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Final Fantasy 16, spezziamo una lancia a favore di chi non apprezza la svolta action

Final Fantasy 16 è ormai una serie che ha poco a che fare con le sue radici, ma siamo sicuri che chi non apprezza la svolta action non abbia qualche ragione?

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   17/04/2023
Final Fantasy 16, spezziamo una lancia a favore di  chi non apprezza la svolta action

Il producer Naoki Yoshida, diventato famoso per aver salvato Final Fantasy XIV dopo il disastroso lancio, lo ha spiegato chiaramente: Final Fantasy 16 è un action perché gli action vendono e una serie come quella Final Fantasy non può più permettersi di rivolgersi a una nicchia di mercato, per quanto grande, ma deve puntare al pubblico di massa. Si tratta di una posizione di buon senso, considerando i costi di sviluppo degli ultimi episodi (per Final Fantasy XV si parlava di un obiettivo di vendita di 10 milioni di copie), quindi siamo dalle parti della scelta inevitabile, ossia senza alternative praticabili che non siano estremamente rischiose.

Detto questo, vorremmo distinguerci dal coro di quelli che sfottono i nostalgici che avrebbero voluto un Final Fantasy 16 JRPG perché, anche ammettendo che la loro è una richiesta impossibile da soddisfare per Square Enix, un po' li comprendiamo.

Intanto va detto che non è vero che la serie Final Fantasy non abbia mai avuto un suo fulcro stabile, ossia che sia sempre cambiata di capitolo in capitolo. Per almeno i primi nove episodi, invece, è stata molto legata alle meccaniche tipiche dei JRPG; naturalmente con delle modifiche di capitolo in capito, in particolare ai sistemi di combattimento, ma con la struttura di gioco confermata di volta in volta, ampliata e ritoccata in base all'esperienza fatta con i capitoli precedenti e all'evoluzione del genere e della tecnologia. Quindi sono arrivati Final Fantasy X, XII e XIII che, per quanto abbiano introdotto modifiche più profonde, erano comunque dei JRPG.

Certo, Final Fantasy XV aveva una natura incerta e il remake di Final Fantasy VII guarda decisamente più all'action che ai JRPG, ma un certo odore del genere l'hanno comunque mantenuto entrambi. Con questo non vogliamo dire che con il sedicesimo capitolo non si doveva cambiare, ma solo che ci sembra un tantino illogico pensare che trasformare in un action puro la più celebre saga di JRPG della storia, almeno qui in occidente, non avrebbe avuto ripercussioni o avrebbe trovato tutti d'accordo.

Anche perché, perdonateci, ci sono due punti che nel discorso non vengono mai considerati: il primo è che se a uno piacciono i JRPG, magari si è innamorato del genere proprio con i Final Fantasy, davvero deve sentirsi in colpa per provare dispiacere di fronte a un cambiamento simile? Davvero bisogna accusarlo di essere legato al passato quando, semplicemente, a lui piace qualcosa che passato non è (il genere è ancora vivo e vegeto, ricordiamolo)?

Il secondo punto è: davvero vogliamo spacciare come "nuovo" l'aver deciso di sposare il genere più commerciale sulla piazza, almeno nella fetta di mercato dei giocatori hardcore? Fosse stato un JRPG sarebbe stato vecchio, ma visto che ora è action è diventato pura avanguardia? Non si può semplicemente ammettere che è stata fatta una scelta che guarda al soldo (ribadiamo: com'è giusto che sia per una serie simile), invece di tirare in ballo le categorie del nuovo e del vecchio, che in questo caso non c'entrano davvero niente?

Per dire, quando 2K Games decise di trasformare la serie XCOM in un action, gli estimatori degli originali si lamentarono a torto? Oppure, più semplicemente, amando gli strategici a turni gli dispiacque di vedere una serie cose celebre diventare qualcosa che non era mai stata e che non avrebbero giocato? Altro esempio: se domani Nintendo e PlatinumGames annunciassero che Bayonetta 4 sarà un match 3 (avete presente Candy Crush?), gli appassionati dovrebbero esserne contenti in nome della presunta novità, oppure avrebbero diritto di lamentarsi perché i primi tre capitoli erano degli action puri? Qualcuno amerebbe un Civilization picchiaduro (Gandhi che piccia Napoleone però.... Mmmm)?

Naturalmente non vogliamo giustificare guerre ideologiche o posizioni radicali (anche perché ormai il gioco quello è e sembra anche molto bello), ma solo invitare a riflettere con più pacatezza sulle ragioni di chi si sente privato di qualcosa che ama in onore del mercato.

Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.