Ubisoft ha spiegato meglio la questione NFT (token non fungibili, ossia dei certificati digitali di possesso di un token legato a un bene digitale, per dirla in modo molto semplice) relativa alla fine del supporto per Tom Clancy's Ghost Recon: Breakpoint: di fatto non ne verranno più prodotti, ma presto arriveranno in altri giochi, come appreso da Games Industry, che ha contattato direttamente l'editore francese per avere numi sull'argomento.
Il 17 marzo 2022 sono stati lanciati gli ultimi NFT per Tom Clancy's Ghost Recon: Breakpoint tramite Quartz, la piattaforma proprietaria di Ubisoft. Quindi non molto tempo fa, tanto che alcuni giocatori non sono per niente felici della fine del supporto al gioco, che così morirà molto più velocemente. Inoltre, chi ha acquistato gli NFT, che se ne farà? I server rimarranno attivi, ma non potendo usarli in altri giochi, almeno per ora, appaiono sempre più inutili, considerandone anche i prezzi e l'appeal generale.
D'altro canto alcuni hanno fatto notare come la promessa di Ubisoft legata all'acquisto degli NFT, ossia che i giocatori avrebbero posseduto un pezzo del gioco, si è dimostrata, se non proprio falsa, quantomeno fuorviante, visto che Breakpoint è stato chiuso con una decisione unilaterale e che, in caso di chiusura anche dei server, gli NFT diventerebbero carta straccia, per così dire, almeno fino al lancio di un gioco compatibile (se mai ci sarà).
Considerate che gli NFT di Tom Clancy's Ghost Recon Breakpoint, chiamati Digit, sono essenzialmente cosmetici. Per poterli riutilizzare Ubisoft dovrebbe sviluppare un titolo compatibile dello stesso genere o, quantomeno, di un genere in cui sia appropriato vestirsi da soldati. Staremo a vedere come si evolverà l'intera vicenda.