Lo storico autore di videogiochi Jeff Minter è attualmente impegnato a promuovere I, Robot, la sua ultima fatica per Atari in uscita il 17 aprile su PC, Xbox Series X e S, Xbox One, Nintendo Switch, PlayStation 4 e PlayStation 5, nonché su Atari VCS. In un un'intervista concessa alla testata Nintendo Life, il nostro ha avuto modo di parlare non solo del gioco, ma anche di alcuni dei problemi che affliggono l'industria attuale, come quello dei giochi truffa che affollano i negozi digitali.
Spazio intasato
L'argomento è uscito fuori affrontando la questione della visibilità di giochi piccoli come quelli di Minter, che faticano sempre di più a essere individuati in negozi come Steam, pieni come sono di "giochi truffa" (definizione dell'intervistatore).
Minter: Qualcuno mi ha parlato di una roba chiamata "Jumping Hot Dog" o qualcosa del genere, dove devi solo premere un pulsante per sbloccare gli obiettivi. Non capisco come sia possibile che queste cose siano ammesse nei negozi, stanno solo intasando lo spazio degli altri." A Minter deve essere sfuggito il fenomeno Banana, che da più di un anno figura tra i più giocati su Steam, solo perché consente di sbloccare facilmente carte da rivendere nel negozio.
Al che l'intervistatore gli ha chiesto: "Come ci si sente di fronte a fenomeni del genere quando si cerca di pubblicare un gioco?" Minter ha risposto con la sua solita schiettezza: "È una perversione completa. Per me, svilpuppare giochi significa creare qualcosa che penso sia buono e che spero sia apprezzato da altre persone, valutando buono il rapporto qualità-prezzo. Sono orgoglioso di ciò che faccio. Non credo che potrei essere orgoglioso di roba simile, che magari potrebbe anche fare più soldi di quanti ne faccio normalmente, ma che è senza arte, manca di comunicazione, non ha alcuna sostanza."
"Sì, sono della vecchia scuola. Sono stato abbastanza fortunato da esserci alla nascita del settore, quando si poteva davvero fare tutto per passione, e tutto è cresciuto intorno a quello. Ora sembra che gran parte del game design e delle pubblicazioni siano incentrati sul fare soldi, più che sul fare arte. Tutto dovrebbe essere più incentrato sull'arte che sul denaro, davvero."