Chi ha avuto modo di leggere la risposta di Microsoft al documento dell'CMA (l'organo antitrust inglese) con cui è stata avviata la fase 2 del processo di valutazione dell'acquisizione di Activision Blizzard, l'ha definita semplicemente brutale nel notare alcune assurdità, come il fatto che Sony venga citata ben 57 volte, contro le 10 volte in cui vengono citati i consumatori.
Si tratta ovviamente di una situazione stridente, perché sembra quasi che il documento sia stato stilato per compiacere Sony e ribadire il suo punto di vista sulla vicenda, più che per motivare le ulteriori indagini sull'affare, a tutela dei consumatori.
Il primo problema del documento del CMA starebbe nel fatto che ha citato solo i dati di Xbox, senza confrontarli con altri. Tenendo in considerazione solo i numeri di franchise come Halo, Forza e Gears, Xbox è stata fatta apparire più forte sul mercato di quanto in realtà non sia.
Altre questioni, come la discutibilità dell'attrattiva esercitata dalla serie COD sui giocatori Xbox e la forza maggiore rispetto ad altri franchise, come GTA, Fortnite, NBA 2K, Minecraft, Rocket League e FIFA, sono state messe sul piatto della bilancia e contestate. Molto interessante però il fatto che Microsoft abbia smentito l'affermazione del CMA sull'esistenza di documenti che dimostrerebbero la volontà di sottrarre il franchise Call of Duty a PlayStation, accusando sostanzialmente l'organo inglese di aver detto una falsità.
In effetti, se questi documenti non esistessero, sarebbe un bel colpo per il CMA. La risposta di Microsoft prosegue con accuse velate verso Sony di aver falsificato alcuni dati, per arrivare a denunciare il pregiudizio favorevole alla compagnia giapponese. Qui spunta il numero di volte in cui Sony viene citata nel documento del CMA, che come già detto è enorme rispetto a quello delle citazioni dei consumatori. In effetti viene da chiedersi chi stia provando a tutelare l'ente a questo punto, visto che pare aver abbracciato completamente il punto di vista di una sola compagnia.
Comunque sia staremo a vedere se la risposta di Microsoft si rivelerà efficace o se l'antitrust inglese proseguirà sulla sua strada.