L'acquisizione di Activision Blizzard King da parte di Microsoft prosegue e i due fronti principali sui quali Xbox deve lottare sono il Regno Unito e gli Stati Uniti. Pare però che in campo stia scendendo un terzo contendente: la Nuova Zelanda. Sulla base di quanto indicato in nuovi documenti, condivisi su Twitter da Tom Warren di The Verge, gli enti regolatori della Nuova Zelanda hanno espresso alcuni dubbi legati al cloud gaming.
Come potete vedere, gli enti della Nuova Zelanda hanno deciso di rimandare la decisione al 17 luglio 2023 in quanto l'acquisizione rischia di causare una diminuzione della competitività nel caso nel quale "la fusione delle compagnie blocchi in modo parziale o totale ai rivali in ambito cloud gaming, come ad esempio Sony o NVIDIA, l'accesso a certi contenuti Activision e in particolar modo a Call of Duty".
La commissione ritiene che se i giochi Activision fossero abbastanza importanti da riuscire a incentivare le vendite di servizi cloud o di console, allora "le compagnie dopo la fusione avrebbero tutti gli incentivi e la possibilità di impedire l'accesso a questi contenuti, indebolendo i rivali". Ci sono quindi comunque dei dubbi anche in ambito non cloud, con la commissione che precisa che Xbox potrebbe rendere i giochi esclusivi o diminuire la qualità dei titoli sulle piattaforme rivali.
Dovremo quindi attendere che la Nuova Zelanda raggiunga una conclusione, anche se pare comunque credibile che le opinioni più rilevanti saranno quelle inglesi e americane.
Inoltre, sappiamo che Activision continuerebbe a operare in maniera indipendente anche dopo l'acquisizione.