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L'autore di Katamari Damacy e di to a T lasciò Bandai Namco perché voleva sviluppare con gente di tutto il mondo

Keita Takahashi, l'autore di Katamary Damacy e del futuro To a T, ha spiegato il motivo principale che lo ha spinto ad abbandonare Bandai Namco.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   23/03/2025
Il protagonista di to a T
Katamari Damacy
Katamari Damacy
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Keita Takahashi, l'autore di Katamari Damacy (2004), ha spiegato alla testata giapponese Game Spark i motivi che lo portarono a lasciare Bandai Namco nel 2006, a lavorare ad altri progetti e, infine, a formare Studio Uvula nel 2010. Ha parlato di questioni relative alla creatività e alla volontà di lavorare con sviluppatori di tutto il mondo. Ha avuto modo anche di raccontare un po' To a T, il suo prossimo progetto, previsto per il 28 maggio su Xbox Series X|S, PS5 e PC.

Dal Giappone al mondo

Entrando più nei dettagli, Takahashi ha spiegato di aver lasciato Bandai Namco per ampliare i suoi orizzonti, soprattutto dal punto di vista creativo. "Ho lasciato l'azienda perché non volevo essere limitato a lavorare solo con le persone lì dentro. Mi chiedevo perché stessi realizzando giochi solo con dei giapponesi. Pensavo che se avessi potuto sviluppare giochi con più persone provenienti da altri paesi, sarei stato in grado conoscere punti di vista differenti. Attualmente sto sviluppando giochi con delle persone provenienti da tutto il mondo."

Non che Takahashi abbia rinnegato le sue origini, visto che il modello di scuola riprodotot in To a T è ispirato a quelle giapponesi e alla sua esperienza diretta. Ciò ha comportato di aver dovuto spiegare alcuni aspetti del sistema scolastico giapponese agli altri sviluppatori.

"Nelle scuole americane non si cambiano le scarpe come avviene nelle scuole giapponesi," spiega Takahashi per fare un esempio, riferendosi a come gli studenti giapponesi abbiano scarpe da esterno e scarpe da interno quando vanno a scuola (avrete sicuramente visto qualche scena di fronte a degli armadietti nei vari manga e anime a tema scolastico). "Una volta un membro del team mi ha chiesto di parlargli dell'area scolastica con gli armadietti delle scarpe. Ho cercato di fargli capire che ci sono un sacco di scarpe e che c'è una sorta di odore peculiare... qualcosa di unico in Giappone."

In To a T ci sono molti altri dettagli tipici del Giappone, come i semafori. Comunque sia la sua non è stata una scelta deliberata, ma semplicemente dovuta al fatto che conosce bene il sistema scolastico giapponese e non quello americano. Naturalmente la scuola del gioco ha delle caratteristiche uniche ed eccentriche, che vanno dalla posa a T del protagonista, alla presenza di personaggi unici come una giraffa che ama cucinare. Inoltre il gioco parla di un tema generale, condivisibile in tutto il mondo, ossia la difficoltà del protagonista per la sua unicità, che lo porta a subire atti di bullismo.

"Il motivo per cui il protagonista del gioco non vuole andare a scuola è perché i suoi compagni di classe lo stanno bullizzando. Credo che questo accada in tutto il mondo, non solo in Giappone. In realtà io stesso sono stato bullizzato e non mi è mai piaciuto andare a scuola", ha svelato Takahashi.

Tuttavia, la storia di To a T sembra essere una storia di speranza, poiché il protagonista scopre un uso speciale per la sua posa a T e impara ad accettare la sua unicità. Takahashi ha spiegato anche che il gioco sarà diviso in 8 capitoli, con il mistero dietro la posa a T che verrà svelato alla fine.