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L’autore di NieR: Automata teme che le intelligenze artificiali facciano estinguere gli sviluppatori di videogiochi

Parlando degli effetti dell'uso delle intelligenze artificiali sullo sviluppo dei videogiochi, Yoko Taro ha espresso delle forti preoccupazioni sulla sopravvivenza degli sviluppatori.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   28/04/2025
Una foto di Yoko Taro
NieR: Automata
NieR: Automata
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Yoko Taro, l'autore tra gli altri di NieR: Automata, ha avuto modo di parlare dell'impatto delle intelligenze artificiali generative sullo sviluppo dei videogiochi con altri autori giapponesi: Kotaro Uchikoshi (Zero Escape), Kazutaka Kodaka (Danganronpa) e Jiro Ishii (428: Shibuya Scramble), esprimendo i suoi timori per il rischio di estinzione della figura dello sviluppatore come la conosciamo in un prossimo futuro.

Diventeranno dei bardi

Più precisamente, la questione è emersa in relazione al futuro dei giochi d'avventura. Secondo Yoko Taro e Uchikoshi, il prossimo passo per farli evolvere sarà proprio l'uso dell'intelligenza artificiale.

Un personaggio di Detroit: Become Human
Un personaggio di Detroit: Become Human

I giochi d'avventura hanno raggiunto il loro apice con Detroit: Become Human di Quantic Dream, secondo Uchikoshi, che è uno dei titoli che lo affascinano maggiormente. Lui vorrebbe creare qualcosa di simile, prima o poi, ma con un approccio più giapponese. "Ci sono molti nuovi giochi che voglio creare, ma con la tecnologia IA che evolve a una velocità così elevata, temo che ci sia la possibilità che i giochi d'avventura generati dall'IA diventino dominanti."

Come aprire l'uovo di Pasqua? Usate questa replica a dimensioni reali della spada di 2B in NieR: Automata Come aprire l'uovo di Pasqua? Usate questa replica a dimensioni reali della spada di 2B in NieR: Automata

Uchikoshi aveva già parlato in precedenza della possibilità che giochi indie generati dall'IA e prodotti in massa inondino il mercato. Tuttavia, pur notando che l'IA odierna fatica ancora a raggiungere una "scrittura decente" al livello umano, ha suggerito che, nei prossimi 10 anni, essere competenti in termini di originalità e "tocco umano" nel proprio lavoro sarà cruciale per mantenere un vantaggio su questa tecnologia.

Anche Taro è intervenuto sul punto: "Credo anch'io che i creatori di giochi potrebbero perdere il lavoro a causa dell'IA. C'è la possibilità che tra 50 anni, gli autori i videogiochi vengano considerati come dei bardi." Chiaramente l'allusione è al fatto che diventino figure del passato, ossia che si estinguano o che diventino una specie protetta, di fronte ai cambiamenti epocali apportati dall'intelligenza artificiale. Sarà davvero così? Difficile dirlo, anche se è probabile che le IA si insinueranno sempre di più nelle opere videoludiche.