Quando si discute di tecnologia, in particolar modo del mondo smartphone, ci si trova spesso a considerare due tipologie di utenti: coloro che preferiscono cambiare regolarmente i propri dispositivi per stare al passo con le novità, e chi opta per mantenerli per un periodo più lungo, cercando di prolungarne al massimo la durata.
Quest'ultima categoria spesso si trova ad affrontare problemi che diventano via via più gravi man mano che passa il tempo, soprattutto una volta scaduta la garanzia, con il rischio di dover affrontare costi e inconvenienti significativi.
Tuttavia, una nuova prospettiva dall'Unione Europea potrebbe cambiare questa dinamica.
Recentemente, il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo preliminare riguardante una direttiva che promuove il diritto alla riparazione.
L'obiettivo è chiaro: favorire la riparazione dei prodotti danneggiati o difettosi anziché la loro sostituzione.
Dopo l'approvazione iniziale lo scorso novembre, ora ci avviciniamo alla definizione di un testo che sembra essere quasi definitivo.
Più garanzia a chi ripara
Attualmente l'Unione Europea già assicura due anni di garanzia sui prodotti.
La nuova direttiva mira ad estendere questo periodo a tre anni, ma solo in determinate circostanze.
Ai consumatori sarà data la possibilità di scegliere tra la riparazione e la sostituzione, a condizione che il prodotto sia ancora sotto garanzia: la disposizione imporrà ai venditori di estendere quest'ultima di un ulteriore anno solare nel caso in cui il prodotto sia stato riparato.
Oltre a ciò, la legislazione richiederà ai produttori di fornire informazioni dettagliate sui pezzi di ricambio disponibili sui loro siti web, rendendoli accessibili anche per i riparatori indipendenti a prezzi equi per i consumatori.
Inoltre, l'UE garantirà che i produttori di dispositivi Android e altri non utilizzino parti di ricambio di seconda mano o stampate in 3D.
L'accordo assicura anche che le riparazioni vengano effettuate entro un tempo e a un prezzo ragionevoli. Inoltre, la nuova legislazione introdurrà un modulo standardizzato di informazioni sulla riparazione, che verrà utilizzato sia dai riparatori che dai consumatori senza costi aggiuntivi. Tuttavia, i riparatori potranno addebitare un sovrapprezzo per i servizi di diagnosi sui dispositivi.
Per correre ai ripari
L'accordo raggiunto è senz'altro positivo, soprattutto considerando che attualmente il principale ostacolo alla riparazione è rappresentato dalla difficoltà nel reperire e nell'accedere ai pezzi di ricambio, spesso venduti a prezzi sproporzionati rispetto al costo del prodotto nuovo.
Negli ultimi anni, l'Unione Europea ha notevolmente ottimizzato l'esperienza legata al possesso degli smartphone: le persone non devono più angosciarsi per i problemi ai loro dispositivi, sapendo che possono essere riparati con maggiore facilità rispetto al passato.
Tuttavia, alcuni consumatori potrebbero non essere entusiasti di alcuni aspetti della nuova legislazione.
Per esempio, chi opta per la riparazione di un prodotto ancora in garanzia riceverà ulteriori 12 mesi di copertura, ma questi non si aggiungeranno a quelli già esistenti; invece, scatteranno dalla data della riparazione.
Di conseguenza, il periodo di garanzia scadrà alla fine del dodicesimo mese dalla riparazione.
Ci si chiede se tale estensione sarà sufficiente a convincere i consumatori a preferire la riparazione anziché la sostituzione di un prodotto difettoso, soprattutto se si fa a meno di considerare l'aspetto ambientale, che dovrebbe rivestire il fulcro della questione.