Il mercato degli abbonamenti videoludici è piatto, almeno sul mercato USA. A riportarlo è stato l'analista Mat Piscatella, che si occupa da anni di eleborare i dati raccolti da Circana. Secondo lui prodotti come il Game Pass o PlayStation Plus contano solo per il 10% della spesa degli americani nei videogiochi.
Numeri contro fanboy
Piscatella ha sollevato la questione a causa delle infinite discussioni sull'argomento intavolate dai videogiocatori e dalla recente uscita di Swen Vincke di Larian Studios, che ha dichiarato di non voler mettere i suoi giochi sui servizi in abbonamento. Per dirla alla Piscatella: "Capisco che alcune persone vogliono difendere il loro modello preferito, ma l'idea che gli abbonamenti diventino dominanti non è supportata dai dati."
Piscatella ha poi aggiunto che gli abbonamenti si sono aggiunti al mercato e non lo hanno cannibalizzato, offrendo ai giocatori, agli sviluppatori e agli editori una scelta in più su come giocare o pubblicare. "Non c'è nessun motivo per avere paura."
In una risposta successiva Piscatella ha spiegato che ci sono molte persone che, semplicemente, giocano una manciata di titoli all'anno e non hanno alcun interesse nell'abbonarsi a un servizio con centinaia di giochi.
Nella stessa discussione, Christopher Dring di Games Industry ha anche sottolineato come nessuno nell'industria pensi che gli abbonamenti diventeranno mai dominanti. Quantomeno, nessuno lo ha mai detto apertamente.