Il fatto che Valve abbia deciso di pubblicare un gioco intitolato DOTA 2 come diretto successore del DOTA originale, acronimo con cui è conosciuto dalla comunità videoludica la mod "Defence of the Ancients" di WarCraft III, una delle più giocate dal popolo Blizzard, rappresenta certamente una stranezza.
Il titolo in effetti non appartiene a Blizzard in quanto si tratta di un lavoro amatoriale che non è protetto da copyright, ma è certamente qualcosa che, seppure modificato, è strettamente collegato all'RTS fantasy in questione.
Secondo Rob Pardo di Blizzard, non si è trattato di una gran mossa da parte di Valve: "per noi, siginifica portare via dalla comunità di Blizzard e di Warcraft III un elemento importante, e non è una cosa bella", ha detto Pardo a Eurogamer.net sull'argomento, "Valve normalmente è molto a favore delle mod, è una compagnia così portata alla costruzione delle community che una mossa del genere risulta veramente strana... davvero non capisco perché abbiano preso una tale decisione".