Le intelligenze artificiali generative colpiscono ancora, verrebbe da dire: hanno diffamato un uomo innocente accusandolo di essere un predatore sessuale, con tanto di complicità indiretta da parte di Microsoft. Si tratta della classica allucinazione che colpisce questi avanzatissimi modelli di linguaggio, ma è particolarmente grave considerando le implicazioni del caso.
A scoprire la diffamazione è stato un giornalista del New York Times che, analizzando il sito di notizie AI BNN Breaking, ha scoperto un articolo in cui il presentatore Dave Fanning veniva accusato di essere sotto processo per via di comportamenti da predatore sessuale. Il presentatore coinvolto nel processo non era in realtà lui, ma l'IA lo ha indicato come tale presentandolo così ai lettori del sito.
Quando fermarsi
Ad aggiungere danno alla beffa ci ha pensato Microsoft. Più precisamente il suo aggregatore di notizie MSN, che ha promosso la notizia falsa, facendola arrivare a un pubblico molto più ampio di quello del sito in questione. Dopo qualche ora è stata rimossa, ma intanto il danno era stato fatto.
C'è da sottolineare come Microsoft sia coinvolta in prima linea nel business delle intelligenze artificiali, con investimenti miliardari nel campo. Quindi ha tutto l'interesse a promuovere certi contenuti, senza controllarli.
La risposta di Fanning è stata immediata, con la denuncia di BNN Breaking e Microsoft per diffamazione, visto il danno causato alla sua reputazione.
La casa di Redmond di suo è già sotto esame per i molti contenuti dannosi generati dal suo bot Copilot. Questo incidente non farà sicuramente bene alla reputazione di queste tecnologie, che già di loro non sono ben viste da molti osservatori.