Qualche tempo fa noi utenti occidentali abbiamo scoperto che in Corea del Sud, ossia il paese che da sempre è simbolo di grande fedeltà al titolo Blizzard e di estrema competizione online era scoppiato uno scandalo proprio relativo al mondo dei pro gamers locali. Si parlava di partite truccate, giri di scommesse e insomma tutto ciò che normalmente associamo (in negativo ovviamente) a certi ambienti delinquenziali e corrotti legati a molti sport competitivi. Basti pensare alle corse di cavalli, alla boxe, al gioco d'azzardo ad esempio, spesso infangati da pratiche scorrette.
Lo scandalo coreano non si è sedato, con il passare del tempo, ed anzi sembra che le investigazioni abbiano scoperchiato una sorta di vaso di Pandora. Undici giocatori sono in questo momento sotto indagine e sembra che ci fosse un sistema ben consolidato attraverso cui delle organizzazioni di scommesse abbiano reclutato giocatori da immettere nel circuito dei match illegali. Gli undici "cyber-atleti" al momento sotto indagine sono accusati di aver truccato undici partite fra il 2006 ed il 2008, con compensi compresi fra i 1760 ed i 5730 dollari americani per aver appositamente perso i match in cui erano dati come vincenti dai pronostici. Anche tre aziende di scomesse online sono sotto indagine dopo che era emerso che oltre ad aver partecipato alle partite truccate avevano operato attraverso un "istituto di training per gamer professionali" come copertura per il reclutamento di match truccati.
Si allarga lo scandalo coreano di Starcraft
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