La Commissione Europea ha inflitto le prime multe per violazioni del Digital Markets Act (DMA), e a subirle sono due dei più potenti attori del mondo digitale: Apple e Meta. Cupertino è stata condannata al pagamento di 500 milioni di euro per le pratiche restrittive dell'App Store, mentre Meta dovrà versare 200 milioni di euro a causa del controverso modello pubblicitario "paga o acconsenti" introdotto su Facebook e Instagram.
Entrambe le aziende avranno 60 giorni per adeguarsi alle direttive europee, pena ulteriori sanzioni periodiche. Apple ha già annunciato che farà ricorso, così come Meta.
Cosa prevede il DMA e perché Apple e Meta sono state colpite
Il DMA, entrato in vigore nel 2023, mira a limitare i comportamenti anticoncorrenziali dei cosiddetti "gatekeeper" - aziende dominanti come Apple, Meta, Google, Amazon, Microsoft e ByteDance - obbligandole a garantire maggiore apertura nei loro ecosistemi. Le sanzioni possono arrivare fino al 10% del fatturato globale annuo, e fino al 20% in caso di recidiva.
Nel caso di Apple (che ha già subito una bella multa), la Commissione ha contestato le restrizioni imposte agli sviluppatori nel promuovere alternative di pagamento o iscrizione fuori dall'App Store. Tali pratiche "anti-steering" impedivano agli sviluppatori di linkare liberamente pagine web esterne dove offrire servizi a prezzi inferiori rispetto a quelli proposti su iOS.
Meta è stata invece punita per aver obbligato gli utenti europei a scegliere tra accettare la profilazione pubblicitaria o pagare un abbonamento. Un approccio che, secondo Bruxelles, non garantisce una vera libertà di scelta agli utenti.
Le reazioni delle aziende: tra accuse e difese
Apple, in una nota, ha definito la decisione "ingiusta" e ha dichiarato di aver speso centinaia di migliaia di ore di ingegneria per adeguarsi al DMA, adottando misure che secondo l'azienda stessa metterebbero a rischio la sicurezza e la privacy degli utenti. "La Commissione continua a cambiare le regole del gioco," ha affermato un portavoce, ribadendo l'intenzione di impugnare la multa.
Meta, dal canto suo, ha denunciato un trattamento discriminatorio. Secondo Joel Kaplan, responsabile affari globali, il DMA rappresenterebbe un attacco diretto alle aziende americane, costrette a offrire un servizio peggiore e subire perdite miliardarie. "Le restrizioni alla pubblicità personalizzata danneggiano non solo noi, ma anche le imprese europee," ha dichiarato.