Activision Blizzard pagherà una multa di 35 milioni di dollari alla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, in seguito all'indagine svolta dall'ente sulle procedure messe in atto dalla compagnia per assicurare che vi sia stato un corretto controllo dell'ambiente di lavoro.
Le indagini del SEC hanno trovato che, tra il 2018 e il 2021, Activision Blizzard non è stata in grado di mettere in atto le corrette procedure di controllo sull'ambiente di lavoro, non riuscendo a intervenire in seguito alle accuse di condotte scorrette di alcuni dipendenti.
Activision Blizzard, si legge nei documenti, "non è stata in grado di raccogliere informazioni sufficienti per capire la quantità e la gravità" delle situazioni messe in luce da alcuni dipendenti nelle proprie segnalazioni all'epoca. È inoltre emerso che tra il 2016 e il 2021 ha agito contravvenendo alla legge che protegge i testimoni di condotte scorrette, avendo richiesto esplicitamente ad alcuni ex-dipendenti se avessero avuto contatti con il SEC.
L'indagine era partita nel settembre del 2021, coinvolgendo direttamente il CEO Bobby Kotick e altri executive senior, con la richiesta di esaminare le comunicazioni riguardanti le azioni della compagnia in risposta alle segnalazioni interne di comportamenti scorretti e molestie diffuse ampiamente nell'ambiente di lavoro.
Il SEC ha rilevato la carenza di procedure nella raccolta di informazioni e di interventi correttivi da parte di Activision Blizzard, che di fatto non hanno consentito di avere una visione corretta della situazione e di prendere le adeguate contromisure per tempo. A questo si aggiunge poi la violazione della legge di protezione sui whistleblower, ovvero coloro che segnalano illeciti di interesse generale nell'ambiente di lavoro.
Per questi motivi, la compagnia dovrà pagare una multa di 35 milioni di dollari, che non sono certo pochi ma risultano probabilmente sostenibili per Activision Blizzard, che nell'ultimo trimestre ha riportato 1,78 miliardi di guadagno netto. Nel frattempo rimaniamo in attesa di informazioni sulla possibile acquisizione da parte di Microsoft, dopo che l'UE ha consegnato le obiezioni formali.