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Sicuri che un tempo i videogiochi non avessero bug e che chi li acquistava fosse certo di trovare nella confezione un prodotto completo?

Sfatiamo una delle più diffuse leggende videoludiche

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   20/02/2018
Kingdom Come: Deliverance
Kingdom Come: Deliverance
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Il lancio di Kingdom Come: Deliverance ha riaperto il dibattito sullo stato dei videogiochi al day one. In sostanza molti accusano il titolo di Warhorse di essere fin troppo pieno di bug. Su PC in verità è giocabilissimo, ma su console la situazione sembra essere molto più grave. Come sempre avviene in queste occasioni, non sono mancati quelli che si sono lasciati andare alla rievocazione dei bei tempi andati, quando i giochi uscivano completi e senza bug. Ma sarà davvero così? In tutta sincerità si tratta di una leggenda urbana senza fondamento. Su console la situazione era sicuramente migliore rispetto ai computer per diversi motivi, primo fra tutti i maggiori controlli qualitativi operati dai possessori delle piattaforme sui singoli prodotti, ma in generale bug e glitch non mancavano, come ad esempio possono testimoniare i molti speedrunner che si sono cimentati e si cimentano ancora con Super Mario Bros., i cui tempi migliori vengono realizzati proprio sfruttando alcuni piccoli bug. Certo, il titolo era ed è perfettamente giocabile e i bug bisogna cercarli con il lanternino, ma è innegabile che ci siano, come ci sono in moltissimi altri titoli del passato, in particolare quelli poco ricordati. Provate a giocare alla versione PlayStation di Dreams to Reality e poi sappiateci dire.

Su computer si sono verificati dei casi ancora più clamorosi di questi, spesso a causa della mancanza di controlli, o a volte per semplice fretta. Ad esempio chi acquistò la versione ZX Spectrum di Outrun, attesissima conversione dell'omonimo coin op, si ritrovò con una cassetta mal registrata, che impediva l'avvio del software. I clienti dovettero aspettare dei giorni per ottenere il dovuto rimpiazzo (altro che patch), ma quando i nuovi rifornimenti arrivarono nei negozi, e ottennero finalmente una copia funzionante, scoprirono con orrore che il gioco era completamente diverso da come era stato pubblicizzato: U.S. Gold, il publisher, aveva mandato delle immagini false alle riviste (non è cambiato niente, tsk), immagini che mostravano sprite più grandi di quelli reali e oggetti che non erano stati inclusi nella versione finale, come dei grossi camion (No Man's Sky non ha inventato nulla). Oltretutto il senso di velocità era nullo...

Peggio ancora andò a chi acquisto la versione Amstrad CPC di Count Duckula 2. Brutta? Non solo: semplicemente non poteva essere finita. Alternative Software realizzò un port diretto della versione ZX Spectrum che non solo era orrendo graficamente, ma aveva un bug che impediva al papero vampiro di saltare oltre il limite superiore dello schermo, azione necessaria per raggiungere alcune piattaforme vitali per la progressione. Non c'è nemmeno da specificare che in tutti i casi citati, non sono mai state realizzate delle patch... anche perché all'epoca era praticamente impossibile distribuirle.

Con questo vogliamo giustificare i titoli pieni di bug pubblicati oggidì? Assolutamente no. Il nostro obiettivo è solo quello di sfatare un mito, sperando di ridurne l'ottusa ripetizione a pappagallo ogni volta che si presenta un nuovo caso di gioco con qualche bug.