Smartphone vietati ai bambini e SPID per accedere ad alcune applicazioni. Il caso della tragica scomparsa di Antonella Sicomero, morta per asfissia partecipando a una sfida sul social netwok TikTok, ha scosso moltissimo l'opinione pubblica, tanto da aver raggiunto anche la politica, che adesso si interroga su come regolamentare l'uso degli smartphone tra le fasce più deboli, quelle dei minori.
In un'intervista rilasciata a Il Giorno, la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa ha proposto un tavolo per discutere dell'età minima per il possesso e l'utilizzo di uno smartphone. A guidare i lavori dovrebbe essere la Presidenza del Consiglio.
La Zampa sul punto è stata molto chiara: "È insensato che per guidare l'auto serva la patente e per usare il cellulare non ci siano limiti in base all' età. Gli smartphone sono potenti come le automobili, se non di più, e bisogna fare distinzioni nella possibilità di utilizzo con l'età evolutiva dei ragazzi."
Quindi è entrata più nel merito della questione: "Vanno limitate la connessione e certe app: i bimbi non possono passare le notti svegli a chattare. Gli adulti e le istituzioni non sono riusciti a entrare in questo mondo e quindi i più piccoli non sono tutelati."
Secondo la sottosegretaria il dibattito dovrebbe coinvolgere i garanti della privacy e dell'infanzia, pediatri, psicologi dell'età evolutiva, neuropsichiatri, ministero delle comunicazioni, insegnanti, le forze dell'ordine, le aziende tecnologiche e i genitori, per produrre una legge che sia attiva il prima possibile e che comprenda l'obbligo di utilizzare lo SPID (l'identità digitale) per collegarsi a certe applicazioni, nonché un maggior numero di sanzioni e di tutele. I ragazzi dovrebbero poi essere formati all'utilizzo degli smartphone, arrivando a conoscere a perfezione cosa sancisce il codice penale in caso di violazioni. Inoltre l'uso dello smartphone dovrebbe essere vietato a scuola perché: "provoca solo distrazione e danni intellettivi. Quando entri, lo consegni, poi lo riprendi all'uscita."
Naturalmente si tratta di un tema molto complesso e una legge è difficile attuazione per via degli interessi in gioco (pensate a tutti quei giochi con microtransazioni predatorie pensate proprio per far spendere soldi ai più piccoli, che non sono mai state regolamentate come avrebbero dovuto). Inoltre ci sarebbe sempre il rischio che siano i genitori stessi a passare gli smartphone ai più piccoli, vanificando il tutto. Comunque sia staremo a vedere cosa accadrà.