La prossima generazione di console dovrebbe sdoganare la fruizione dei contenuti di gioco in streaming, anche se non è ancora chiaro in quale misura. Da una parte c'è chi ritiene che il futuro sia già scritto, dall'altro chi preferisce mantenere un approccio più cauto.
Marc-André Jutras, ex dipendente di Ubisoft e Activision, attualmente impegnato nello sviluppo dell'action RPG Hellpoint, ha dichiarato che lo streaming non andrà a sostituire le piattaforme da gioco classiche come PS5 e Xbox Scarlett.
"Sono consapevole che in alcuni Paesi del mondo il game streaming stia diventando molto popolare. In Brasile, ad esempio, esiste una compagnia di streaming molto famosa in quanto la gente non ha soldi per comprare una console e quindi preferisce pagare 10 dollari al mese e giocare ad una varietà di giochi in streaming. Penso che i servizi di streaming diventeranno molto popolari, ma non credo andranno a sostituire l'hardware classico", ha commentato durante un'intervista rilasciata a GamingBolt.
"Giocare, ad esempio, a Call of Duty via streaming? Semplicemente non funziona. Quando si considera l'infrastruttura internet esistono situazioni in cui, invece di avere il giocatore che preme un pulsante e vede il feedback a schermo, si hanno 100ms di lag per l'input, altri 100ms di lag per l'output mentre i dati viaggiano tra il giocatore e i server", ha aggiunto.
"Inoltre si possono avere altri 100ms di latenza extra se la macchina che processa i dati crea un ulteriore ritardo. Si può mai immaginare di giocare a Call of Duty con questo tipo di latenza? Penso che il game streaming possa funzionare con giochi totalmente offline ma non con titoli basati sul multiplayer, quindi non credo sostituirà mai l'hardware tradizionale".
Insomma, secondo Jutras le problematiche legate alla fruizione dei contenuti in streaming saranno difficili da eliminare, nonostante i passi in avanti compiuti in questi anni dalla tecnologia. Lo streaming, quindi, non definirà la prossima generazione di console ma piuttosto sarà un mezzo per espandere la portata del gioco nei mercati emergenti, come il Brasile, l'India e la Cina.