The Last of Us 2 ha messo d'accordo praticamente tutta la critica che lo considera quasi all'unanimità un capolavoro, salvo rare valutazioni diverse che suggeriscono maggiore cautela nell'uso di tale definizione, cosa che stride in maniera ancora più evidente con le molte valutazioni negative emerse su Metacritic, che in gran parte si sono configurate come un vero e proprio review bombing. Abbiamo già esaminato questo strano fenomeno a metà tra democrazia e barbarie e anche all'epoca è emerso come un argomento di discussione alquanto spinoso, perché si fonda sul principio universale di libertà di espressione ma piega un mezzo importante e positivo come la critica "non ufficiale", portata avanti dunque dagli utenti al di fuori dei canali standard, per colpire dei prodotti a scopo puramente dimostrativo. È in verità un'arma a doppio taglio che fa più male che bene alla stessa community di videogiocatori, perché sostanzialmente tende a invalidare anche le valutazioni ragionate e ben costruite di buona parte dell'utenza, che rappresentano invece una risorsa preziosa, anche in questo specifico caso.
Ovviamente c'è una buona parte di utenti che rientrano nella definizione di "hater" tra le oltre 34.000 recensioni negative che The Last of Us 2 ha ricevuto in meno di tre giorni e buona parte di questi puntano su argomentazioni oggettivamente ridicole come il fatto che il gioco voglia propugnare un'agenda politica e sia eccessivamente soggetto alle tematiche da "SJW", come si suole dire. La presenza di un gran numero di questi soggetti che si sono adoperati per bombardare il gioco con valutazioni negative per questi motivi è innegabile e può essere considerato il vero problema della questione, ma rimangono diversi elementi da salvare nelle valutazioni utenti, anche per quanto riguarda nello specifico il gioco in questione. Le user review, come avevamo detto anche in precedenza, sono in effetti un'evoluzione logica della comunicazione inter e intra-community ai tempi del Web 2.0, nonché un'iniziativa profondamente democratica e particolarmente utile per i consumatori, motivo per cui la loro assenza viene spesso lamentata come mancanza piuttosto grave, come avviene su Epic Games Store o sul Nintendo eShop.
Le recensioni da parte degli utenti consentono di avere una visione più completa del prodotto, osservandolo da diversi punti di vista, cosa che torna particolarmente utile nel caso di The Last of Us 2: a causa delle stringenti direttive legate all'NDA sulle recensioni pubblicate prima dell'uscita del gioco (ovvero quasi tutte), molti elementi di questo non potevano essere nemmeno discussi, cosa che ha ristretto alquanto il campo agibile per una discussione approfondita in un gioco così fortemente incentrato sulla narrazione. È giusto difendere gli utenti (e il prodotto stesso) dagli spoiler, ma le limitazioni imposte in questo modo possono danneggiare la completezza dell'informazione, ma questo limiti ovviamente non colpiscono le recensioni degli utenti. Proprio alcune di queste hanno dato modo di approfondire maggiormente alcuni elementi critici legati proprio alla storia del gioco, alla costruzione dei personaggi, allo sviluppo della trama o anche all'efficacia e alla strutturazione stessa del messaggio sull'umanità e la violenza su cui Naughty Dog ha incentrato tutta la narrazione. Tutto questo con il grosso rischio di incappare negli spoiler, chiaramente, ma quello che si vuole far notare è come in diverse recensioni non positive si possano trovare elementi di discussione davvero molto interessanti.
Il fatto, insomma, è che nelle quasi 55.000 recensioni degli utenti su Metacritic non si assiste solo a una guerra politica e le valutazioni negative non sono tutte frutto di visioni omofobiche o alt-right, così come tutti coloro che difendono il gioco non sono necessariamente progressisti. C'è però un problema effettivo in questo sistema di valutazione, che presupporrebbe una forma di moderazione molto accurata di fatto impossibile da applicare su una piattaforma ampia come Metacritic, per esempio: la media numerica, che deriva sostanzialmente dal numero di recensioni, più che dalla loro qualità. Il review bombing difficilmente ha effetti veri e propri sulle vendite di un gioco, come dimostrano già i primi risultati di The Last of Us 2 e anzi contribuisce a polarizzare la discussione, arroccando gli utenti su fronti opposti senza che possa esserci una reale discussione. La questione è in un certo senso "matematica": se si vuole far emergere un giudizio critico o positivo, si tende a ricorrere ai due estremi della scala, cosa che ovviamente porta a una valutazione finale completamente sballata. Questo accade soprattutto per i giochi più in vista e che magari sono valutati generalmente bene dalla critica, perché per far emergere una dissonanza con il coro gli utenti si allineano sullo "0" in modo da abbassare la media del voto utenti, e questo crea chiaramente uno squilibrio assurdo. Valutare The Last of Us 2 con uno zero è semplicemente folle, non fosse altro che per i suoi valori produttivi dal punto di vista prettamente tecnico e questo chiaramente invalida la valutazione di 3,9 in cui si trova attualmente il gioco su Metacritic in base ai voti degli utenti. Tuttavia una dissonanza del genere può essere un segnale che spinge ad approfondire maggiormente e cogliere gli elementi di discussione positivi che - immersi tra commenti più o meno deliranti - possono dare una visione più completa del gioco.