Probabilmente ce lo siamo chiesti un po' tutti, in un momento o nell'altro di questa lunga telenovela che corrisponde alla storia dell'acquisizione di Activision Blizzard: ne vale veramente la pena? Guardando anche i cambiamenti di atteggiamento da parte della compagnia di Redmond, viene da pensare che non si aspettassero una strada così in salita e questo sembra aprire delle crepe nella consistenza dell'intera operazione, tuttavia è chiaro che, almeno per il momento, Microsoft abbia intenzione di tirare dritto per la propria strada e combattere per vie legali. Considerando che stiamo parlando di una delle aziende più grandi del mondo, con un valore di mercato di duemila miliardi di dollari, non dubitiamo che abbiano fatto i loro calcoli e non ci mettiamo certo a dare consigli dalla nostra modesta posizione, ma se davvero il percorso si stesse dimostrando più accidentato del previsto, verrebbe da pensare che l'idea di lasciar perdere possa essere balenata anche a qualcuno in quel di Redmond.
Cominciamo da un problema solo apparentemente più prosaico: la necessità di mantenere un profilo basso. Dopo un 2022 che non ha offerto propriamente delle novità in grado di conquistare le copertine internazionali, Xbox ha un disperato bisogno di rilancio in termini di comunicazione e promozione. Il fatto di aver mancato totalmente l'evento dei The Game Awards, con il suo record di milioni di spettatori, è una mossa poco comprensibile. Viene da pensare che anche questa sia stata dettata dalla necessità di non mostrarsi troppo "forti", ma la questione comincia ad essere un danno reale per Xbox, soprattutto al termine di un periodo che è considerato all'unanimità come particolarmente magro dalle sue parti. La speranza è che il tutto sia stato affidato a un evento specifico che potrebbe tenersi all'inizio del 2023, come riportano ora alcune voci di corridoio, ma sarebbe una mossa piuttosto inedita da parte di Microsoft e solleva qualche dubbio, dunque emerge soprattutto l'idea che il management abbia imposto una sorta di silenzio radio.
La causa intentata dall'FTC determina un'altra questione spinosa, quella dell'allungamento dei tempi per l'operazione, un tempo prevista concludersi per marzo 2023 e ora invece diventata decisamente nebulosa.
Sebbene per molti esperti l'accusa dell'FTC sembri poco consistente e probabilmente destinata a crollare in tribunale, la commissione avrebbe intanto ottenuto il "successo" di ritardare l'operazione e magari consentire a Commissione Europea e CMA di esprimersi negativamente in maniera definitiva, cosa che complicherebbe ulteriormente l'operazione per Microsoft. In tutto questo, immaginiamo le energie e le risorse economiche investite in questa procedura, che potrebbero probabilmente andare altrove con maggiore profitto. Ma in generale, pensare alla mostruosa cifra di 70 miliardi di dollari fa immaginare tante maniere diverse per investire tutti quei soldi in acquisti di altre compagnie più piccole, in accordi di esclusiva, oppure semplicemente per portare giochi di grosso calibro nel Game Pass al day one. È ovviamente una discussione da bar sport, visto che non sappiamo precisamente quali numeri siano in basso con l'acquisizione totale di Activision Blizzard in termini di guadagni per Microsoft, anche con tutte le concessioni che potrebbe essere costretta a fare (come Call of Duty destinato a rimanere su PlayStation, per esempio), ma viene piuttosto naturale domandarselo.
D'altra parte, se si tratta di incrementare le dimensioni di Xbox e aggiungere altre proprietà intellettuali di grosso calibro al catalogo di Xbox Game Pass, non c'è dubbio che un'acquisizione del genere sia il sistema più veloce per ottenere il risultato, pur con tutti i rischi che questo comporta. Il vero elemento di dubbio che emerge è proprio nel cambiamento di assetto politico in cui tale acquisizione sta avvenendo: probabilmente fino a qualche tempo fa l'FTC non sarebbe stata così aggressiva, così come forse in Microsoft non si aspettava una guerriglia costante da parte di Sony o una CMA disposta a passare sopra anche alla logica stessa pur di attaccare l'acquisizione. Sono queste variabili che fanno emergere dei dubbi sull'effettiva possibilità che l'operazione vada a buon fine e il rischio potrebbe essere, oltre a quei 2,5 o 3 miliardi che Microsoft potrebbe dover pagare per abbandonare l'operazione (bruscolini per loro), il fatto che la compagnia decida per un ridimensionamento generale degli investimenti in questo ambito, considerando come a certi livelli si vada spesso per il "tutto o niente".