Non c'è stato alcun attacco hacker ai danni di Epic Games, a quanto pare: le persone che hanno annunciato di aver violato i server dell'azienda erano in realtà alla ricerca di pubblicità per farsi un nome nell'ambiente e truffare qualcuno.
In effetti la storia dell'attacco hacker subito da Epic Games è subito apparsa strana, visto che dalle prime indagini condotte non era stata rilevata alcuna problematica, e anzi la compagnia era assolutamente certa di non aver subito alcuna violazione.
Ebbene, nelle scorse ore il gruppo che si proclamava autore dell'hacking ha ammesso che si trattava di una fandonia, inventata al solo scopo di realizzare un guadagno truffando eventuali soggetti interessati ai dati di Epic Games.
Nella fattispecie, i membri di Mogilievich puntavano a ingannare gli hacker facendo credere loro di possedere gli strumenti necessari per violare i server delle più grandi aziende, e di essere disposti a venderli.
Una bugia credibile?
La truffa organizzata in questo caso da Mogilievich faceva leva su presupposti credibili, visti i clamorosi casi di violazioni con richiesta di riscatto che si sono verificati di recente ai danni, ad esempio, di Insomniac Games.
Immaginiamo tuttavia che nell'ambiente sia chiaro chi è in grado di portare a termine determinati colpi e chi invece no, il che probabilmente ha ridotto parecchio le possibilità del gruppo di spillare davvero dei soldi a qualcuno.