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Modificare Elden Ring: Shadow of the Erdtree non significa alterare la sua visione autoriale

Cerchiamo di capire perché ritenere che delle semplici modifiche dei parametri di Elden Ring: Shadow of the Erdtree non c'entrino niente con la visione dell'autore.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   17/07/2024
Uno dei personaggi di Shadow of the Erdtree

Uno dei momenti fondamentali della progettazione di un videogioco avviene nel momento in cui si ha il primo contatto con i giocatori, ossia quando l'opera viene finalmente fruita da qualcuno esterno al team di sviluppo o all'editore. Si tratta da sempre di una fase fondamentale del processo di sviluppo, quello che consente di verificare la bontà o meno di certi sistemi di gioco e di apportare modifiche lì dove lo si ritenga necessario per andare a soddisfare maggiormente il pubblico.

Molti credono che si tratti di una novità degli ultimi anni, ossia che sia da relativamente poco tempo che il pubblico è stato inserito nel processo di sviluppo con i vari accessi anticipati e focus test, ma in realtà non è così. L'idea di far giudicare un gioco prima dell'arrivo sul mercato viene da lontano.

Come funzionano le cose

Già della prima Atari, Howard Scott Warshaw autore di Yar's Revenge, di Riders of the Lost Ark e del famigerato E.T., racconta che gli sviluppatori interni alla compagnia portavano i giochi ancora in sviluppo in sala mensa per farli provare a chiunque avesse voluto giocarli, per poi apportare modifiche in base alle reazioni e ai commenti (oggi li chiameremmo feedback). Commenti troppo negativi potevano portare addirittura alla cancellazione completa di un gioco quasi pronto.

L'osservazione del rapporto tra i giochi e il pubblico ha portato a importanti innovazioni, come l'introduzione di un sistema morale in Ultima IV: Quest of the Avatar, con l'autore Richard Garriott che lo concepì come un modo per spingere i giocatori a certi comportamenti, dopo che aveva osservato negli Ultima precedenti la tendenza a non rispettare il ruolo eroico che gli era stato assegnato (all'epoca era quasi impossibile patchare i giochi, quindi era più facile che l'esperienza fatta con un titolo riverberasse su quelli successivi).

Facendo un altro esempio, Republic: The Revolution arrivò sul mercato in una forma completamente alterata rispetto a quanto aveva realizzato inizialmente il team di Demis Hassabis (oggi un guru delle IA), perché durante dei focus test il gioco fu ritenuto troppo noioso e l'editore pretese che fossero tagliate molte caratteristiche già implementate per snellirlo. Il gioco promesso da Hassabis quindi esisteva, ma non arrivò mai nei negozi.

Di esempi fattibili ce ne sarebbero molti altri, ma il punto dovrebbe eormai ssere chiaro. Da qui la domanda: perché nel 2024 c'è ancora chi si stupisce che un gioco come Elden Ring: Shadow of the Erdtree possa essere modificato seguendo le esigenze espresse dal suo pubblico di riferimento? Dove per quest'ultimo si intende un sottoinsieme degli acquirenti di Elden Ring, particolarmente capaci visti i requisiti richiesti per accedere ai contenuti dell'espansione (aver ucciso un boss avanzato).

Una scena di combattimento di Elden Ring
Una scena di combattimento di Elden Ring

Perché qualcuno considera la modifica di alcuni parametri tramite patch, atta ad alterare alcuni equilibri di gioco rendendolo più accessibile (non necessariamente più facile, attenzione), una specie di offesa all'autorialità? D'altro canto, oggi quale gioco non viene modificato tramite patch seguendo i feedback del pubblico? Sono tutti cambiamenti fatti in sfregio ai relativi autori? Insomma, perché non la piantiamo di dire corbellerie basate su miti inesistenti creati solo da qualche fanatico e non iniziamo a ragionare partendo da come funzionano realmente le cose? Da sempre, oltretutto.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.