La storia dovreste conoscerla: il nome DOTA (Defence of the Ancients) è legato a una mod per WarCraft III. Quindi arriva Valve che decide di finanziare lo sviluppo di DOTA 2, gioco completamente slegato dal titolo di Blizzard. Infine torna alla carica Blizzard con Blizzard DOTA. Da questo profluvio di DOTA cosa poteva nascere se non una causa legale?
Nel 2010 Valve provò a registrare la parola "DOTA", ma Blizzard, pur contrariata, non fece nulla. Almeno finora, quando, svegliatasi dal torpore, ha deciso di reclamare i suoi presunti diritti affermando che il marchio DOTA è stato associato per anni ai suoi giochi e che, quindi, i consumatori lo legano al marchio Blizzard. Insomma, se Valve registrasse il marchio DOTA per sé, Blizzard ne sarebbe danneggiata.
Noi non vogliamo entrare nelle questioni legali della faccenda, non conoscendo bene la giurisprudenza Americana ed essendo coscienti del fatto che le contese in tribunale sono molto diverse dal senso comune cui di solito ci si affida in un sito come questo per dare giudizi. Rimane il fatto che Blizzard non si è mai curata troppo della mod in questione, lasciandola in mano ai fan, mentre Valve ha deciso di investirci sopra.
È anche vero che DOTA richiede WarCraft III per girare e che, quindi, secondo i terms of service, è comunque legato al titolo di Blizzard. Insomma, solo un tribunale o una gara di mangiata di panini potranno dirimere la questione.
Fonte: Kotaku