Secondo Lewis Ward, analista di IDC, gli hardware di PS5 e Xbox Scarlett non saranno influenzati dalle specifiche tecniche di Stadia, semplicemente perché i parametri impostati dalla nuova piattaforma di Google differiscono dai criteri utilizzati per gli hardware tradizionali.
"La lista delle specifiche è un modo sbagliato di pensarci. Non è un prodotto fisico che acquisti, è una server farm massicciamente scalabile. Sono sicuro che Google potrebbe rendere disponibili 20 o 40 Teraflop di potenza d'elaborazione, se lo desiderasse", ha commentato Ward a GamingBolt.
"Sarebbe stupido però, perché nessun sviluppatore di videogiochi sta considerando di fare un gioco che necessita di una tale potenza di calcolo. E anche se esistesse un gioco del genere, sarebbe una pessima decisione commerciale perché l'unico posto dove potrebbe essere disponibile è Stadia, una piattaforma con base MAU esattamente pari a zero al momento".
Quando gli è stato chiesto se le mosse di Google possano spingere Sony e Microsoft a potenziare i servizi PlayStation Now e Project xCloud, l'analista ha risposto: "ad un certo punto, nel 2020, è molto probabile che Sony, Microsoft e Google offriranno tutti servizi basati sullo streaming. Non prevedo console di nuova generazione da Sony e Microsoft fino al 2021. Sono certo che ci saranno ragionamenti sui servizi di cloud streaming e come essi impatteranno sul comportamento e la spesa dei giocatori sulle console next gen, ma una parte del trucco di questi servizi è che sono ugualmente accessibili sugli schermi PC e, molto probabilmente almeno sui dispositivi Android oltre alle TV".
Insomma, stando a questa interpretazione Sony e Microsoft non dovrebbero lasciarsi condizionare a livello di caratteristiche tecniche, mentre potrebbero cercare di estendere le potenzialità dei rispettivi servizi di streaming in ottica futura. Entrambe le aziende, tuttavia, non interpretano il cloud come qualcosa che andrà a sostituire le console tradizionali, non ancora per lo meno.