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Console aggiornate tutti gli anni: una ghiotta possibilità o una follia del mercato?

Cerchiamo di capire la fattibilità di un simile scenario e cosa comporterebbe per il mondo dei videogiochi

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   23/03/2017

Le dichiarazioni di ieri di Brad Wardell, il CEO di Stardock, hanno fatto rizzare i capelli a molti. Cosa ha detto? Secondo lui, con l'avvento delle nuove tecnologie come 4K e HDR, le console rischiano di venire aggiornate a ritmo annuale, seguendo il modello del mercato della telefonia mobile:

"Penso che tutti finiranno per rilasciare degli aggiornamenti hardware a ritmo annuale o ogni due anni per le console, qualcosa come l'iPhone, arriveranno tutti a seguire il modello iPhone, con una crescente richiesta di configurazioni hardware per far funzionare le ultime tecnologie."

Wardell è conosciuto come un personaggio sanguigno e molto diretto. Probabilmente la sua è un'affermazione esagerata, almeno sul breve periodo, ma da come si è mosso il mercato delle console negli ultimi tempi, lo scenario prospettato è molto meno assurdo di quanto sarebbe sembrato anche solo un paio di anni fa.

Sinceramente allo stato attuale ci vengono in mente pochissimi vantaggi derivanti dalla possibilità di aggiornare l'hardware di anno in anno. Anzi, probabilmente sono più gli svantaggi, molti dei quali ben visibili proprio nel modello economico di riferimento, ossia quello mobile.

Scontato che ci sarebbe hardware più performante a ogni iterazione e i produttori potrebbero sistemare i problemi emersi con i primi modelli mano a mano che ricevono i feedback degli utenti... i lati positivi della faccenda, però, finiscono qui.

Quelli negativi sono invece moltissimi e abbracciano ogni aspetto dell'industria videoludica. Qualcuno ovviamente punterà subito il dito contro l'esborso annuale di soldi che si renderà necessario per tenersi aggiornati, anche se francamente ci sembra il minore dei problemi (comunque lo è, non lo stiamo sottovalutando): basterebbe imporsi di acquistare nuovo hardware ogni tot anni, a seconda delle proprie disponibilità e, se il produttore hardware garantisse la compatibilità dei vecchi modelli con tutti i giochi per, mettiamo, sei anni, non ci sarebbero grossi drammi da questo punto di vista, a parte per gli acquirenti compulsivi, ossia quelli che se non hanno l'ultima novità si sentono a disagio e non riescono più ad avere un'erezione.

Molto più preoccupante è l'effetto che si avrebbe sulla produzione dei videogiochi: già il lancio di PlayStation 4 Pro ha causato diversi problemi ai prodotti in sviluppo, tra ritardi, performance insoddisfacenti e fraintendimenti vari. Con uno scenario fluido e instabile come quello degli aggiornamenti annuali di diverse piattaforme, la situazione diverrebbe tragica. Un tripla A medio ha un ciclo di sviluppo di tre/quattro anni (quando non di più). Con console nuove ogni anno ciò significherebbe dover tenere conto di una moltitudine di macchine ogni volta che se ne inizia uno.

Consideriamo un ciclo di produzione triennale per un titolo cominciato nel secondo anno della generazione di queste fantomatiche console dalle iterazioni annuali: dovrebbe essere sviluppato con in mente almeno cinque/sei diverse configurazioni per ogni produttore hardware. Con Nintendo, Sony e Microsoft sul mercato, significa che nel peggiore dei casi bisognerebbe testarlo e ottimizzarlo per la bellezza di diciotto macchine (senza contare il PC).

Non c'è nemmeno bisogno di sottolineare che si tratta di una follia che moltiplicherebbe bug e problemi di performance. Ovviamente tutto è fattibile, ma la statistica ci insegna che all'aumentare dei fattori di rischio, il disastro diventa sempre più probabile.

Inoltre, se un mercato del genere dovesse diventare realtà, accadrebbe esattamente ciò che possiamo vedere nel mercato mobile: la maggiore potenza delle ultime versioni sarebbe sfruttata soltanto da una manciata di titoli civetta, mentre tutti gli altri sarebbero comunque pensati per hardware vecchio di anni. Già i produttori di telefoni faticano a proporre innovazioni decenti (in effetti sono anni che compriamo sempre la stessa roba, ma non diciamocelo e continuiamo a sognare), figurarsi quelli di console, che sono macchine per loro natura molto meno versatili (in fondo sono pensate per stare fisse in un salotto... Switch a parte).