa può arrecare sia dal punto di vista degli sviluppatori che degli utenti, tuttavia la possibilità di raggiungere un pubblico così vasto con così (relativamente) poco sforzo ha portato ad una vera e propria esplosione di videogiochi mobile e processi produttivi diversi, dalle major allo sviluppo semi-amatoriale. A questo florilegio di idee e titoli, che riporta quasi ai tempi degli home computer e della programmazione in garage degli anni 80, iPhone ha sicuramente contribuito in buona parte con il modo tipico di Apple di dettare il passo all'evoluzione mobile, almeno nei primi anni.
La maturazione identitaria dei videogiochi di questo tipo è stata lunga e non ancora conclusa, nella ricerca non facile di un compromesso tra strutture ludiche di una certa profondità e necessità dettate dalla particolare fruizione che comprendono tempi di utilizzo e la spesso problematica interfaccia tattile. Tuttavia, ci sono titoli che possono essere considerati come paradigmatici della new wave mobile, anche se spesso, proprio grazie alla loro qualità, effettuano anche un passaggio su PC. Il retaggio di iPhone sul panorama videoludico è dunque visibile in molti di questi giochi, che si pongono come risultato di una costante evoluzione dello sviluppo adattato ai dispositivi mobile e in grado oggi non solo di proporre delle valide alternative al gaming classico su console o PC in molti generi, ma anche di rappresentare un modello di business che può sovrastare ampiamente quello classico e ormai appropriatosi di una fetta importante del mercato.