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Activision Blizzard: la CCO, al centro di accuse, ha abbandonato il Women's Network interno

La CCO di Activision Blizzard, recentemente al centro di molte accuse, ha abbandonato la propria posizione nel Women's Network interno della compagnia.

NOTIZIA di Nicola Armondi   —   07/08/2021

Frances Townsend, CCO (chief compliance officer) di Activision Blizzard, ha abbandonato la propria posizione di sponsor esecutivo del Women's Network, un organizzazione femminile interna alla compagnia americana. L'annuncio è stato fatto tramite il Washington Post, ma Townsend aveva abbandonato la posizione già il 23 luglio. La donna mantiene la propria posizione come CCO presso Activision Blizzard, in ogni caso.

Quello stesso giorno, Townsend ha ascoltato le donne di Blizzard tramite una chiamata Zoom. La donna, nota soprattutto per essere stata Assistente alla sicurezza interna e al contro terrorismo di George W. Bush dal 2004 al 2008, ha subito forti critiche in più occasioni nell'ultimo periodo.

Frances Townsend, CCO di Activision Blizzard
Frances Townsend, CCO di Activision Blizzard

A seguito della causa legale contro Activision Blizzard, che ha reso pubbliche molte situazioni interne della compagnia (tra molestie e ambiente di lavoro tossico), Townsend aveva rilasciato una dichiarazione nella quale affermava che le accuse erano distorte e fuori contesto. Ovviamente la risposta non è stata recepita in modo positivo. Secondo il The Post, Townsend ha spiegato che la sua dichiarazione è stata guidata dai consiglieri legali della compagnia e che, infine, "non suonavano più come parole sue".

Townsend ha poi attirato altre critiche con la condivisione di un articolo chiamato "Il problema con la segnalazione di irregolarità". A seguire, la CCO ha cancellato il proprio account Twitter. Secondo un portavoce di Activision Blizzard, la scelta è stata indipendente, visto che si trattava del suo account personale: la compagnia non ha avanzato alcuna richiesta a riguardo.

Il CEO di Activision Blizzard, Robert A. Kotick, ha affermato che la compagnia "segnerà l'esempio sulla questione per tutta l'industria" promettendo quindi provvedimenti e miglioramenti. ABK Workers Alliance, che ha organizzato la protesta dei dipendenti di Blizzard, ha però affermato che la compagnia non ha dato certezze sufficienti a riguardo.

L'intera situazione ha causato un'eco in tutta l'industria, ad esempio 500 sviluppatori di Ubisoft hanno firmato una lettera contro la compagnia francese e Activision.