GTA 6 è finito nel mirino del Moige, il movimento italiano genitori, in relazione alla notizia che (anche) nel nuovo capitolo della serie targata Rockstar Games saranno presenti chiari riferimenti alla droga.
"È molto grave che un videogioco da noi denunciato più volte per la pericolosità dei contenuti continui a proporre contenuti sempre più dannosi senza che vi sia alcun limite nella vendita a un pubblico di minori pur avendo una qualificazione +18", ha dichiarato Antonio Affinita, direttore del Moige.
"Tra l'altro in GTA già vi sono praticamente dalla prima edizione riferimenti alla droga, agli spacciatori e ai tossicodipendenti. Si tratta quindi di un 'tema' destinato ad essere ancora più presente, il che è particolarmente grave."
"Sui videogiochi vi è un vero e proprio Far-West normativo, al massimo delle norme di autoregolamentazione che sono applicate poco e male, come abbiamo anche ribadito nel nostro ultimo report 'Venduti ai Minori'."
"Serve quindi una azione urgente, forte e decisa del Governo, perché i videogiochi sono una forma di comunicazione che coinvolge i nostri figli facendo passare messaggi e stili comportamentali insani e devianti, incidendo sulla salute psico-fisica ed emotiva forse più della tv."
Chi deve far rispettare la norma?
Come ha giustamente fatto notare il Moige, GTA 6 e tutti i precedenti episodi della serie possiedono una classificazione PEGI 18, che serve appunto per indicare ai genitori, responsabili degli acquisti effettuati dai loro figli minorenni, che si tratta di prodotti consigliati a un pubblico di soli adulti.
Dunque anche in presenza di rivenditori che aggirano queste indicazioni sono sempre e comunque i genitori a dover esercitare il controllo necessario perché i loro figli non acquistino opere scritte e realizzate con in mente un target d'utenza di soli maggiorenni, discorso peraltro estendibile a qualsiasi altra opera di fantasia.