Death Stranding propone un'esperienza particolare e sfaccettata, come da tradizione per Hideo Kojima: il celebre game designer giapponese ha spiegato come mai gli piacciano i giochi complessi durante un'intervista rilasciata a Londra.
"Credo che la semplicità sia bella, ma si esaurisce in fretta. Un po' come il cibo: tutto ciò che è molto digeribile viene assimilato rapidamente, senza lasciare traccia nel corpo. Quando però mangi qualcosa di pesante, non molto digeribile, resta lì. E le persone hanno la tendenza a chiedersene il motivo", ha detto l'autore di Death Stranding.
"Magari ad esempio c'è un film che ti lascia perplesso, così lo guardi ancora e ancora, ne parli con gli amici, ti chiedi quale sia il suo significato, ci pensi e ci ripensi, e a quel punto cominci a comprendere. Diventa parte di te, del tuo sangue e della tua carne, resta nel corpo e non se ne va via. È questo che voglio creare."
"Sono cresciuto guardando film e opere del genere, e cerco di realizzare videogame con il medesimo approccio. Tutti dicono che è qualcosa di complicato, ma credo che ognuno dovrebbe sperimentare questo genere di esperienze per cinque, dieci anni e poi cominciare a comprendere. La mia intenzione è dar vita a opere del genere."
"Sono convinto che per crescere bisogna essere stimolati: entri in contatto con cose che non conosci, ed è per questo che maturi. Se continui a fruire di cose a cui sei già abituato, non crescerai: non lo farà la tua mente, né la tua esperienza. Per questo voglio che la gente ogni tanto mangi qualcosa che non sia facile da digerire, ma al tempo stesso cerco di renderla deliziosa."